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La nuova Atlantide (in inglese New Atlantis) è un racconto
utopico incompiuto, scritto da Francesco Bacone nel 1626 e
pubblicato postumo nel 1627.
Trama
Bacone narra di un gruppo di 60 viaggiatori che, partiti dal
Perù per andare in Asia, naufragano nell'isola di Bensalem,
nei mari del Sud. Il nome stesso dell'isola deriva dalla conflazione
dei nomi di Betlemme e Gerusalemme. Attraverso il racconto in prima
persona di uno dei naufraghi, si conosce la cultura e la vita del
popolo dell'isola. Cristianizzati grazie ad un'arca contenente una
Bibbia inviata direttamente da san Bartolomeo, i bensalemiti vivono
in pace fra loro, coltivando la sapienza attraverso i viaggi che
alcuni di loro compiono nel mondo civilizzato per carpirne le
invenzioni più utili. Sono in grado di parlare più
lingue: l'ebraico, il greco, il latino classico, lo spagnolo ma non
sembra l'inglese. La famiglia e il matrimonio sono le basi della
società di Bensalem.
L'istituzione più importante dell'isola è la Casa di
Salomone o Collegio delle Opere dei Sei Giorni, istituita dal
legislatore Solamona il quale, probabilmente in onore del re
israelita, rinominò con il suo nome la sua fondazione. In un
lontano passato l'isola non era isolata come nel momento dell'arrivo
dei naufraghi (1612 circa) e ciò caratterizza il mistero
attorno a questa popolazione, la quale "conosce molte cose delle
nazioni del mondo ma nessuno conosce loro". Nella "House of Solomon"
i bensalemiti si dedicano ad esperimenti scientifici realizzati con
il metodo baconiano, per controllare la natura e applicare la
conoscenza per migliorare la società.