www.treccani.it
Economista, giurista e uomo politico (Carrara 1787 - Roma 1848).
Liberal-moderato, fu nominato da Pio IX ministro dell'Interno e
della Polizia, con l'interim delle Finanze, nel governo formato nel
settembre 1848. Il suo tentativo di laicizzare il dominio temporale
gli attirò l'ostilità tanto dei reazionari quanto dei
democratici; venne ucciso in un attentato.
Vita e attività.
Insegnò all'Accademia calvinista di Ginevra; assunta la
cittadinanza svizzera (1820), fu deputato al Consiglio
rappresentativo (1820-33) e nel 1831 ebbe dalla Dieta federale
l'incarico di redigere un progetto di revisione costituzionale
(Patto R.), che fu però respinto. Nel 1833 accettò la
cattedra di economia politica al Collegio di Francia a Parigi, poi
alla Sorbona quella di diritto costituzionale (1834); divenuto
cittadino francese, svolse intensa attività
politico-legislativa e fu convinto sostenitore della politica di F.
Guizot, che nel 1845 gli affidò la missione di negoziare a
Roma l'espulsione dei gesuiti dalla Francia; per il successo
conseguito fu nominato conte ed ebbe l'incarico di ambasciatore
presso lo Stato pontificio.
Persa la carica con la proclamazione in
Francia della seconda repubblica (1848), rimase a Roma; Pio IX lo
volle nel governo formato nel settembre 1848, in cui assunse il
ministero dell'Interno, della Polizia e l'interim delle Finanze; il
suo programma di governo liberal-moderato, impegnato nel tentativo
di laicizzare il dominio temporale e contrario alla ripresa della
guerra, suscitò ostilità tanto negli ambienti
reazionari quanto tra i democratici; rigidi provvedimenti di polizia
voluti da R. acuirono le tensioni, ed egli rimase vittima di un
attentato alla riapertura del Parlamento.
Opere principali: Cours
d'économie politique (1829-41); Traité de droit
pénal (1829); Mélanges d'économie politique,
d'histoire et de philosophie (post., 1857); Cours de droit
constitutionnel (post., 4 voll., 1866-67).