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Il Partito Comunista degli Stati Uniti d'America (ingl. Communist
Party of the United States of America, noto anche come CPUSA)
è un partito di ispirazione marxista-leninista fondato a
Chicago nel 1919 da Charles Ruthenberg e Louis Fraina.
Sin dall'inizio le autorità attaccarono il partito, i cui
lavori si svolsero in clandestinità (1919-1923). Durante la
Seconda guerra mondiale, il partito seguì la linea stalinista
e fu vietato nel 1954 (Communist Control Act). Il maccartismo prima
e le vittorie di Reagan poi fecero entrare il partito in una grave
crisi, dalla quale sembra essersi faticosamente ripreso solo da poco
tempo.
Oggi, il CPUSA conta circa 15.000 membri. Negli ultimi anni ha
organizzato diverse manifestazioni contro l'invasione
dell'Afghanistan e dell'Iraq da parte degli USA.
Storia del CPUSA
Origini e fondazione
Il primo partito politico socialista degli Stati Uniti è
stato il Socialist Labor Party, costituito nel 1876, che per molti
anni fu una forza vitale nel movimento socialista internazionale.
Dalla metà degli anni Novanta dell'Ottocento, tuttavia, il
SLP passò sotto l'influenza di Daniel De Leon, il cui
anarco-sindacalismo fu molte volte contestato dai membri del
movimento: fu così che avvenne la scissione che portò
l'ala riformista a fondare il Partito Socialista intorno al volgere
del secolo.
Tuttavia anche nel Partito Socialista ci furono dei contrasti
interni tra la corrente moderata e quella massimalista, con
quest'ultima che riusciva, con grande costernazione di molti leader
del partito, ad ottenere un maggiore consenso tra i lavoratori: si
venne quindi a creare uno scostamento politico tra una dirigenza
moderata e una base estremista. Nel gennaio del 1919 Lenin
invitò l'ala sinistra del Partito Socialista Statunitense ad
entrare nel Comintern e ciò contribuì a far emergere
ancor di più le differenze ideologiche tra le due fazioni del
PS.
Durante la primavera del 1919 i massimalisti del PS attuarono una
campagna interna di propaganda che fruttò un referendum
sull'approvazione dell'ingresso nell'Internazionale Comunista che
riscosse l'appoggio del 90% dei membri, ma la leadership del partito
decise d'autorità di invalidare le consultazioni. Nelle
elezioni per la scelta dei membri del Comitato Esecutivo, l'ala
più radicale ottenne 12 seggi su 15 e, forti del risultato
elettorale, iniziarono a espellere dal partito gli esponenti
più moderati. Questi ultimi tuttavia risposero a livello
locale, allontanando dalle direzioni statali alcuni militanti
estremisti: lo scontro, ormai, era al culmine.
Il 30 agosto del 1919 si tenne a Chicago un congresso straordinario
del PS; l'ala sinistra era a un bivio: o forzare la mano e tentare
un controllo diretto del partito (invitando a votare di soppiatto i
delegati radicali precedentemente espulsi) oppure dare vita a una
scissione. John Reed e Benjamin Gitlow supportarono la prima
ipotesi, mentre Charles Ruthenberg e Louis C. Fraina optarono per la
seconda e il 1º settembre essi presenziarono un congresso
indipendente in cui si tenne il battesimo del Partito Comunista
statunitense.
Nel frattempo il piano di Reed e Gitlow andò in frantumi,
perché una soffiata alla polizia portò allo
smascheramento e all'arresto dei delegati rivoluzionari.
Quest'ultimi preferirono, almeno in un primo momento, non aderire al
CPUSA e creare un movimento tutto loro: nacque così, sempre
il 30 agosto, il Partito Comunista Laburista (si noti come erano
presenti nel nome del movimento sia il termine "comunista" che
quello "laburista", teoricamente antitetici nell'ambito
dell'approccio dell'epoca della sinistra verso il potere) con a capo
Alfred Wagenknecht.
La presenza di due partiti comunisti concorrenti, che potevano
contare su circa 12.000 membri, non piacque al Comintern che
invitò i due movimenti a fondersi per creare un partito
comunista unito che seguisse le direttive di Mosca. All'interno del
CPUSA il già citato Ruthenberg e Jay Lovestone accettarono
questa direttiva mentre Nicholas I. Hourwich e Alexander Bittelman,
capi della corrente indipendentista, mostrarono una certa
insofferenza ma dovettero piegarsi a un successivo e ben più
duro richiamo del Comintern: nel maggio del 1921 il CLP
confluì nel CPUSA.
In questi primi anni solo il 5% circa dei membri del partito erano
autoctoni anglofoni[3]: molti militanti infatti erano immigrati che
provenivano dai ranghi dell'Industrial Workers of the World.
La "paura rossa" e la clandestinità (1919-1923)
Fin dalla sua nascita, il Partito Comunista statunitense venne
attaccato dai governi statali e federali e più tardi anche
dall'FBI. Nel 1919, dopo una serie di attentati e omicidi di
funzionari del governo e di giudici (che vennero poi fatti risalire
a militanti anarchici legati a Luigi Galleani), il Dipartimento di
Giustizia guidato dal procuratore generale A. Mitchell Palmer, che
agì in virtù del Sedition Act del 1918, ordinò
l'arresto di migliaia di membri stranieri del partito, molti dei
quali vennero deportati nei loro stati d'origine. Il clima
anticomunista, noto come "paura rossa" o "red scare" in inglese, che
ne seguì costrinse il CPUSA alla clandestinità: i
dirigenti del partito usarono degli pseudonimi e si riunirono
segretamente nel tentativo di sfuggire alle autorità.
Il partito seppe comunque approfittare della clandestinità
per aumentare il numero dei suoi membri finché, nel dicembre
del 1921, risorse come movimento legale cambiando però
temporaneamente nome in Partito dei Lavoratori d'America (Workers
Party of America, WPA). Una parte dei membri del partito comunque
preferirono continuare ad operare in clandestinità (erano
noti come l'"apparato comunista segreto"), riuscendo ad avere
rapporti segreti con il Partito Comunista dell'Unione Sovietica:
ciò consentì al PCUS di cooptare i membri del CPUSA.
Nei primi anni Venti il CPUSA si ingrossò anche in
conseguenza della massiccia immigrazione verso gli Stati Uniti;
moltissimi ebrei provenienti dell'Europa orientale si iscrissero al
partito e alcuni di essi riuscirono ad avere ruoli preminenti. Di
conseguenza si venne a creare una clima antisemita e xenofobo che
portò alla promulgazione della restrittiva Immigration Act
nel 1924. Molti letterati e i mass-media diedero vita a una campagna
anticomunista e antisemita che ebbe il culmine quando Henry Ford
diede alle stampe il volume The International Jew.
Le lotte intestine (1923-1929)
Ora che il "partito aperto", così com'era conosciuto, era
tornato legale i comunisti decisero che la loro prima missione era
quella di ottenere consensi all'interno della classe operaia.
Invitati al V congresso mondiale del Comintern nel 1925 i comunisti
statunitensi sposarono la tesi secondo cui i marxisti-leninisti di
tutto il mondo dovevano, qualora ovviamente si fosse creata
l'opportunità, allearsi con le forze socialdemocratiche
cercando al tempo stesso di inglobarle: il periodo dal 1917 al 1924
aveva rappresentato una recrudescenza della rivoluzione ed era stato
caratterizzato dalla stabilizzazione del capitalismo; pertanto
dall'ottobre in poi i colpi di stato rivoluzionari erano stati
respinti e stessa sorte avrebbero avuto quelli eventualmente tentati
in un futuro prossimo. I comunisti americani intrapresero da quel
momento in poi un duro lavoro di individuazione di possibili
alleati.
Questa ricerca venne resa più difficile da una lotta
intestina al partito. Sorsero due fazioni: una parte del CPUSA si
strinse intorno al segretario nazionale Ruthenberg e a Lovestone
mentre l'opposizione interna guardava principalmente a William Z.
Foster, fondatore e guida del sindacato Trade Union Educational
League, e a James P. Cannon, anch'egli sindacalista e presidente del
gruppo Difesa internazionale del Lavoro.
Mentre Ruthenberg guidava l'ala filo-sovietica, Foster era il
rappresentante della parte movimentista del partito: appassionato
sindacalista, coinvolto nel cosiddetto "Steel Strike" del 1919 e
membro dell'Industrial Workers of the World, aveva contatti con il
Partito Progressista e vedeva di buon occhio i gruppi pro agrari che
stavano sorgendo negli States. Sotto la pressione del Comintern,
tuttavia, il partito ruppe i contatti sia con gli agrari che con i
progressisti e Foster venne invitato a non ostacolare la rielezione
di Ruthenberg alla segreteria. L'ex sindacalista accettò ma
la lotta interna non smise e uno sciopero organizzato nel 1926 dalle
donne lavoratrici di New York fallì anche a causa della
rivalità tra le due fazioni.
Ruthenberg morì nel 1927 e il suo alleato Lovestone gli
succedette come segretario del partito. L'anno seguente Cannon
partecipò al VI Congresso del Comintern sperando di usare i
suoi collegamenti con i vertici dell'Internazionale per
riconquistare il vantaggio contro la fazione di Lovestone. Tuttavia
Cannon e Maurice Spector del Partito Comunista Canadese trovarono
accidentalmente una copia della "Critica al progetto di programma
del Comintern" di Trotsky e leggendola aderirono alle tesi ivi
espresse. Tornato in patria Cannon e i suoi amici Max Shachtman e
Martin Abern, ossia i rappresentanti dell'opposizione di sinistra,
vennero espulsi dal partito con l'accusa di trotskismo e pertanto
diedero vita alla Lega Comunista d'America, sezione statunitense
della Quarta Internazionale.
Nello stesso congresso in cui si decise l'espulsione dei trotskisti,
Lovestone aveva impressionato la dirigenza del Partito Comunista
dell'Unione Sovietica come un forte sostenitore di Nikolaj Bucharin,
il segretario generale del Comintern. Quando nel 1929 fu sconfitto
da Stalin, venendo escluso dal Politburo e rimosso come capo del
Comintern, la posizione di Lovestone si fece molto critica e una
delegazione del Comintern gli chiese di dimettersi da segretario del
partito in favore del suo rivale Foster, nonostante il sostegno
precedentemente ricevuto della stragrande maggioranza dei membri del
partito. Lovestone partì alla volta dell'URSS e fece un
appello al Comintern implorando di rimanere segretario, visto il
consenso di cui godeva, ma Stalin gli rispose che egli aveva la
maggioranza solo perché era visto dai membri come il
rappresentante più filosovietico della dirigenza comunista:
persa questa caratteristica, sarebbe stata persa anche la fiducia
dei militanti.
Lovestone non si piegò e venne successivamente espulso dal
partito insieme a Benjamin Gitlow: teoricamente l'epurazione non
avvenne per la sua insubordinazione all'"uomo d'acciaio" ma
perché aveva pubblicamente sostenuto la tesi secondo cui il
socialismo si sarebbe impiantato pacificamente negli Stati Uniti.
Lovestone e Gitlow fondarono due gruppi pro-Bucharin che aderirono
all'internazionalismo della "destra comunista"; essi tuttavia,
nonostante dei discreti risultati iniziali (avevano più
aderenti rispetto ai trotskisti), entrarono in crisi rapidamente e
sparirono nel 1941.
Il Terzo Periodo (1928-1935)
Gli sconvolgimenti avvenuti nel 1928 dentro il CPUSA erano il
sintomo di un cambiamento molto più significativo avvenuto
dentro la galassia comunista: la decisione di Stalin di interrompere
ogni forma di collaborazione con i partiti socialisti, che erano
ormai definiti "social-fascisti". Questa politica ha avuto
conseguenze particolarmente rilevanti in Germania, dove il Partito
Comunista non solo ha rifiutato di collaborare con l'SPD ma ha anche
attaccato i suoi membri.
Questa politica di solitaria ricerca della via del potere ha avuto
conseguenze negative negli Stati Uniti: nel 1928 il Partito
Comunista poteva contare su circa 24.000 membri, mentre nel 1932 la
cifra era scesa a 6.000 iscritti.
James P. Cannon si oppose alla politica del "Terzo Periodo" di
Stalin e, per tale motivo, fu espulso dal partito. Cannon
fondò successivamente la Lega Comunista d'America con Max
Shachtman e Martin Abern e iniziò a la pubblicazione della
testate The Militant, dalle cui colonne si dichiarò fuori dal
CPUSA in quanto a suo dire la politica stalinista avrebbe aiutato
Hitler a prendere al potere in Germania. A quel punto i tre
fuoriusciti si diedero da fare per promuovere la Quarta
Internazionale.
Tra il 1928 ed il 1935, durante il "Terzo Periodo", lo sforzo
principale del CPUSA fu quello di creare un sindacato indipendente,
la Trade Union Unity League. Foster appoggiò questo
tentativo, nonostante costituisse un'incoerenza rispetto a
ciò che aveva propugnato precedentemente (ossia
l'unità sindacale).
Nel 1930 il partito adottò il nome di Partito Comunista degli
Stati Uniti e lo slogan "fronte unico dal basso". Durante la Grande
depressione il partito dedicò gran parte della sua energia
nella difesa dei diritti dei disoccupati, degli afro-americani, dei
contadini e dei lavoratori dipendenti, riuscendo tuttavia a
riscuotere consensi moderati. Vennero attirati dentro il CPUSA
alcuni estremisti del Partito Socialista e i membri di un gruppo
d'emancipazione afro-americana, l'African Blood Brotherhood: alcuni
di loro, in particolare Harry Haywood, avrebbero poi giocato un
ruolo importante all'interno del mondo del lavoro dei neri.
Nel 1932 William Z. Foster scrisse "Verso un'America Sovietica",
opera che esponeva i piani del partito per la rivoluzione e la
costruzione di una nuova società socialista basata sul
modello dell'URSS. In quello stesso anno Earl Browder divenne
segretario generale del Partito: inizialmente Browder rese il
partito ancora più legato al PCUS e contribuì a
sviluppare il suo apparato segreto di spionaggio; quest'ultima mossa
è testimoniata anche dal fatto che egli favorì inoltre
l'assunzione di agenti della Narodnyj Komissariat Vnutrennich Del
(la stessa sorella minore di Browder, Margerite, era una spia
filo-sovietica in Europa sino a quando su richiesta del fratello
tornò negli USA[5]). Gli agenti dell'NKVD arrivati negli
States fecero in modo che il CPUSA operasse sotto lo stretto
controllo dei comunisti russi e di Stalin[6].
Il fronte popolare (1935-1939)
La rigidità ideologica del "Terzo Periodo" venne messa in
crisi, però, da due eventi: l'elezione di Franklin D.
Roosevelt nel 1932 e l'ascesa al potere di Adolf Hitler nel 1933.
L'avvento al governo del rappresentante democratico e l'approvazione
del National Industrial Recovery Act nel 1933 suscitò un
ampio dibattito all'interno del partito, per ciò che
concerneva la linea sindacale: mentre la linea ufficiale del partito
era ancora rivolta alla formazione di sindacati autonomi d'impronta
rivoluzionaria, molti attivisti biasimarono tale scelta e decisero
di supportare le unioni del lavoro di sinistra moderata.
La vittoria dei nazisti provocò un cambio di rotta
all'interno del Comintern nel 1935: per combattere l'ascesa del
fascismo a livello planetario, durante il settimo congresso venne
deciso che i comunisti dovevano allearsi con gli altri movimenti di
sinistra per dar vita ad un fronte popolare che fosse in grado di
respingere l'avanzata dell'estrema destra. A seguito
dell'approvazione di questa strategia, il CPUSA smise di opporsi al
New Deal e aderì al Congress of Industrial Organizations, un
sindacato federale unitario a maggioranza democratica.
I comunisti cercarono anche alleanze con altri partiti e in vista
delle elezioni presidenziali del 1936 Earl Browder, candidato
presidente del CPUSA, propose al socialista Norman Thomas di fargli
da vice-presidente. Thomas rifiutò e nelle consultazioni
ottenne lo 0,4% dei voti contro lo 0,2% di Browder (che si era
associato, così come aveva fatto Foster nel 1932, a James W.
Ford, il primo afroamericano comparso in un ticket presidenziale
statunitense).
E' da notare che dal punto di vista pratico queste tattiche
elettorali avevano un'importanza molto scarsa, in quanto il CPUSA
è stato molto più attivo all'interno della lotta
sindacale piuttosto che in quella politica. Fin dal 1936 il partito
rappresentò un efficace supporto a Roosevelt all'interno del
mondo del lavoro e, pur continuando a presentare propri candidati
alla presidenza (e ciò tra l'altro non avveniva in tutti gli
Stati), de facto si dava seppur tacitamente l'indicazione di votare
per il candidato del Partito Democratico in quanto "male minore".
La seconda metà degli anni Trenta vide anche lo scatenarsi
della guerra civile spagnola: molti comunisti americani, in sinergia
coi militanti della sinistra di tutto il mondo, si schierarono in
difesa della Repubblica Spagnola e lo fecero tramite la Brigata
Lincoln, una delle Brigate Internazionali. La Brigata Lincoln, che
si occupò anche di raccolta fondi e aiuto sanitario oltre che
di battaglie, è stata la prima organizzazione militare
statunitense che accolse sia i neri che i bianchi su base paritaria.
Intellettualmente, il periodo del Fronte Popolare vide l'affermarsi
di una forte influenza comunista nella vita intellettuale e
artistica degli USA. Questo fenomeno, assolutamente inedito nella
storia americana, avvenne attraverso varie organizzazioni
controllate direttamente o indirettamente dal partito (che gli
anticomunisti chiamavano dispregiativamente "i fronti") che
riuscirono spesso a imporre il loro punto di vista nell'ambito di
vari dibattiti.
Durante la segreteria di Browder il CPUSA sostenne acriticamente
Stalin; il rappresentante dei comunisti definì le Grandi
Purghe "un segnale significativo per la causa del progresso
dell'umanità", il trotskismo era assimilabile ai "germi del
colera" mentre i dirigenti bolscevichi che vennero condannati a
morte furono paragonati a Benedict Arnold, Aaron Burr (che durante
la guerra d'indipendenza si schierarono con l'Impero Britannico), i
traditori della guerra del 1812 e ai confederati della guerra di
secessione; allo stesso modo coloro che criticavano Stalin furono
comparati a quegli uomini politici che avevano infangato il nome di
Roosevelt e di Abraham Lincoln.
La seconda guerra mondiale e l'immediato dopoguerra (1939-1947)
Proprio quando la politica del Fronte Popolare cominciava a dare i
suoi buoni frutti (nel 1938 gli iscritti al partito erano saliti a
oltre 75.000) giunse la notizia che l'URSS e il Terzo Reich si erano
alleati tramite il patto Molotov-Ribbentrop; la strategia del blocco
antifascista non aveva quindi più senso e molti militanti,
disorientati, abbandonarono il partito. Il 1º settembre del
1939, quando la Germania attaccò la Polonia dando così
il via alla seconda guerra mondiale, Browder sparò a zero
contro il governo nazista ma l'11 giunse da Mosca una direttiva in
cui si ribadivano le responsabilità del governo polacco.
Quando il 17 anche la Russia sovietica attaccò Varsavia tutti
i principali comunisti europei abbandonarono la linea del Fronte
Popolare per abbracciare quella pacifista; così fece anche il
CPUSA, che insieme a Hitler criticò anche l'azione del primo
ministro britannico Neville Chamberlain e del leader francese
Edouard Daladier, egualmente responsabili dello scoppio delle
ostilità. Roosevelt non venne additato di nessuna colpa
particolare (in caso contrario l'immediato passato del CPUSA sarebbe
stato contraddetto) ma vennero condannati i suoi collaboratori per
la politica estera.
Nei mesi di ottobre e novembre, il CPUSA approvò gli attacchi
dell'URSS contro le Repubbliche Baltiche, giudicati inevitabili per
garantire la sicurezza russa. Poco dopo il leader del Comintern
Georgi Dimitrov chiese a Browder di non appoggiare più
Roosevelt e dal 23 ottobre partito cominciò i suoi attacchi
al presidente. Il CPUSA propose di abrogare il boicottaggio delle
merci tedesche, mise in scena delle "veglie perpetue" per la pace e
sostenne che Roosevelt era il capo "del partito guerrafondaio della
borghesia statunitense". Fino all'aprile del 1940, la linea
pacifista della testata comunista Daily Worker sembrava avere
venature filo-tedesche: venne per esempio scritto che gli ebrei
avevano da temere tanto in Francia e Gran Bretagna che in Germania.
Nel frattempo in agosto l'agente dell'NKVD Ramón Mercader
uccise Trotsky a picconate e Browder diffuse l'idea che a uccidere
il teorico della rivoluzione permanente era stato un suo ex seguace
ora deluso.
Le cose cambiarono quando il 22 giugno del 1941 la Germania
attaccò l'Unione Sovietica dando il via all'operazione
Barbarossa: da questo momento in poi il CPUSA fu molto critico verso
il Terzo Reich e venne reclamato a gran voce l'ingresso in guerra
degli USA a fianco dell'URSS in nome dell'unità antifascista
ancor prima di Pearl Harbor. La nazione si doveva stringere in
questo sforzo bellico contro l'Asse e, almeno finché Hitler e
Mussolini avrebbero costituito una minaccia per il mondo intero, la
prospettiva rivoluzionaria doveva essere accantonata: per questo il
partito fu favorevole al perseguimento dei dirigenti del Partito
Socialista dei Lavoratori e contrario alla marcia su Washington
organizzata da Asa Philip Randolph in rappresentanza del popolo di
colore. Lo scrittore Dalton Trumbo e il cantante Pete Seeger,
simpatizzanti del partito, accettarono questa linea e pertanto
dovettero abiurare la loro condotta anti-bellica precedente.
Secondo Earl Browder l'alleanza tra le potenze Occidentali e l'URSS
avrebbe prodotto, a guerra ultimata, un perpetuo periodo di armonia
sociale. Per meglio integrare il movimento comunista nella vita
americana il partito venne ufficialmente sciolto nel 1944 e
sostituito dall'"Associazione Politica Comunista" (alle
presidenziali del 1944, quindi, i comunisti non si presentarono).
L'armonia tuttavia durò poco, il movimento comunista
internazionale oscillò a sinistra al termine del conflitto e
la tesi di Browder venne duramente criticata dal Partito Comunista
Francese; in conseguenza di ciò, Browder venne espulso dal
partito nel 1946 e sostituito al vertice dall'anziano William Z.
Foster, che rimase il leader onorario del CPUSA fino al 1958, anno
in cui abbandonò la vita politica.
In linea con gli altri partiti comunisti del mondo, anche il CPUSA
virò a sinistra e, di conseguenza, per un breve periodo un
certo numero critici interni sostenne una linea politica ancora
più rivoluzionaria e progressista, che però la
leadership non era disposta a tollerare. Il risultato fu
l'espulsione di un manipolo di "anti-revisionisti prematuri", come
vennero definiti questi militanti.
La seconda "paura rossa" e il Maccartismo (1947-1958)
Dal 1947 in poi si assistette a una nuova persecuzione del CPUSA; in
quell'anno l'amministrazione Truman introdusse il giuramento di
fedeltà: i lavoratori federali dovevano garantire di non
essere comunisti. Ciò porto al licenziamento di molti
militanti del CPUSA e in tal modo venne legittimata l'idea che i
comunisti fossero dei sovversivi e non avessero diritto al lavoro
né nell'ambito pubblico né in quello privato. Il
Comitato per le attività anti-americane mise in atto delle
audizioni dove i simpatizzanti per il comunismo furono costretti,
sotto la minaccia della rovina della loro carriera, ad elencare gli
altri militanti marxisti, inclusi gli affiliati al CPUSA; questo
clima ispirò le amministrazioni locali ad adottare i
giuramenti di fedeltà e a creare commissioni d'indagine
proprie. L'industria cinematografica hollywoodiana si
dimostrò ad esempio particolarmente solerte in questa
crociata anticomunista: molti attori, registi e sceneggiatori
iscritti nella controversa "lista nera" dei filocomunisti furono
ostracizzati.
Anche nel movimento sindacale si assistette a qualcosa di analogo:
l'opposizione del partito al Piano Marshall e l'appoggio alla
candidatura del progressista Henry A. Wallace alle presidenziali del
1948 (il quale ottenne il 2,4% dei voti) furono le motivazioni
adottate per giustificare l'espulsione dei comunisti dal CIO nel
1949. I dirigenti sindacali che si opposero a queste misure furono
epurati o costretti con la forza a cambiare la propria posizione.
A partire dal 1949, quando l'URSS fece esplodere la sua prima bomba
atomica e venne scoperta la presenza di spie sovietiche negli Stati
Uniti, il clima d'odio anti-comunista si fece più violento: i
repubblicani Richard Nixon e Joseph McCarthy denunciarono la
presenza di militanti comunisti nella pubblica amministrazione,
nell'esercito e addirittura nel gabinetto Truman. I militanti
comunisti Julius ed Ethel Rosenberg vennero condannati a morte a
seguito di un celeberrimo caso politico-giudiziario. Gruppi liberali
come l'Americans for Democratic Action di Eleanor Roosevelt furono
costretti, se non volevano essere sciolti, a dichiarare
pubblicamente di essere anticomunisti e infine nel 1954 il Congresso
emanò il Communist Control Act, che impose al CPUSA lo
scioglimento.
Al culmine del maccartismo, nella seconda metà degli anni
Cinquanta, il partito poteva contare solo su 5.000 militanti (erano
circa 80.000 nel 1944), di cui 1.500 erano informatori dell'FBI: i
servizi segreti statunitensi favorivano l'infiltrazione e la
delazione all'interno del partito comunista al fine di poterne
controllare ogni movimento. Il movimento riuscì tuttavia,
seppur a stento, a sopravvivere e l'azione di queste spie interne
venne paralizzata: con questa motivazione il capo dell'FBI, J. Edgar
Hoover, pagò alcuni gruppi comunisti nella speranza di
corromperli e di averli sotto controllo. "Se fosse stato per me"
disse Hoover nel 1963 "non ci sarebbe un partito comunista degli
Stati Uniti. L'ho finanziato solo al fine di poterlo controllare
meglio". Il capo delle operazioni d'intelligence dell'FBI in quel
periodo, William Sullivan, dichiarò che Hoover era un
bugiardo ben consapevole del fatto che il CPUSA fosse un partito
ormai moribondo; nonostante ciò fosse sotto gli occhi di
tutti, McCarthy continuò quotidianamente ad attaccarlo per
favorire la sua carriera politica.
Il partito in crisi (1956-1989)
La rivolta ungherese del 1956 e il discorso di Nikita Sergeevič
Chruščёv al XX Congresso del PCUS ebbero degli effetti disastrosi
sulla leadership precedentemente stalinista del CPUSA. Molti
militanti abbandonarono il partito mentre il giornalista John Gates,
direttore del Daily Worker, propose al partito di svecchiarsi e
cambiare completamente struttura. Proprio il Daily Worker,
quotidiano fondato nel 1924, fu nel 1958 costretto a chiudere i
battenti a causa del drastico calo dei lettori.
La crisi del partito proseguì senza sosta: una lunga diaspora
ridusse al minimo gli iscritti e demoralizzò quei pochi che
restarono. Tuttavia in molti si impegnarono in nuove cause civili,
il CPUSA contribuì alla creazione della New Left negli anni
Sessanta e alla pubblicazione delle testate progressiste National
Guardian e Monthly Review. Seppur ormai ridotto al rango di
movimento minuscolo, il partito ritrovò negli anni Sessanta
una certa unità.
Nel 1959 divenne leader del partito l'ex operaio siderurgico Gus
Hall; pur essendo molto vicino alle idee del suo mentore Foster,
Hall era favorevole a un partito ancora più ortodosso che
facesse dell'anti-revisionismo la sua bandiera: pertanto il CPUSA
prese posizione contro Chruščёv e rimase per molti anni ancorato
all'ideologia stalinista.
In conseguenza di ciò il partito subì due scissioni: i
revisionisti diedero vita al Partito Laburista Progressista nel 1961
mentre i maoisti si distaccarono per creare il Nuovo Movimento
Comunista nel 1969. Venne coinvolto in queste scissioni anche Jack
Shulman, che era il principale collaboratore di Foster: Shulman non
venne espulso dal partito, ma si dimise da ogni incarico che aveva
all'interno del CPUSA. Nonostante l'esodo dei sostenitori di
Chruščёv e di Mao, il partito registrò un miglioramento e
negli anni Settanta poté contare su 25.000 iscritti.
A seguito delle presidenziali del 1984 (vinte dal politico forse
più anticomunista dello scacchiere statunitense, Ronald
Reagan) Gus Hall, che così come quattro anni prima aveva
scelto come candidata vicepresidente l'insegnante afroamericana
nonché femminista Angela Davis, decise che il partito non si
sarebbe mai più presentato alle consultazioni elettorali.
Durante la seconda metà degli anni Ottanta e tutti gli anni
Novanta, il partito si impegnò fortemente in una campagna di
proselitismo nei quartieri più poveri e degradati degli
States: di conseguenza, attualmente ci sono molti giovani, ispanici
e neri tra i membri dell'organizzazione.
Dalla caduta del muro di Berlino ai giorni nostri
La caduta del muro di Berlino e il collasso dell'Unione Sovietica
ebbero come particolare conseguenza l'aumento delle affiliazioni al
partito: in molti pensarono che adesso il CPUSA, ormai libero dal
giogo sovietico, avrebbe potuto elaborare una politica più
originale ed efficace.
Il CPUSA ha ancora un ufficio elettorale, anche se esso lavora quasi
esclusivamente sotto la bandiera democratica. Negli ultimi anni, il
partito si è impegnato in una dura opposizione al Partito
Repubblicano, giudicato di estrema destra e fascista. Come
conseguenza di questa linea strategica, il CPUSA sostiene con forza
la vittoria dei candidati del Partito Democratico contro i
repubblicani: il Partito Comunista continua a sostenere che entrambi
i partiti sono di natura capitalistica, ma l'appoggio ai democratici
è necessario se si vuole bloccare il dominio conservatore
negli USA. In molti, contrari a questa scelta del "male minore"
(recepita come una resa del partito al capitalismo), hanno lasciato
il CPUSA per legarsi ad altri movimenti.
Ideologicamente, il partito non appare più unito come una
volta. Un recente articolo della rivista marxista Political Affairs
ha espresso sostegno verso il Partito Comunista Cinese, di cui
veniva apprezzata anche la scelta di mantenere delle strutture
capitaliste: nell'articolo vi era infatti scritto che la Cina aveva
bisogno, prima di approdare al comunismo, della transizione dal
feudalesimo al capitalismo che, come Lenin aveva affermato, poteva
durare vari decenni. Altri articoli pubblicati nello stesso foglio
però avevano un taglio completamente diverso e la dirigenza
cinese veniva criticata in quanto revisionista e non comunista.
Negli ultimi tempi sembra essersi affermata la linea filo-cinese:
nel 2002 due militanti del partito, Marilyn Bechtel e Debbie Bell,
andarono in Cina e descrissero in toni entusiastici le loro
impressioni sul governo della repubblica popolare su People's World,
il nuovo quotidiano ufficiale del CPUSA. Nell'articolo vennero
elogiate "l'energia e la compattezza dimostrate dal PCC e dal popolo
cinese nella costruzione del socialismo in un paese in via di
sviluppo costretto a confrontarsi con un'economia sempre più
globalizzata".
Una panoramica della linea politica corrente del CPUSA si trova
nella relazione di Sam Webb, presidente del partito dal 2000,
intitolata Riflessioni sul socialismo. L'articolo espone il sostegno
del Partito ad una società democratica, anti-razzista,
anti-sessista e di estrema sinistra. Il rapporto parla anche della
caduta del comunismo in Europa orientale: la caduta dei regimi
sarebbe dovuta al non sufficiente sviluppo della democrazia in essi.
Nel testo si può leggere che "il socialismo ha trasformato e
modernizzato società arretrate, garantito importanti diritti
economici e sociali, aiutato molti paesi a liberarsi dal giogo
colonialista, contribuito in modo decisivo alla vittoria sul
nazismo, costituito con la sua presenza una pressione sulle classi
dominanti del mondo al fine di fare concessioni alla classe operaia
e ha agito come un contrappeso alle ambizioni aggressive
dell'imperialismo degli Stati Uniti per quasi cinquanta anni".
La relazione sottolinea la dedizione del partito alla lotta
rivoluzionaria, ma gli americani dovrebbero cercare di fare la
rivoluzione in maniera pacifica. Inoltre Webb afferma che il
capitalismo non può risolvere problemi come la stagnazione
economica, il razzismo, il sessismo e la povertà. Nella
relazione si parla di molte fasi di transizione dal capitalismo al
socialismo e infine al comunismo. Sulla questione del mercato in una
società socialista, Webb scrive: "i meccanismi di mercato in
una società socialista sono in grado di generare
disuguaglianze, sproporzioni e gli squilibri. Ma questo non è
motivo sufficiente per concludere che i mercati non hanno posto in
una economia socialista".
Il CPUSA sostiene i diritti degli Stati e dei popoli attaccati
dall'imperialismo statunitense, ma è un partito votato alla
filosofia della non violenza e predica l'astensione da ogni
manifestazione aggressiva e di forza. Per il CPUSA la violenza
manifestatasi nella storia moderna è il risultato del
tentativo della classe dominante di fermare il progresso sociale.
Gli archivi del Partito Comunista statunitense sono stati donati nel
marzo del 2007 alla Biblioteca Tamiment della New York University.
La donazione di massa, in 12.000 cartoni, include la storia dalla
fondazione del partito, 20.000 libri e opuscoli e un milione di
fotografie provenienti dagli archivi del Daily Worker. La Biblioteca
Tamiment detiene inoltre una copia dei microfilm del Partito
Comunista, dei documenti tratti da archivi sovietici posseduti dalla
Biblioteca del Congresso, nonché di altri materiali che
documentano la storia dei movimenti radicali e di sinistra.
Alle elezioni presidenziali del 2008 il CPUSA ha appoggiato la
candidatura vincente di Barack Obama, definito da Webb "avvocato
difensore del popolo".