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La battaglia di Trafalgar fu una celebre battaglia navale, molto
importante nell'ambito delle guerre napoleoniche, che vide la
vittoria della Royal Navy sotto il comando di Lord Nelson, sulla
flotta combinata franco-spagnola il 21 ottobre 1805, a largo di Capo
Trafalgar, vicino Cadice. Nelson fu ferito a morte da un colpo di
moschetto che gli perforò un polmone: restò in vita
abbastanza da sapere della vittoria dell'Inghilterra.
Forze in campo
La flotta britannica era composta da 28 vascelli di linea e 6
fregate (complessivamente 2.178 cannoni e 17.076 uomini), sotto il
comando del Vice-Ammiraglio Lord Horatio Nelson, ed era ben
addestrata e in perfetta efficienza. La flotta congiunta
franco-spagnola era composta da 33 vascelli di linea (dei quali 15
spagnoli) e 7 fregate, per un totale di 2.652 cannoni e 25.200
uomini agli ordini del Vice-Ammiraglio francese Pierre-Charles
Silvestre de Villeneuve; le navi francesi non erano qualitativamente
pari a quelle britanniche, e scarseggiavano i marinai e gli
ufficiali esperti (questi ultimi, prevalentemente aristocratici,
erano stati decimati dalle esecuzioni e dall'emigrazione durante la
Rivoluzione francese). La squadra spagnola era comandata
dall'ammiraglio don Federico Gravina: le sue navi erano migliori di
quelle francesi (la Spagna aveva una maggiore tradizione navale), ma
gli equipaggi erano raccogliticci ed inesperti.
Premesse
La Pace di Amiens (1802), che segnò la fine della Guerra
della seconda coalizione antifrancese, non fu che un breve
intervallo nel confronto tra Francia e Regno Unito: dopo 14 mesi, il
18 maggio 1803 la Francia e la Gran Bretagna riaprirono le
ostilità. La marina britannica bloccò subito quella
francese nei porti di Brest e di Tolone, danneggiandola con
l'inattività forzata.
Nel dicembre 1804 anche la Spagna entrò in guerra, al fianco
della Francia, per respingere la minaccia britannica contro le sue
colonie, offrendo a Napoleone la sua flotta e i suoi porti. Per
sconfiggere definitivamente il Regno Unito, Napoleone
progettò l'invasione della Gran Bretagna, e ammassò
sulla costa della Manica un esercito di 161.000 uomini.
Secondo i piani di Napoleone, la flotta franco-spagnola, al comando
dell'ammiraglio Villeneuve (bloccato da Nelson nel porto di Tolone),
avrebbe dovuto sfuggire al blocco e dirigersi verso le Indie
Occidentali; contemporaneamente, il Commodoro Honorè
Ganteaume, bloccato a Brest dall'Ammiraglio Sir William Cornwallis,
avrebbe dovuto effettuare la stessa operazione: insieme, i due
avrebbero attaccato le colonie inglesi nei Caraibi per un paio di
mesi e quindi, sarebbero ritornati in Europa per liberare le altre
navi francesi o alleate, intrappolate nei porti di mezza Europa
dalle squadre inglesi, creando così una grande flotta,
potenzialmente invincibile, per attraversare la Manica.
Villeneuve sfuggì alle navi inglesi e si diresse verso
l'Atlantico. Al momento della fuga di Villeneuve, Nelson era
momentaneamente assente, ma, quando fu informato dell'avvenuta
rottura del blocco, si diresse subito con le sue navi verso il
Mediterraneo orientale, credendo che l'obbiettivo del nemico fosse
ancora una volta l'Egitto; dopo aver cercato inutilmente i francesi
in quelle acque, raggiunse le Indie occidentali e per la precisione
Trinidad, dove, in base ad erronee notizie raccolte dal servizio
segreto inglese, pensava di incontrare finalmente il Villeneuve (che
agiva da solo, poiché il Commodoro Ganteaume non era riuscito
a lasciare l'Europa). Per gran parte dell'estate i due nemici si
cercarono a vicenda in varie zone dell'oceano, inutilmente.
Nell'agosto Nelson tornò in patria, e riprese il mare, a
bordo della nave ammiraglia HMS Victory, il 14 settembre; nel
frattempo era giunta notizia che Villeneuve era salpato per Cadice,
dopo aver raccolto nuove forze.
Il 28 settembre Nelson raggiunse il grosso della flotta inglese al
largo di Cadice e, dopo aver lasciato alcune navi a controllare di
nascosto i movimenti degli avversari, si ritirò oltre
l'orizzonte.
Svolgimento
Il 20 ottobre 1805 la flotta congiunta comandata dall'ammiraglio
Pierre de Villeneuve salpò da Cadice diretta a Cartagena
inseguita dalle fregate inglesi che tenevano informato Nelson. La
manovra fu lenta e imprecisa a causa della fitta nebbia e del vento
contrario che la squadra dovette affrontare.
Le trentatrè navi franco-spagnole si trovarono così,
all'imbrunire, sparse a distanza di circa un decimo di miglio (ca
180 metri) l'una dall'altra su un'area di circa quattro miglia di
mare, al largo di Capo Trafalgar.
Alle 6:20 del 21 ottobre 1805 Villeneuve ordinò che la flotta
si disponesse in linea di combattimento. Nel medesimo frangente
Nelson operò un cambio di strategia, ovvero invece di
attaccare con una formazione divisa in tre colonne come
precedentemente ipotizzato, scelse di disporre le navi inglesi su
due colonne, una comandata dal suo vice, il vice-ammiraglio
Collingwood, a bordo del Royal Sovereign, l'altra dalla Victory,
comandata da egli stesso. La manovra (il cosiddetto Tocco di
Nelson[1]), decisamente inusuale rispetto al tradizionale
schieramento a linea di fila, rappresenta l'idea geniale
dell'ammiraglio inglese: il principale svantaggio stava nell'estrema
vulnerabilità delle navi ammiraglie e di quelle a seguire,
che volontariamente si ponevano in una posizione detta in gergo
militare a T, sottoposte al fuoco incrociato di tutta la flotta
nemica; di contro, il vantaggio certo era la possibilità di
ogni nave di sparare con tutti i pezzi, al contrario dei
franco-spagnoli, costretti a utilizzare un solo fianco. Alle 11.30
iniziò la vera e propria battaglia, Nelson fece issare il
famoso segnale:"L'Inghilterra si aspetta che ogni uomo faccia il suo
dovere". A mezzogiorno circa i cannoni della Fougueux tuonarono sul
mare, aprendo il fuoco incrociato delle navi francesi e spagnole
contro le navi in testa alle due colonne Inglesi. Nonostante il
fitto cannoneggiamento, la Victory e la Royal Sovereign avanzarono
inarrestabili riuscendo a incunearsi negli intervalli della lunga
fila, scatenando una mischia furiosa e riducendo così
l'inferiorità numerica. Nonostante l'inizio della battaglia,
violentissimo, sembrasse già favorevole agli inglesi, lo
scontro infuriò per oltre cinque ore e i marinai delle tre
nazioni si batterono con grande valore. Alle 13.30 circa Nelson fu
ferito sul ponte della Victory, colpito da un tiratore scelto
Francese che sparò e il colpo gli perforò il polmone;
morì dopo due ore. Ma la sua insegna non venne ammainata per
tutta la durata della battaglia, per non demoralizzare i marinai
inglesi. Poco dopo le 14.00 l'ammiraglia francese Bucentaure,
semidistrutta e con a bordo l'ammiraglio Villeneuve e tutto il suo
stato maggiore, si arrese agli inglesi.
Perdite
I franco-spagnoli persero complessivamente 19 navi (una affondata,
18 catturate, compresa la Santísima Trinidad, nave ammiraglia
della flotta spagnola); i francesi ebbero 3.373 morti e 1.155
feriti, gli spagnoli circa 3.000 tra morti e feriti (compreso
l'ammiraglio Gravina, che morì qualche tempo dopo). Le navi
britanniche subirono danni gravi (compresa la Victory), ma nessuna
andò perduta; i morti inglesi furono 449 (compreso
l'ammiraglio Nelson), i feriti 1.246.
Conseguenze
La vittoria britannica di Trafalgar chiuse definitivamente il
secolare duello anglo-francese per il controllo degli oceani:
Napoleone dovette rinunciare all'invasione della Gran Bretagna, che
diventò la padrona assoluta dei mari fino alla Prima Guerra
Mondiale. L'ammiraglio Nelson fu celebrato dagli Inglesi come un
eroe nazionale; l'ammiraglio Villeneuve, liberato alla fine della
guerra della terza coalizione, si suicidò per non dover
affrontare l'ira di Napoleone.
Note
1. Guido Gerosa, Napoleone, un rivoluzionario
alla conquista di un impero, Mondadori 1995 : fino a quel momento le
flotte avevano combattuto in linee formali di battaglia, manovrando
in linea retta e convergendo una di fronte all'altra. Ogni nave si
sceglieva l'avversaria e la vittoria dipendeva dal duello delle
rispettive artiglierie. Ma Nelson sapeva di essere in
inferiorità numerico e quindi decise di formare tre linee,
una di sedici comandata da lui stesso, un'altra di sedici al comando
di Lord Collingwood e una squadra d'avanguardia con le otto navi
più veloci. Così avrebbe operato agilmente rompendo la
retroguardia del nemico e frantumandone il centro