Wikipedia
La Scapigliatura fu un movimento artistico e letterario sviluppatosi
nell'Italia settentrionale a partire dagli anni sessanta
dell'Ottocento; ebbe il suo epicentro a Milano e si andò poi
affermando in tutta la penisola. Il termine, che si impose nel corso
degli anni cinquanta dell'Ottocento, è la libera traduzione
del termine francese bohème (vita da zingari), che si
riferiva alla vita disordinata e anticonformista degli artisti
parigini descritta nel romanzo di Henri Murger Scènes de la
vie de bohème (1847-1849).
Gli scapigliati erano animati da uno spirito di ribellione nei
confronti della cultura tradizionale e il buonsenso borghese. Uno
dei primi obiettivi della loro battaglia fu il moderatismo della
cultura ufficiale italiana. Si scagliarono sia contro il
Romanticismo italiano, che giudicavano languido ed esteriore, sia
contro il provincialismo della cultura risorgimentale. Guardarono in
modo diverso la realtà, cercando di individuare il nesso
sottile che legava quella fisica a quella psichica. Di qui il
fascino che il tema della malattia esercitò sulla loro
poetica, spesso riflettendosi tragicamente sulla loro vita che, come
quella dei bohémiens francesi, fu per lo più breve.
La Scapigliatura - che non fu mai una scuola o un movimento
organizzato con una poetica comune precisamente codificata in
manifesti e scritti teorici - ebbe il merito di far emergere per la
prima volta in Italia il conflitto tra artista e società,
tipico del romanticismo europeo: il processo di modernizzazione
post-unitario aveva spinto gli intellettuali italiani, soprattutto
quelli di stampo umanista, ai margini della società, e fu
così che tra gli scapigliati si diffuse un sentimento di
ribellione e di disprezzo radicale nei confronti delle norme morali
e delle convinzioni correnti che ebbe però la conseguenza di
creare il mito della vita dissoluta ed irregolare (il cosiddetto
maledettismo).
Negli scapigliati si forma una sorta di coscienza dualistica (una
lirica di Arrigo Boito si intitola appunto Dualismo) che sottolinea
lo stridente contrasto tra l'"ideale" che si vorrebbe raggiungere e
il "vero", la cruda realtà, descritta in modo oggettivo e
anatomico. Si sviluppa così un movimento che richiama
innanzitutto i modelli tipicamente romantici tedeschi di E.T.A.
Hoffmann, Jean Paul, Heinrich Heine, e francesi, in special modo
Charles Baudelaire.
Il termine "scapigliatura" venne utilizzato per la prima volta da
Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti) nel romanzo La
Scapigliatura e il 6 febbraio (1862).
« In tutte le grandi e ricche città del mondo
incivilito esiste una certa quantità di individui d'ambo i
sessi v'è chi direbbe una certa razza di gente - fra i venti
e i trentacinque anni non più; pieni d'ingegno quasi sempre,
più avanzati del loro secolo; indipendenti come l'aquila
delle Alpi, pronti al bene quanto al male, inquieti, travagliati,
turbolenti - i quali - e per certe contraddizioni terribili fra la
loro condizione e il loro stato, vale a dire fra ciò che
hanno in testa, e ciò che hanno in tasca, e per una loro
maniera eccentrica e disordinata di vivere, e per... mille e mille
altre cause e mille altri effetti il cui studio formerà
appunto lo scopo e la morale del mio romanzo - meritano di essere
classificati in una nuova e particolare suddivisione della grande
famiglia civile, come coloro che vi formano una casta sui generis
distinta da tutte quante le altre. Questa casta o classe - che
sarà meglio detto- vero pandemonio del secolo,
personificazione della storditaggine e della follia, serbatoio del
disordine, dello spirito d'indipendenza e di opposizione agli ordini
stabiliti, questa classe, ripeto, che a Milano ha più che
altrove una ragione e una scusa di esistere, io, con una bella e
pretta parola italiana, l'ho battezzata appunto: la Scapigliatura
Milanese"»
Altri importanti esponenti del movimento scapigliato furono Vittorio
Imbriani, Giovanni Camerana, Iginio Ugo Tarchetti, Carlo Dossi,
Arrigo Boito ed Emilio Praga; in campo artistico lo scultore
Giuseppe Grandi e i pittori Tranquillo Cremona, Mosè Bianchi,
Daniele Ranzoni; in campo musicale lo stesso Boito (che fu
compositore e librettista), Franco Faccio, Alfredo Catalani e
Amilcare Ponchielli. Anche Giacomo Puccini mosse i suoi primi passi
all'interno del mondo della Scapigliatura.
La posizione della Scapigliatura nella storia culturale
dell'Ottocento è quella di una sorta di crocevia
intellettuale, attraverso cui filtrano correnti di pensiero, forme
di letteratura straniera e temi letterari che contribuiscono a
rinnovare e togliere l'alone di provincialismo dal clima culturale
italiano.
Gli scapigliati con il loro culto del vero, e con l'attenzione a
ciò che è patologico e deforme, e con il loro
impietoso proposito di analizzarlo come anatomisti, introducono in
Italia il gusto del nascente Naturalismo.