Salvator Gotta

 

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Salvator Gotta (Montalto Dora, 18 maggio 1887 – Rapallo, 7 giugno 1980) è stato uno scrittore italiano.

Laureato all'Università di Torino, esordì nella produzione letteraria con Pia, del 1912, La porta del cielo, del 1913, Ragnatele, del 1915, anno in cui si arruolò volontario fra gli alpini. Da questa esperienza trasse nel 1926 il romanzo per ragazzi Il Piccolo Alpino, che ebbe grande successo.

Aderì subito al fascismo e nel 1925 fu autore del testo dell'inno ufficiale fascista "Giovinezza". Il piccolo alpino Giacomino Rasi divenne così un piccolo squadrista ne l'Altra guerra del piccolo alpino, del 1935, e infine un Piccolo legionario in Africa Orientale nel 1938.

Modificando ulteriormente i versi dell'inno goliardico di Nino Oxilia, Giovinezza, che era già divenuto l'inno dei nazionalisti di Filippo Corridoni, consegnò al regime l'inno ufficiale del Partito fascista, che esaltò in diverse opere, come Mistica Patria, del 1932.

Scrisse anche sceneggiature per il cinema e opere teatrali come Mille lire, del 1923 e La damigella di Bard, del 1936. Continuò a scrivere, anche nel dopoguerra, romanzi di evasione, ormai dimenticati.

Divenne popolarissimo tra gli adolescenti negli anni '60 e '70 perché teneva una rubrica di domande e risposte sul settimanale a fumetti Topolino e per i suoi romanzi storici sul Risorgimento.

Fu influenzato dai veristi e da Antonio Fogazzaro. A Fogazzaro, Giacosa e a Gozzano dedicò un suo libro autobiografico, Tre maestri (1976). La sua autobiografia è contenuta nel libro L'almanacco di Gotta, Mondadori.