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Ferdinando Russo (Napoli, 25 novembre 1866 – Napoli, 30 gennaio
1927) è stato un poeta e autore di canzoni napoletane
italiano.
Biografia
Figlio di Gennaro, ufficiale del dazio, e di Cecilia De Blasio, non
completò gli studi ed entrò come correttore di bozze
alla Gazzetta di Napoli, fondando nel 1886 Il Prometeo, un periodico
letterario e poi, abbandonato il giornale, entrando a lavorare al
Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Si impose come giornalista per la vita quotidiana della
città, che descrisse nei suoi articoli oltre che nelle sue
poesie, ma ebbe successo anche nel mondo della canzone prima come
autore di svariate macchiette come 'O cantastorie e L'elegante,
(quest'ultima interpretata dal cantante molto in voga in quel
periodo, Nicola Maldacea) e poi raggiungendo la celebrità con
la canzone Scetate (1887).
Avviò una proficua collaborazione con alcuni musicisti come
Mario Pasquale Costa, Salvatore Gambardella, Rodolfo Falvo, Vincezo
Valente ed Emanuele Nutile, con i quali produsse canzoni napoletane
di successo come Mamma mia che vuò sapè, Serenata a
Pusilleco, Tammurriata Palazzola.
Non andò mai d'accordo con Salvatore Di Giacomo del quale fu
anzi rivale, fu criticato sovente da Benedetto Croce, ma ammirato da
Giosuè Carducci che volle incontrarlo nel 1891 a Napoli.
Nel 1902 sposò a Bologna Elisa Rosa Pennazzi, ma il
matrimonio, anche a causa della ossessiva gelosia della donna,
naufragò.
Tra le sue raccolte poetiche vanno ricordate, in ordine di
pubblicazione: Poesie napoletane (1910), Villanelle napoletane
(1933) e la postuma Suspiro 'e Pulcinella.
Morì nel 1927 nella sua casa di Via Cagnazzi, mentre scriveva
i versi di una nuova canzone napoletana. Nonostante i contrasti
avuti in vita, alla sua morte apparirono a firma di Salvatore Di
Giacomo su "il mezzogiorno", quotidiano napoletano, queste
commoventi battute " O mio caro, amatissimo Ferdinando, addio
dunque: addio, fratello mio generoso e buono; addio, sincero amico,
eterno fanciullo a cui sorrise l’eterna poesia."
Opere
Scètate (1887; Musica: Mario Costa;
Edizione: Società Musicale Napoletana)
Serenatella nera (1899; Salvatore Gambardella e
Eduardo Di Capua; Casa Editrice Ferdinando Bideri)
Mamma mia che vò sapè' (1919;
Musica: Emanuele Nutile; Edizione: Izzo)
La camorra. Origini, usi, costumi e riti
dell'annorata soggietà, (Coautore: Ernesto Serao), Biblioteca
Varia Bideri, 1907
Poesie napoletane (1910)
'O Luciano d'o Rre, Editore Bideri (1910)
Quanno tramonta ‘o sole (1911; Musica: Salvatore
Gambardella)
Luciella Catena - 1920
'O Surdato 'e Gaeta, Editore Bideri
Villanelle napoletane (1933)
Suspiro 'e Pulcinella