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I gesuiti vennero chiamati in Paraguay nel 1585 dal vescovo di
Tucumán per evangelizzare i Guaraní che, dinanzi
all'avanzata degli spagnoli, si erano ritirati a est del
Paraná, nelle zone delle Pampas e del Chaco. Inizialmente
l'azione dei gesuiti fu poco efficace per vari motivi (il metodo
adottato della missione itinerante, il carattere nomade della
popolazione, i cacciatori di schiavi), così il preposito
generale Claudio Acquaviva suggerì ai missionari la creazione
di colonie stabili di indios, lontane dai centri abitati spagnoli
(al sicuro, quindi, dall'influsso dei costumi coloniali e dai
cacciatori di schiavi). Sorsero così le prime reducciones (o
riduzioni), approvate dalla Corona spagnola ma ostacolate dai
coloni, dei piccoli villaggi fortificati autonomi a struttura
teocratica che, grazie alle attività agricole introdotte dai
gesuiti (coltivazione del cotone, del mate), godettero una certa
prosperità.
Le reducciones del Paraguay, tra il 1610 e il 1640 circa, di
diffusero fino a comprendere gli indios della provincia brasiliana
di Tapes e andarono a costituire quasi una repubblica indipendente
(il cosiddetto "stato gesuita del Paraguay"), suscitando
l'ostilità delle locali autorità ecclesiastiche e
coloniali (tanto che Filippo IV di Spagna autorizzò gli
indigeni a munirsi di armi da fuoco). Tra il 1628 e il 1635 i
portoghesi del Brasile attaccarono le reducciones che, alla fine del
conflitto, nel 1641 erano ridotte a una trentina, con circa 150.000
indios cristiani.