Nello Rosselli

 

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Biografia a cura di V. Mosca e C. Ceresa

Storico del Risorgimento di formazione laica e socialista, ucciso con il fratello Carlo nel 1937 in Francia su mandato del regime fascista italiano.

Nello Rosselli - all'anagrafe Sabatino Enrico - nasce a Roma il 29 novembre 1900 e muore a Bagnoles-de-l'Orne 9 giugno 1937.
Figlio di Joe e di Amelia Pincherle; sposa Firenze il 22 dicembre 1926 Maria Todesco; figli: Silvia, Paola, Aldo e Alberto.
Formatosi in una famiglia ebrea di salda tradizione liberale, che sin dal Risorgimento aveva consacrato gran parte di sé agli ideali di libertà e solidarietà sociale, Rosselli esordisce nel gennaio 1917 fondando a Firenze, insieme al fratello Carlo, il giornale per studenti "Noi giovani", sul quale scrive con lo pseudonimo di Juvenis.

Nell'ottobre dello stesso anno consegue la maturità classica e, dopo un primo approccio alla Facoltà di Giurisprudenza di Pisa, cambia indirizzo e si iscrive nell'ateneo fiorentino (allora Regio Istituto di studi superiori di Firenze), dove segue i corsi della Sezione di filosofia e filologia e incontra Gaetano Salvemini, che diverrà figura di riferimento culturale e politico.

Arruolatosi come soldato di artiglieria, il 20 aprile 1918 viene inviato a Vigevano per il corso di addestramento; nel dicembre dello stesso anno segue un corso speciale presso la Regia Accademia militare di Torino finito il quale è nominato sottotenente. Nell'aprile del 1919 ritorna a Firenze e riprende gli studi interrotti; sarà congedato definitivamente il 1° novembre 1919.

Nella primavera del 1920 Salvemini, professore di Storia moderna presso l'Ateneo fiorentino, propone a Rosselli una tesi sull'ultimo periodo di Mazzini tra il 1860 e il 1872 e il primo movimento operaio; tra docente e allievo si instaura un rapporto di amicizia e stima che coinvolge anche il fratello Carlo e Ernesto Rossi; in quell'anno Nello e Carlo partecipano agli incontri organizzati dall'avvocato Alfredo Niccoli insieme ad altri intellettuali tra cui Nello Niccoli, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, Piero Jahier. Il gruppo costituisce presto un Circolo di Cultura che espressamente non si definisce con precisi confini politici, ma che anzi sostiene e favorisce il dibattito e la discussione delle più varie correnti di pensiero. I partecipanti si riuniscono la sera a casa dell'avvocato Alfredo Niccoli dove sono spesso ospiti "relatori" Gaetano Salvemini, Riccardo Della Volta, Ludovico Limentani, Arrigo Serpieri, Alessandro Levi; il Circolo di Cultura verrà chiuso il 5 gennaio 1925 dal Prefetto di Firenze "per motivi di ordine pubblico".

Il 21 marzo 1923 Rosselli si laurea all'Università di Pisa con Salvemini sostenendo la tesi Mazzini e il movimento operaio in Italia dal 1861 al 1872 ; lo scritto rielaborato viene pubblicato l'anno seguente nella "Nuova Rivista Storica" con il titolo "La prima Internazionale e la crisi del mazzinianesimo" subito seguito da un altro saggio "Origini del movimento liberale in Italia", in "La rivoluzione liberale".

Nel 1924 Rosselli conosce Maria Todesco. A novembre è tra i firmatari del manifesto dell'Unione nazionale delle forze liberali e democratiche di Giovanni Amendola che propugna l'opposizione al regime "in nome dell'esistenza dello Stato legale". Aderiscono all'appello politici, giornalisti, intellettuali e uomini di cultura come Corrado Alvaro, Ivanoe Bonomi, Corrado Barbagallo, Roberto Bracco, Piero Calamandrei, Felice Casorati, Alberto Cianca, Guido De Ruggiero, Luigi Einaudi, Guglielmo Ferrero, Augusto Graziani, Novello Parafava, Luigi Salvatorelli, Carlo Sforza, Silvio Trentin, Mario Vinciguerra, Giovanni Visconti Venosta; appoggiano la scelta di Rosselli Marion Cave e Ernesto Rossi. Il 3 novembre dello stesso anno interviene al IV Congresso giovanile ebraico di Livorno esprimendo una posizione laica e contraria alle posizioni del sionismo integralista.

Nel gennaio del 1925 esce il primo numero del giornale clandestino "Non mollare", che prende nome da uno slogan lanciato da Rosselli, sostenuto finanziariamente dal fratello Carlo e da Salvemini. A giugno Salvemini viene arrestato per la collaborazione al "Non mollare"; dopo l'udienza del 13 luglio gli è concessa la libertà provvisoria ed egli passa una notte in casa Rosselli prima di partire per il suo esilio in Francia; la sua presenza, segnalata da un delatore, provoca la reazione fascista con la devastazione della casa di via Giusti. Il foglio verrà stampato sino alla "strage di San Bartolomeo" di ottobre in cui vengono uccisi gli antifascisti Pilati, Consolo e Becciolini, e perseguitati molti altri, tra i collaboratori del giornale.
Nel marzo Rosselli è a Berlino dove si ferma sino all'estate svolgendo ricerche presso l'Archivio del Partito socialdemocratico per approfondire il suo lavoro sul movimento operaio; intanto inizia lo studio della figura di Carlo Pisacane e si interessa alle lezioni dello storicista berlinese Friedrich Meinecke.

Dal marzo 1926 collabora alla rivista "Il Quarto Stato" fondata e diretta da Pietro Nenni e Carlo Rosselli (si firma "Uno del terzo Stato") sulla quale il 1 maggio esce con l'articolo "Alessandro Luzio, la Massoneria e l'obiettività degli storici"; il 25 luglio sulla rivista "Critica politica" di Oliviero Zuccarini viene pubblicato il suo articolo "Repubblicani socialisti in Italia".
Il 22 dicembre 1926 sposa Maria Todesco.

Nel 1927 Rosselli, presentando il lavoro su Mazzini e Bakunin - pubblicato quello stesso anno con il titolo Mazzini e Bakounine: dodici anni di movimento operaio in Italia (1860-1872) per i tipi Fratelli Bocca, Torino - vince la borsa di studio della Scuola di storia moderna e contemporanea diretta da Gioacchino Volpe, costituita nell'ambito del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento presieduto da Paolo Boselli e cui collaborano nomi prestigiosi quali Federico Chabod, Carlo Morandi, Walter Maturi ed Ernesto Sestan. Il nuovo impegno indirizza Rosselli allo studio delle relazioni diplomatiche fra Italia e Inghilterra durante il Risorgimento; il frutto delle sue ricerche che lo occupano per diversi anni sarà pubblicato postumo solo nel 1954 (Inghilterra e Regno di Sardegna dal 1815 al 1847, a cura di Paolo Treves, introduzione di Walter Maturi, Einaudi, Torino 1954).

In quanto "individuo pericoloso all'ordine nazionale dello Stato" il 1 giugno 1927 è arrestato a Firenze e condotto alle carceri delle Murate; il 3 giugno è condannato a 5 anni di confino da scontarsi nell'isola di Ustica; dopo aver passato tutto il mese di giugno nelle carceri fiorentine, sosta un giorno nel carcere di Palermo e giunge ad Ustica il 4 luglio.

Il 1 febbraio 1928, per intervento di Gioacchino Volpe e di Enrico Boselli a nome del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento, gli è accordata la libertà condizionale e può lasciare Ustica e riprendere la sua attività di ricercatore in archivi e biblioteche, prima a Palermo, sin verso la metà di marzo, poi a Roma per qualche mese. A novembre si trasferisce con la famiglia a Torino, dove prosegue le ricerche sulla politica inglese in Italia e sulla Destra, e mette mano alla rielaborazione del Pisacane.

Nel luglio 1929 Rosselli e la cognata Marion Rosselli vengono arrestati nei rispettivi luoghi di villeggiatura, Courmayeur e Fiuggi, con l'accusa di complicità nella fuga del fratello Carlo dal confino di Lipari; Rosselli è incarcerato a Frosinone e condannato al confino; sarà inviato a Ustica e dal 27 agosto a Ponza; il 18 ottobre gli viene accordata licenza di tornare a Firenze presso la moglie che deve partorire; il 5 novembre viene "liberato per atto di clemenza del duce".

Nel giugno 1930 parte per Londra, dove in dicembre lo raggiunge anche la moglie Maria, per un soggiorno di un anno; qui si dedica alle ricerche d'archivio per lo studio sulle relazioni diplomatiche tra Italia e Gran Bretagna nel secolo XIX, commissionatogli dall'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea.

Nello stesso anno collabora con l'Enciclopedia Italiana diretta da Gioacchino Volpe redigendo la voce dedicata a Michail Bakunin.
Il 9 giugno 1931 Nello e Maria Rosselli ritornano in Italia dall'Inghilterra e si stabiliscono nella villa L'Apparita a Bagno a Ripoli.
Nel 1932 Rosselli elabora il programma di una "Rivista di storia europea da pubblicarsi possibilmente a Ginevra, in lingua francese, con collaborazione internazionale", cui aveva iniziato a lavorare e a cercare aderenti già dalla fine del 1930, rivista destinata a non realizzarsi.
Nel settembre 1932 licenzia il lavoro Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano, pubblicato per i tipi dei Fratelli Bocca di Torino.
Nell'agosto 1933 partecipa al Congresso internazionale di scienze storiche di Cracovia come rappresentante dell'Italia, su designazione del Comitato nazionale di scienze storiche presso il R. Istituto storico italiano ai ministeri degli Affari esteri e dell'Educazione nazionale.
Nell'agosto 1934 soggiorna in Inghilterra proseguendo le sue ricerche storiche.

Nell'aprile 1936 partecipa alla riunione della Commissione internazionale della storia dei movimenti sociali e del Comitato internazionale delle scienze storiche, che si svolge a Bucarest; quello stesso anno pubblica "La politica inglese in Italia nell'età del Risorgimento" in "Rivista storica italiana" e "Giuseppe Montanelli e il problema Toscano nel 1859" in "Archivio storico italiano".

Il 5 giugno 1937 raggiunge il fratello Carlo - convalescente in seguito a una ferita riportata durante la guerra in Spagna - a Bagnoles-de-l'Orne in Normandia, usufruendo del passaporto rilasciatogli per il viaggio a Bucarest nel 1936; lì il 9 giugno Nello e Carlo vengono assassinati dall'organizzazione fascista francese Cagoule, su mandato del regime fascista italiano; i loro corpi saranno trovati l'11 giugno.
Il 19 giugno si celebrano a Parigi i funerali solenni dei fratelli Rosselli, che verranno sepolti al cimitero Père-Lachaise; la cerimonia è seguita con larga partecipazione non solo dai fuoriusciti italiani, ma anche da tutti i partiti e gruppi antifascisti e dalla folla parigina.
Il 29 gennaio 1945 inizia il processo per l'assassinio dei fratelli Rosselli presso l'Alta Corte di Roma; Amelia, Marion e Maria Rosselli si costituiscono parte civile e nominano avvocati difensori Piero Calamandrei e Alberto Carocci, e procuratori Alberto Cianca ed Emilio Lussu. A conclusione del processo, il 12 marzo viene pronunciata la sentenza di condanna a morte per Filippo Anfuso, all'ergastolo per il generale Mario Roatta (evaso pochi giorni prima della sentenza) e i colonnelli Emanuele e Navale, a 24 anni di reclusione per Jacomoni e Suvich.
Nel 1946 viene pubblicata la raccolta di studi di Rosselli Saggi sul Risorgimento e altri scritti per i tipi di Einaudi.
Il 29 aprile 1951, in occasione del ritorno delle salme di Carlo e Nello Rosselli da Parigi a Firenze per essere tumulate nel cimitero di Trespiano, si svoge a Palazzo Vecchio una solenne commemorazione dei due fratelli; Salvemini tiene il discorso commemorativo alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Nel marzo 1954, viene pubblicato il lavoro di Nello Rosselli, frutto di anni di ricerca, Inghilterra e Regno di Sardegna dal 1815 al 1847 per i tipi di Einaudi.