Umanesimo

 

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L'Umanesimo è un movimento ideologico-culturale che afferma la dignità degli esseri umani. Ebbe inizio nel XIV secolo nell'Italia rinascimentale (il centro maggiore fu Firenze) e si diffuse in tutta l'Europa contemporanea.

Indice 
1 Storia
1.1 Età antica
1.2 Età medievale
1.3 Rinascimento
1.3.1 Riscoperta dell'era latino-greca
1.3.2 La letteratura umanistica
1.4 Età moderna
1.4.1 Illuminismo
1.5 Età contemporanea
2 La filosofia


Storia

Per "Umanesimo" si intende quel vasto movimento culturale che, iniziato negli ultimi decenni del Trecento e diffusosi nel Quattrocento, ha come caratteristica principale la riscoperta dell'uomo attraverso la ricerca e la letteratura dei classici latini e greci: humanae litterae o studia humanitatis , da cui appunto trae origine il termine "Umanesimo". Questa riscoperta è un'indispensabile premessa culturale del Rinascimento, con la quale la generazione dell'età umanistica sottolinea una netta distanza tra il mondo medioevale, caratterizzato da una visione della vita, che poneva Dio al centro dell'Universo e imponeva all'uomo una totale sottomissione al volere e al potere della Chiesa e la loro visione in cui l'uomo è posto al centro dell'Universo ed è considerato artefice, padrone del proprio destino. Si diffonde una grande fiducia nell'intelligenza umana; si esaltano, in particolar modo, la dignità dell'uomo, la sua superiorità sugli altri esseri naturali, le sue innumerevoli capacità creative. Inoltre si afferma il concetto di humanitas, inteso come la voglia di conoscenza che distingue l'uomo da tutti gli altri esseri animati. Centri di diffusione della nuova cultura sono soprattutto le grandi corti signorili, in particolare la corte di Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico, presso la quale si riuniscono moltissimi artisti e letterati del tempo. Infatti anche durante l'umanesimo si rinnovano le arti, la scultura e cominciano ad apparire alcuni personaggi importanti come Leonardo Da Vinci.

Età antica

Socrate

La prima affermazione umanistica nella filosofia occidentale può essere riferita a Protagora, che affermò:
« … di tutte le cose misura è l'uomo, di quelle che sono, per ciò che sono, di quelle che non sono per ciò che non sono»

Questa affermazione spostò l'interesse filosofico dalla natura all'essere umano, che, da questo momento, diventò il personaggio centrale della speculazione filosofica. Questa impostazione fu ripresa immediatamente da Socrate e successivamente da Zenone, fondatore dello stoicismo. La posizione di Protagora nell'ambito della società prima greca poi ellenistica fu sempre una posizione minoritaria (è importante mettere in evidenza, sotto questo aspetto, che le opere di Protagora dopo la sua morte furono bruciate in piazza ad Atene) dato che non era congruente con le idee religiose più diffuse nella Grecia del V secolo a.C. ed era nettamente in contrasto con la divinizzazione dei re in epoca ellenistica. Nel V secolo a.C. il filosofo Protagora affermò che l'uomo è alla base del mondo. Nel 1490 Leonardo Da Vinci rappresentò l'uomo vitruviano. L'umanesimo prese il nome dalla riscoperta svolta da parte degli autori umanisti di origini greche e latine.Di conseguenza si afferma un nuovo metodo, quello filologico, già preso in considerazione da Petrarca e Boccaccio nel Trecento, che consiste nella ricerca e nella trascrizione dei codici antichi. Nel Quattrocento si sviluppa come elaborazione di n metodo razionale che consiste nel depurare, dagli errori di trascrizione e dalle manipolazioni effettuate nel Medioevo, i testi antichi. Il Medioevo venne considerato un'età di passaggio, inoltre si ebbe un pregiudizio sbagliato che presentava quest'epoca in modo buio.

Età medievale

Il Cristianesimo, fin dalle sue origini, ebbe un atteggiamento ambivalente nei confronti dell'uomo in quanto quest'ultimo era tanto "figlio di Adamo", quindi il veicolo attraverso il quale il peccato originale si era diffuso sulla Terra, quanto "fratello di Cristo", quindi l'essere prediletto in cui si era incarnato Dio.

Nel corso dell'alto medioevo i problemi della figura umana rimasero in secondo piano rispetto ai grandi problemi teologici dibattuti dai filosofi medioevali, che in genere davano maggior peso alla prima interpretazione della natura umana. D'altro canto la situazione politica, che vedeva il fronteggiarsi di papato ("città celeste") ed impero ("città terrestre") si rifaceva all'origine divina del potere politico, quindi non lasciava spazio politico per chi non aveva ricevuto un'unzione come nobile o come ecclesiastico.

Il basso medioevo (a partire dal XII - XIII secolo) vide un radicale cambiamento culturale, cioè la nascita in Italia dei liberi comuni e, attraverso le crociate, uno sviluppo dei commerci che ridussero il potere economico (e quindi politico) dei nobili. Ovviamente l'acquisizione dell'autocoscienza politico-sociale della borghesia mercantile portò anche ad una revisione filosofica della propria posizione nell'Universo, quindi ad una messa a fuoco sulle potenzialità umane nei confronti dei due poteri dominanti (imperiale ed ecclesiastico).

L'Umanesimo è un movimento culturale che si afferma in Italia nel XV secolo, cioè in un periodo storico in cui si prendeva atto del fallimento non solo della teocrazia pontificia e della concezione politico-religiosa di impero feudale, ma anche di tutti i tentativi di creare uno Stato unitario (almeno nell'Italia centro-settentrionale). Cinque Stati regionali avevano imposto a tutta la penisola una politica di equilibrio e di spartizione delle zone d'influenza (Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli).

L'Umanesimo nasce per primo in Italia perché qui, prima o più che altrove, esistevano le condizioni favorevoli alla nascita dei rapporti economici mercantilistici. Nei secoli XIV e XV l'Italia era uno dei paesi più progrediti del mondo (in senso borghese). Già nel XIII secolo le città italiane avevano difeso vittoriosamente, nella lotta contro l'impero tedesco, la propria indipendenza. Verso la metà del XIII secolo in molte città-stato repubblicane era avvenuta l'emancipazione dei contadini dalla servitù della gleba, anche se a ciò non corrispondeva quasi mai un'equa distribuzione della terra. La libertà conquistata dai contadini era più che altro "giuridica", il che non poteva impedire loro di trasformarsi in operai salariati nelle fabbriche di panno (opifici) o in braccianti, sfruttati da artigiani arricchiti, i quali consegnavano loro la materia prima o semilavorata ricevendo in cambio il prodotto finito; dai maestri delle corporazioni, che spesso li costringevano a restare garzoni e apprendisti per sempre; da mercanti-imprenditori, che li utilizzavano nelle loro manifatture solo per produrre merci d'esportazione, offrendo loro salari molto bassi, orari molto pesanti, mansioni parcellizzate, pochissimi diritti e stretta sorveglianza sul luogo di lavoro; da altri ricchi contadini neo-proprietari o persino dagli stessi feudatari di prima che ora li sfruttano con altri metodi (ad es. la rendita in denaro).

La più famosa rivolta dei contadini italiani fu quella guidata da Fra Dolcino, agli inizi del Trecento. Si può anzi dire che la repressione di tutti i movimenti ribellistici di quell'epoca (cardatori della lana, lanaioli, ecc.: vedi ad es. il tumulto dei Ciompi a Firenze), contribuì anch'essa all'istituzione di Signorie e Principati, cioè di governi centralizzati e autoritari.

L'avvento delle Signorie, iniziato nel Trecento, aveva determinato l'estendersi territoriale dei confini dei Comuni più grandi, ma anche la fine dell'autonomia di molti altri Comuni e soprattutto la sostituzione del principio politico della repubblica con quello della monarchia. Tuttavia le Signorie sono state anche una risposta (seppure autoritaria) alle continue lotte intercomunali e intracomunali.

La formazione delle Signorie contribuisce allo sviluppo dell'Umanesimo, perché:
organismi territoriali molto estesi, dotati di un complesso apparato burocratico-amministrativo e diplomatico, di corti culturali e politiche, portavano ad aumentare la richiesta di personale qualificato; personale che le Università tradizionali, ancorate ai programmi e alla didattica dell'enciclopedismo scolastico-aristotelico, non potevano fornire; di qui la nascita di nuove scuole (private) e accademie presso le corti; oltre a ciò va considerato il fatto che il processo di formazione dei Comuni (iniziato sin dal Mille e protrattosi fino all'avvento delle Signorie) aveva sì favorito l'autonomia economica e sociale dei ceti borghesi e commerciali, ma non era ancora riuscito a darsi una giustificazione teorica, di tipo etico-politico, filosofico-morale. È appunto dal mondo antico che l'Italia umanistica delle Signorie trarrà gli spunti e gli esempi più significativi di virtù civili, di gloria militare, di eroismo personale, di autocontrollo delle passioni, di raffinato gusto estetico, che le serviranno per legittimare la propria diversità dal Medioevo (dall'"età di mezzo" - come veniva chiamato -, in quanto separava l'Umanesimo dall'epoca classica). Probabilmente i risultati più significativi e duraturi l'Italia li ottenne non sul terreno economico e politico, ma su quello culturale, con la nascita dell'Umanesimo prima e delle arti rinascimentali dopo.

Nonostante questi numerosi e potenti nemici, le signorie fiorirono per numerosi anni fino a raggiungere una grande espansione: insieme a queste quindi si prolungò nel tempo anche la cultura umanista, anche grazie alle università, sempre più numerose a causa della frammentazione in piccole città-stato che necessitavano di una classe dirigente che avesse un'istruzione efficiente e non legata alle istituzioni ecclesiastiche. Grazie a questa scuola efficiente, poiché dedicata a strette cerchie di persone (per lo più borghesi), ampliò le frontiere del sapere umano, condizione che portò l'uomo ad aiutarsi rispetto a Dio.
Rinascimento

L'umanesimo è la cultura del Rinascimento; tra i due concetti vi è dunque una sorta di vicinanza: il primo si riferisce al movimento ideologico culturale legato all'esigenza di ricollegarsi al mondo greco-latino; mentre il secondo si riferisce alle manifestazioni artistiche e fenomeni di costume, come la quasi totale scomparsa delle rappresentazioni di Dio e dei santi, sostituite dalle rappresentazioni dell'uomo. Il Rinascimento italiano politicamente terminò con la morte di Lorenzo il Magnifico (1492), mentre culturalmente proseguì per tutto il secolo successivo, fino agli inizi del XVII secolo. In questo periodo c'è anche un umanesimo monastico il quale non si riduce al camaldolese Ambrogio Traversari; ad esempio nell'ordine delle Clarisse si riconoscono delle vere e proprie monache-umaniste, quali Camilla da Varano.

Riscoperta dell'era latino-greca

Per riscoperta dell'era latino-greca si intende lo studio dei testi e delle opere d'arte greco-romane, nonché l'ispirazione ad esse. Difatti quella dell'epoca romana viene considerata umanità, ovvero esempio di civiltà adatto appunto per l'Umanesimo.
Ciriaco Pizzecolli, il crononauta o il pater antiquitatis (padre dell'antichità), come lo chiamavano i suoi contemporanei, con i suoi viaggi nel Mediterraneo alla ricerca di documenti e monumenti dell'epoca classica, fu una figura centrale nella riscoperta del mondo antico. Le sue scoperte poi influenzarono gli studiosi e gli artisti nei principali centri dell'Umanesimo[4].
Determinante fu la caduta dell'Impero Romano d'Oriente nel 1453 (data che si usa anche per indicare la fine del Medioevo) sotto i turchi ottomani: centinaia di letterati bizantini fuggirono in Italia, dove portarono numerosissimi testi greci che altrimenti non sarebbero stati recuperabili. Questi testi a loro volta diffusero la filosofia di autori come Platone che ancora non erano pienamente conosciuti e studiati.[1]
L'opera classica più usata dagli umanisti fu forse il Codice Giustiniano, scritto da Giustiniano I (il più antico fondamento delle attuali leggi), dal quale poterono ricavare oltre che un Codice civile anche una buona base di studio delle lingue antiche.
Esponenti importanti di questa nuova dottrina furono Telesio, Campanella e Giordano Bruno.

La letteratura umanistica

Per quanto riguarda la letteratura vediamo uno spostamento di interessi: dall'etica e la teologia, sottolineate da Dante sia nella "Divina Commedia" che nella "Vita Nova", dove l'idea religiosa e l'etica morale sono al centro di tutto, alla figura dell'uomo che utilizza la sua intelligenza per risolvere situazioni in cui nulla può con la forza; di questo un forte esempio è il "Decameron" di Boccaccio, soprattutto le novelle in cui vengono messi in evidenza personaggi astuti, i quali riescono a risolvere situazioni difficili con semplici discorsi chiamati 'motti di spirito'. Lo sviluppo letterario umanistico continua fino ad arrivare a Machiavelli ed alla sua opera politica (Il Principe), in cui l'autore chiarisce che l'artefice della storia è l'uomo e che questa non dipende più da un destino imposto da una divinità. Si nota chiaramente anche un'evoluzione del genere letterario che va dall'epistola, utilizzata soprattutto nel Medioevo (Dante), passando per il dialogo fino ad arrivare al trattato, con una struttura argomentativa complessa. Importanti esponenti della letteratura umanistica furono Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Poliziano Leonardo Bruni.

Età moderna
A conseguenza di questa esaltazione dell'uomo nel 1700 vedono luce due movimenti culturali i quali si basano sui valori umanistici, quelli che distinguono l'essere umano dalle bestie: i Sentimenti (che diedero la base di sviluppo al Romanticismo) e la Ragione (sulla quale sorse invece l'Illuminismo).

Illuminismo
   
L'Illuminismo si diffonde nel 1700 in tutta Europa, specialmente in Inghilterra e in Francia.
Questo spostamento di centro di sviluppo culturale è dovuto soprattutto al fatto che durante l'Umanesimo la classe affermatasi di più sotto il profilo culturale è la borghesia, che crea un'alternativa allo strapotere in campo del sapere da parte del clero. La prima era formata in primis da mercanti, i quali compivano molti viaggi tra i paesi europei esportando, oltre che merci, le caratteristiche culturali della propria patria.
La filosofia illuminista si basa sulla potenza della Ragione, figurata come un "lume" che squarcia il buio culturale inoltratosi per tutto il Medioevo. I seguaci vengono chiamati Illuministi.
Gli aderenti diffusero rapidamente la detta filosofia in tutte le colonie anglo-francesi, specialmente in Nord America. Varie rivoluzioni, più o meno violente, furono ispirate dall'illuminismo: la Rivoluzione Americana, la Rivoluzione Francese e Rivoluzione Industriale.
Fu proprio grazie a questi slanci culturali (e quindi anche artistico-economici) che l'Italia cominciò ad essere contesa fra molti dei maggiori stati Europei (Francia, Spagna, Impero Austro-Ungarico, Prussia), perlomeno fino al 1870 quando, con l'annessione nel Regno d'Italia dello Stato pontificio furono azzerate le influenze francesi nella penisola.

Età contemporanea

A lato del significato della parola Umanesimo, intesa come periodo storico, alcuni autori contemporanei ne hanno allargato il significato, definendo umanesimo le correnti pacifiste e nonviolente:
Sartre, come esempio di Umanesimo esistenzialista (vedi anche: Esistenzialismo); si legga ad esempio il suo testo L'esistenzialismo è un umanismo;
Maritain, come esempio di Umanesimo cristiano;
Ernst Bloch, Rodolfo Mondolfo e Herbert Marcuse, come esempio di Umanesimo marxista, in cui si interpretano gli scritti di Marx, soprattutto quelli di età giovanile, in chiave umanista.

La filosofia

I punti principali della filosofia umanista sono l'egemonia delle capacità umane su quelle divine e la riscoperta dell'antichità greco-latina.
In estrema sintesi oggi si intende per umanesimo, in senso pratico e politico, una “life-stance” ovvero una concezione del mondo basata sul buon senso, la ragione, la solidarietà ed il rispetto dei diritti umani. Le associazioni che si dichiarano umaniste lavorano a favore di uno stato laico - non solo nel senso di non confessionale - ma anche di uno stato che tratti i cittadini in modo uguale, senza privilegi né discriminazioni. La prima manifestazioni di umanesimo si ha con Protagora, il quale pone l'uomo al centro di tutto, misura di tutte le cose. Successivamente con l'affermazione dell'umanesimo nel Quattrocento nasce una predilezione per Platone e si ha un rifiuto del pensiero Aristotelico. Il platonismo rivendica un modo aperto e ideologico di concepire il processo della verità. Inoltre può offrire la possibilità di capire la religione in modo diverso dal pensiero Aristotelico. Nel Medioevo Platone aveva avuto una larga influenza fino al Duecento ma nel Quattrocento la sua conoscenza si amplia. Il platonismo entra a nella cultura umanistica italiana attraverso il contatto con i dotti bizantini venuti a Firenze in occasione del consiglio, tenutosi prima a Ferrara e poi appunto a Firenze.