Luigi Russo

 

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Critico letterario, nato a Delia (Caltanissetta) il 29 novembre 1892. Decorato al valore nella guerra italoaustriaca, insegna dal 1934 letteratura italiana nell'università di Pisa; disciplina che dal 1923 al 1934 aveva insegnato nell'Istituto superiore di magistero di Firenze.

Diresse dal 1925 al 1929 il Leonardo e negli anni 1930-31 La Nuova Italia, da lui fondata: ambedue riviste d'informazione bibliografica ma anche di vivace polemica.

Dal 1937 dirige la collana degli Scrittori d'Italia del Laterza.

I discorsi sulla Vita e disciplina militare (Milano 1917; 4ª ed., Firenze 1934) nascono da un'esigenza etica che, sempre viva nel R., più tardi si manifesterà soprattutto nel volume su F. De Sanctis e la cultura napoletana (Venezia 1928) e nei varî scritti adunati nell'Elogio della polemica (Bari 1933).

Dalle monografie sul Metastasio (Pisa 1915; 2ª ed., Bari 1921), sul Verga (Napoli 1920; 2ª ed., Bari 1934) e sul Di Giacomo (Napoli 1921) - le quali due ultime tendono alla rivalutazione degli scrittori "provinciali"; cfr. anche Abba e la letteratura garibaldina dal Carducci al D'Annunzio, 1925 (rist. Palermo 1931) -, il R. passa alla "guida" criticobibliografica sulla letteratura narrativa dal 1860 in poi, I narratori (Roma 1923), che apre la via a una seconda fase della sua attività, caratterizzata da interessi di erudizione letteraria e di polemica militante.

Importanti i saggi compresi in Problemi di metodo critico (Bari 1929) e in Ritratti e disegni storici (ivi 1937), che fanno valere, contro la critica estetica astrattamente intesa, l'esigenza di un "integrale storicismo", che valuti positivamente anche le espressioni sentimentali e letterarie di uno scrittore, e non solo quelle poetiche; anche la non-poesia ha diritto di storia.

Cfr. anche gli scritti sul Machiavelli, "artista eroe della tecnica pura" (Ritratti, cit.), e sul suo teatro (in Rivista del dramma, settembre 1937-gennaio 1938), e particolarmente quelli su Manzoni (Ritratti, cit.) e i commenti relativi alle Liriche e tragedie e ai Promessi Sposi (Firenze 1932 e 1935); i saggi sul D'Annunzio, raccolti in D'Annunzio, saggi tre (ivi 1938); e quelli su 25 novelle del Decameron (ivi 1938).

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Wikipedia

Luigi Russo (Delia, 29 novembre 1892 – Marina di Pietrasanta, 14 agosto 1961) è stato un critico letterario italiano.

Biografia

Frequentato il liceo a Caltanissetta, divenne allievo della Scuola Normale Superiore tra il 1910 e 1914. Successivamente prese parte alla prima guerra mondiale, verso la quale nutrì un "ingenuo entusiasmo" per i risvolti patriottici ai fini del completamento dell’unificazione territoriale italiana. Nell’immediato dopoguerra assume la cattedra di Italiano e Latino al Collegio Militare della Nunziatella a Napoli.

Giunge con grande celerità la pubblicazione della sua tesi di laurea su Metastasio nel 1915, ma l’incipit della sua carriera si ha nel 1920: anno in cui esce il "saggio su Verga". Verga resterà sempre tra i suoi interessi, tanto che nel 1952, nel volume "il tramonto del letterato", troviamo un intervento su "Verga poeta della povera gente".

Comincia proprio nel 1920-1925 la prima e compiuta definizione del suo indirizzo critico-letterario: successivamente al saggio su Verga, nel quale attacca la letterarietà in nome della concezione del "poeta primitivo", emerge già matura la sua posizione verso Benedetto Croce, con il quale scambiò un nutrito carteggio, confermando la distinzione tra poesia e non-poesia, ma completandola con il contesto e il mondo dello scrittore, sia sociale che culturale. Dunque dà molta importanza alla storia, riferendosi chiaramente alla critica di Francesco De Sanctis e inaugurando il suo storicismo integrale. Ridefinisce la nozione di poetica come cerniera tra poesia e non-poesia e applicandola nei suoi studi sui principali autori italiani: Manzoni, Alfieri, Foscolo, Leopardi, raccolti in "Ritratti e disegni storici".

Nel 1925 ottiene la cattedra di letteratura italiana alla facoltà di magistero di Firenze e nel 1934 alla facoltà di Lettere di Pisa, dove avrà tra i suoi allievi tra gli altri Giovanni Getto, Walter Binni, Ettore Bonora. Dopo i notevoli studi metodologici si concentra su Alessandro Manzoni e I promessi sposi che vengono riabilitati a poesia dopo le notevoli discriminazioni crociane.

Continua appassionato lo studio sulla cultura ottocentesca napoletana la quale veniva ad assumere un chiaro significato politico. Prende corpo il suo antifascismo "utile e indisturbato" condiviso con illustrissimi colleghi. Esso si consolida nel saggio su Niccolò Machiavelli, opponendosi alla moda del regime di rappresentare se stesso come il movimento che aveva da tempo attuato gli ideali machiavellici ed invece, sul piano letterario, conferma un Machiavelli "artista della politica".

Assume nel 1943 e dal 1944 al 1946 la direzione della Scuola Normale di Pisa e si conferma uno dei più lucidi e arguti attori della cultura del tempo. Aveva collaborato alla rivista La nuova Italia e, dal 1925 al 1947, diresse Leonardo. Rassegna bibliografica mensile e infine volle fondare, nel 1946, una propria rivista, Belfagor che si occuperà di critica, storia, politica, filologia e arti figurative. Dalle sue colonne polemizzerà sagacemente e brillantemente coi personaggi di spicco della vita culturale e politica del Paese. E si ergerà sempre a difesa della cultura libera. La fase finale della sua attività sarà rivolta più a studi dedicati alla dialettica.

Soddisfatto della tranquillità della vita a Pisa, trascorrerà attivamente gli ultimi anni, anche in senso politico: fedele alla sua impostazione laica e liberale, non accettò mai il clima politico di monopolio democristiano, arrivando a candidarsi come indipendente nelle liste del PCI in Sicilia alle elezioni politiche del 1948.