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Scolastica è il termine con il quale comunemente si definisce
la filosofia cristiana medioevale, in cui si sviluppò quella
scuola di pensiero detta anche scolasticismo.
Origini e suddivisione in periodi
Dal greco scholastikos (che significa letteralmente "educato in una
scuola", "istruito"), la filosofia scolastica cercava di conciliare
la fede cristiana con un sistema di pensiero razionale, specialmente
quello della filosofia greca. Il "periodo scolastico" si riferisce
soprattutto al medio e basso Medioevo in Occidente, quando il
Cristianesimo conosce una rinascita intellettuale ed è
sfidato dal pensiero razionale dell'Islam.
Cronologicamente, esso copre il periodo che va dall'VIII secolo al
Rinascimento. Si suddivide in:
*Epoca pre-scolastica (dall'VIII secolo al IX
secolo) con la fondazione della scola Palatina diretta prima da
Alcuino e in seguito da Giovanni Scoto Eriugena;
* Alta Scolastica (dall'X secolo al XII secolo) la cui
figura di spicco fu Anselmo d'Aosta, a cui seguirono altri come
Pietro Abelardo;
* Bassa Scolastica, ossia il periodo d'oro coincidente
con il XIII secolo, grazie alla diffusione del pensiero di Alberto
Magno e Tommaso d'Aquino, a cui si contrappone specularmente quello
di Bonaventura;
* Tarda Scolastica, collocabile dopo Duns Scoto, il cui
principale esponente fu Guglielmo di Ockham.
La scolastica ebbe origine dall'istituzione delle scholae, ossia di
un sistema scolastico-educativo diffuso in tutta Europa, e che
garantiva una sostanziale uniformità di insegnamento. Esso fu
il primo, e forse unico, sistema scolastico organizzato su vasta
scala della storia dell’Occidente. Era stato Carlo Magno a volerlo,
il quale, dando avvio alla "rinascita carolingia", aveva fondato ad
Aquisgrana la Schola palatina, per favorire l'istruzione delle genti
e la diffusione del sapere allo scopo di dare unità e
compattezza al Sacro Romano Impero. A tal fine si era servito dei
monaci benedettini, i quali avevano salvaguardato la cultura dei
classici tramite la ricopiatura dei testi antichi, non solo di
quelli religiosi ma anche scientifici e letterari: le loro abbazie
divennero così i centri del nuovo sapere medievale.
Gli insegnamenti erano divisi in due rami:
* l'arte del trivio (ovvero il complesso delle materie
letterarie);
* l'arte del quadrivio (il complesso delle materie
scientifiche).
Preposto all'insegnamento di queste arti cosiddette "liberali" era
anticamente lo Scholasticus, a cui in seguito si affiancò un
Magister artium, di grado superiore, esperto in teologia. Le lezioni
si svolgevano dapprima nei monasteri, poi progressivamente nelle
scuole annesse alle cattedrali, e infine nelle università.
Caratteristiche e metodi
Il carattere fondamentale della filosofia scolastica consisteva
nell'illustrare e difendere le verità di fede con l'uso della
ragione, verso la quale si nutriva un atteggiamento positivo. A tal
fine, essi privilegiarono la sistematizzazione del sapere già
esistente rispetto all'elaborazione di nuove conoscenze.
L'intento degli scolastici era quello di sviluppare un sapere
armonico, integrando la rivelazione cristiana con i sistemi
filosofici del mondo greco-ellenistico, convinti della loro
compatibilità, e anzi vedendo nel sapere dei classici, in
particolare dei grandi pensatori come Socrate, Platone, Aristotele,
Plotino, una conferma dei dogmi cattolici.
Sulla base del rapporto tra fede e ragione che essi intravedevano
nei testi greci, essi erano convinti di poter contrastare le tesi
eretiche e cercavano di convertire gli atei.
Dallo studio dei testi greci nasce il problema degli universali
(cioè del logos, della forma) che viene sviluppato in modi
differenti per tutta la scolastica.
* forma ante rem: l'essenza è prima della
realtà (o della materia) come ritenevano Platone e Agostino
d'Ippona;
* forma in re: l'essenza al di fuori della materia non
ha alcun senso, come insegnava Aristotele;
* forma post rem: un semplice nome, ovvero
convenzione che deduciamo dall'analisi delle caratteristiche di una
serie.
Tommaso, sulla scorta di Boezio, riteneva che gli universali
esistessero sia ante rem come Idea nella mente di Dio, sia in re
come forma delle varie realtà, sia post rem come concetto
formulato nella mente dell'uomo.
A Tommaso, sostanzialmente fautore di un indirizzo filosofico
realista, si contrapposero i sostenitori del nominalismo, secondo
cui l'universale era solamente un flatus vocis, cioè appunto
un nome e nient'altro.
Poiché del resto la scolastica si sviluppò in varie
scholae europee e quindi in realtà diverse, era inevitabile
che in ogni schola, avendo esse differenti esigenze e
finalità, i pensieri e i metodi acquistassero caratteristiche
diverse. Vi erano quindi scholae più vive e attive dove
spesso si accendevano contrasti tra gli intellettuali più
conservatori e i maestri d'arte, i più innovativi.
Gli scolastici svilupparono in tal modo un peculiare metodo di
indagine speculativa, noto come quaestio, basato sul commento e la
discussione dei testi all'interno delle prime università. I
vari dibattiti, tuttavia, dovevano seguire delle regole e dei
riferimenti precisi, tra i quali vi era in particolare la logica
formale di Aristotele. Valevano poi le auctoritas, che erano
rappresentate dagli scritti dei Padri della Chiesa (filosofia
patristica), dai testi sacri, e da scritti della tradizione
cristiana.
Le auctoritates erano, in sostanza, la decisione di affidarsi ad una
voce ufficiale e decisa dai concili, per cui esisteva l'auctoritas
in campo medico (Galeno), quella in campo metafisico (Aristotele) e
quella in campo astronomico (Tolomeo).
Come già aveva fatto notare Scoto Eriugena, però, non
era la ragione a fondarsi sull'autorità, ma l'autorità
a fondarsi sulla ragione: gli Scolastici così mantennero
sempre una forte coscienza critica verso le fonti del loro
sapere. Sarà il declino della fiducia nella ragione, a
partire da autori come Guglielmo di Ockham, che porterà alla
fine della Scolastica e dello stesso Medioevo.
La Scolastica e la scienza
La filosofia scolastica era particolarmente incentrata sullo studio
del dogma religioso cristiano ma non solo. Gli scolastici diedero
infatti un forte impulso anche allo sviluppo della scienza. Roger
Bacon, ad esempio, pur restando fedele al metodo aristotelico, si
occupò di filosofia della natura, basandosi sulle
osservazioni degli eventi, e contestando alcuni elementi
anti-scientifici del pensiero greco.
Nel XII - XIII secolo, nell'ambito degli studi teologici che si
tenevano nelle prime Università europee come Bologna, Parigi,
Oxford, si svilupparono così diverse ricerche sulla natura,
ovvero sul creato considerato opera di Dio, che avrebbero dovuto
portare all'intelligibilità dell'opera di Dio creatore. Per i
filosofi della natura del XII - XIII secolo la creazione era come un
libro che andava letto e compreso, un libro che conteneva leggi
naturali immutabili decise da Dio al momento della creazione. Tali
studiosi pensavano che conoscere quelle leggi naturali avrebbe
portato ad una conoscenza capace di avvicinare sempre più a
Dio. In quest'ambito valevano come auctoritas anche filosofi
dell'epoca greca e persino pensatori di origine islamica.
Oltre alla scienza, il metodo scolastico venne anche applicato agli
studi di diritto, almeno a partire da Raniero Arsendi in avanti.
Sviluppi successivi
Dopo il periodo d'oro, la scolastica conobbe un periodo di lenta
decadenza, a causa della perdita dell'unità teologica dei
Cristiani dopo la fine del Medioevo.
Il termine "scolastico" assunse da allora una connotazione a volte
negativa. Per l'abitudine di affidarsi a un sistema già
collaudato per giustificare le proprie tesi, ogni filosofia, anche
moderna o contemporanea, che utilizzi e si appoggi su una teoria
filosofica già esistente, accordando la propria fede con la
razionalità e l'investigazione filosofica, viene
perciò definita scolastica.
Si ebbero tuttavia alcuni periodi di rinascita, durante il XIV e il
XVI secolo in Spagna, con il domenicano Francisco de Vitoria, e il
gesuita Francisco Suárez.
Contemporaneamente si può parlare anche di scolasticismo
protestante, come di un metodo di pensiero sviluppatosi nelle prime
fasi del protestantesimo, che si consolidò durante il XVII
secolo, diventando particolarmente diffuso nella creazione di
sistemi teologici protestanti come il calvinismo. Benché i
maggiori Riformatori protestanti attaccassero la scolastica
medioevale per sostenere la completa adesione alle sole Sacre
Scritture, si dimostrò impossibile purgare la teologia da
metodi e atteggiamenti scolastici, o evitare conflitti che non
implicassero complicati ragionamenti teologici ed interpretazioni
bibliche.
In seguito, nel XIX secolo, con l'enciclica Aeterni Patris del 1879,
papa Leone XIII promosse negli ambienti cattolici un movimento di
ritorno alla filosofia scolastica, che venne detto perciò
neoscolastico. I maggiori pensatori neoscolastici furono Jacques
Maritain ed Etienne Gilson, i quali si proposero di rivalutare la
metafisica difendendola dai giudizi negativi del positivismo allora
imperante. D'altro lato, combatterono le istanze idealistiche
eccessivamente incentrate sul soggetto proprie delle filosofie di
Cartesio e di Kant, in favore di una rivalutazione del realismo.
Nel Novecento infine, da alcune parti venne riconosciuto alla
scolastica un ruolo positivo e fondamentale per aver contribuito a
costruire l'ossatura culturale dell'Europa. Lo scrittore tedesco
Hermann Hesse, ad esempio, manifestava grande ammirazione per il
modo in cui l’istruzione medievale veniva organizzata e gestita
armoniosamente all’interno della scolastica. Nel suo romanzo
intitolato Il gioco delle perle di vetro egli immaginò un
sistema di studi, denominato “Castalia” e da lui collocato in un
ipotetico futuro, che ricalcava quello della scolastica dei secoli
d’oro: in esso si svolgeva la vita e l’educazione dei giovani
destinati a preservare e coltivare armonicamente il sapere e lo
spirito delle culture del passato.
Filosofi Scolastici
Alta scolastica (ca. 1000 - 1200):
Anselmo d'Aosta
Guglielmo di Champeaux
Roscellino
Pietro Abelardo
Guglielmo di Conches
Gilbert de la
Porrée
Pietro Lombardo
Ugo di San Vittore
Bassa scolastica (1200 - 1300, Secolo d'Oro):
Roberto Grossatesta
Ruggero Bacone
Alberto Magno
Tommaso d'Aquino
Bonaventura da Bagnoregio
Boezio di Dacia
Duns Scoto
Tarda scolastica (1300 - ca. 1400):
Marsilio da Padova
Guglielmo di Ockham
Giovanni Buridano
Nicola d'Oresme
Antonino Pierozzi