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John Henry Newman (Londra, 21 febbraio 1801 – Edgbaston, 11 agosto
1890) è stato un teologo e filosofo inglese.
Il cardinale Newman è considerato uno dei più grandi
prosatori inglesi e il più autorevole apologista della fede
che la Gran Bretagna abbia prodotto, apprezzato anche dai non
cattolici. In ambito cattolico, è stato definito uno dei
«padri assenti» del Concilio Vaticano II per la
profondità e l'originalità del suo pensiero teologico
e filosofico.
Sulla sua tomba è scolpito l'epitaffio scritto da lui stesso,
un epitaffio che doveva narrare, secondo il suo intento, la storia
del suo pellegrinaggio:
«Ex umbris et imaginibus in veritatem»
«Dall'ombra e dai simboli alla verità.»
(John Henry Newman)
È stato beatificato il 19 settembre 2010 da papa Benedetto
XVI.
Biografia
John apparteneva ad una famiglia anglicana. Primo di sei fratelli,
il padre John Newman era banchiere, la madre Jemina Foundrinier
discendeva da una famiglia di ugonotti emigrati in Inghilterra in
seguito alla revoca dell'editto di Nantes. Ricevette un'educazione
elevata in una scuola vicina a Londra e, sotto l'influsso di un
pastore calvinista, nel 1816 aderì ai principi del
cristianesimo protestante, in quella che egli chiamò la sua
"prima conversione".
Nel 1817 entrò nel Trinity College di Oxford e, dopo un
periodo di studi, divenne diacono della Chiesa anglicana nel 1824.
Nel 1828 divenne parroco della chiesa universitaria di St. Mary, con
l'incarico di seguire gli studenti universitari; nel frattempo si
dedicò a studi filosofici e teologici. In questo periodo
della sua vita fondò il movimento di Oxford, il cui scopo
precipuo fu quello di contrastare l'ascesa del liberalismo religioso
all'interno delle università inglesi. Si oppose, cioè,
alle posizioni della nascente "chiesa larga", quella componente
dell'anglicanesimo, favorevole alle posizioni illuministiche e
razionalistiche.
Elaborò in questi anni la teoria della "via media" in cui
riconosceva alla Chiesa Anglicana una posizione intermedia fra gli
eccessi dottrinali del luteranesimo da un lato e del cattolicesimo
romano dall'altro. Come pastore e teologo anglicano mantenne
posizioni tradizionaliste e fu sempre uno strenuo difensore del
principio dogmatico, tanto da essere considerato il più
insigne esponente della cosiddetta "chiesa alta", la componente
anglicana più vicina alle posizioni dogmatiche cattoliche.
Nel 1832, compì un viaggio nel Mediterraneo, che lo
portò a Roma, dove incontrò Nicholas Patrick Wiseman,
ed in Sicilia, dove, a Leonforte, presso Enna, nel 1833, si
ammalò gravemente ed ebbe modo di riflettere a lungo sul suo
credo religioso.
Dal 1833 al 1841 Newman e altri compagni del movimento pubblicarono
i cosiddetti "Tracts for the Times", 90 saggi riguardanti la
situazione della Chiesa anglicana ma anche diverse questioni sulla
religione cristiana in generale. Nell'ultimo di questi saggi, "Tract
90", Newman propose una interpretazione dei Trentanove articoli di
religione che si accordasse con la dottrina cattolica del Concilio
di Trento: ciò gli costò una condanna da parte
dell'Università di Oxford e di 42 vescovi anglicani.
Conversione al Cattolicesimo
In seguito a questo evento, Newman rinunciò al suo ufficio di
parroco universitario e nel 1842 si ritirò a Littlemore, dove
iniziò a scrivere la sua opera Sviluppo della dottrina
cristiana. In questo studio sulle origini del cristianesimo, che fu
pubblicato nel 1845, arrivò alla conclusione che "la Chiesa
Cattolica era formalmente dalla parte della ragione".
Il 9 ottobre di quello stesso anno fu accolto nella Chiesa Cattolica
da padre Domenico Bàrberi, passionista (poi proclamato
beato), che ebbe una parte non secondaria nella sua conversione.
Se ne andò da Oxford e si stabilì a Birmingham. Dopo
un periodo di riflessione, decise di entrare nell'Oratorio di San
Filippo Neri e fu ordinato sacerdote cattolico nel 1847 a Roma;
fondò quindi a Edgbaston, presso Birmingham (attualmente
parte integrante della città), e poi a Londra, i primi
oratòri di San Filippo in Inghilterra. Importante fu
l'influenza della spiritualità dell'Oratorio nei suoi
scritti, come mostra l'opera Dolori mentali di nostro Signore
durante la sua Passione, opera che rimanda a quella simile scritta
da santa Camilla da Varano, clarissa le cui opere erano lette e
meditate non solo da Filippo Neri, ma anche dai membri
dell'Oratorio.
Nel 1850 fu coinvolto in una vicenda giudiziaria sfortunata: perse
la causa da lui intentata al predicatore evangelico d'origine
italiana Giacinto Achilli, che il Newman accusava di calunnia.
Nel 1851 venne scelto dai vescovi cattolici inglesi come rettore
della neonata Università Cattolica di Dublino,
attività che esercitò effettivamente dal 1854 (anno
dell'apertura dei corsi) al 1858. Ritornò in Inghilterra per
dedicarsi sia agli studi sia all'attività pastorale.
Nel 1864 scrisse sulla sua conversione quello che è
considerato il suo capolavoro: Apologia pro vita sua.
Cardinale
Nel 1879, all'età di ottant'anni, Leone XIII lo creò
cardinale diacono titolare di San Giorgio in Velabro – nello stesso
concistoro in cui nominò cardinale il fratello Giuseppe
Pecci, detto il Giovane – senza consacrarlo vescovo. La nomina di
Newman fu fortemente voluta dal Papa, infatti si trattava del suo
primo concistoro, anche a dispetto dell'opposizione dell'arcivescovo
di Westminster cardinale Henry Edward Manning.
Nel discorso pronunciato da Newman in occasione della sua nomina a
cardinale, spiegò che tale decisione del papa era motivata
dal «riconoscimento del mio zelo e del servizio che avevo reso
per tanti anni alla Chiesa Cattolica» e dal fatto che «i
cattolici inglesi e perfino l'Inghilterra protestante si sarebbero
rallegrati del fatto che io ricevessi un segno del suo
favore». Nello stesso discorso, Newman condannò a
chiare lettere il relativismo e il liberalismo in campo religioso,
definiti una «grande sciagura», «un errore che si
estende come trappola mortale su tutta la terra».
Continuò a vivere in Inghilterra, pubblicando articoli fino
al 1885. Celebrò l'ultima messa nel Natale del 1889 e
morì nel 1890 nell'Oratorio di Edgbaston.
Processo di beatificazione
Nel 1958 venne aperta la procedura diocesana di beatificazione
presso la diocesi di Birmingham; nonostante la volontà di
Paolo VI di poterne celebrare la beatificazione nell'Anno Santo del
1975, solo nel gennaio 1991 il papa Giovanni Paolo II ne
decretò l'eroicità delle virtù, con cui gli
venne dato il titolo di Venerabile.
Il 3 luglio 2009 papa Benedetto XVI ha approvato il documento che
riconosce a Newman l'intercessione per la guarigione del diacono
permanente Jack Sullivan nel 2001, guarito da una grave menomazione
alla spina dorsale in seguito alle preghiere rivolte al cardinale
mentre si trovava in ospedale.
La cerimonia di beatificazione si è tenuta il 19 settembre
2010 nei pressi della Casa dell'Oratorio, a Rednal, dove sono
sepolte le spoglie del cardinale, durante il viaggio apostolico di
Benedetto XVI nel Regno Unito. In deroga a quanto accade per
consuetudine, la ricorrenza liturgica è stata fissata
nell'anniversario della conversione al cattolicesimo, il 9 ottobre,
e non in quello della morte.
Pensiero
Il cardinale Newman, molto popolare in Gran Bretagna e negli Stati
Uniti, ha scritto un gran numero di opere, tra le quali l'Apologia
pro vita sua e la Grammatica dell'assenso che spiegano perché
e a quali condizioni un atto di fede è anche un atto della
ragione. Il suo pensiero, abbracciando una enorme vastità di
temi e seguendo diversi generi letterari (dal sermone al trattato,
dal romanzo alla poesia) riuscì ad enucleare le più
grandi questioni teologiche e filosofiche del suo tempo, giungendo
ad anticipare sviluppi che si sarebbero compiuti soltanto nel XX
secolo, al punto di essere stato annoverato tra i «padri
assenti» del Concilio Vaticano II, in particolare per quanto
riguarda il primato della coscienza (ripreso poi nella costituzione
Dignitatis humanae), la concezione di Chiesa, le idee sul laicato.
Nella sua adesione al cattolicesimo, frutto di un percorso
interiore, Newman mantenne un modo di pensare "originale" rispetto
agli altri pensatori cattolici, che gli diede la fama di pensatore
"liberale" e poco "romano": importante fu il riferimento ai
Padri della Chiesa ma anche quello a Joseph Butler, vescovo
anglicano del XVII secolo, autore del libro Della analogia della
religione naturale.
Il primato della coscienza
Uno dei punti significativi del suo pensiero fu l'indagine sulla
coscienza, sviluppata da Newman durante la sua predicazione nei
sermoni domenicali e in varie opere tra le quali la Grammatica
dell'assenso e la Apologia pro vita sua. Nemwan giudicò la
coscienza un elemento innato e irriducibile che contraddistingue
l'animo umano, caricato anche di un significato religioso: essa
venne definita «un maestro che giudica con
autorità», «rappresentante di Dio nel nostro
intimo», «anelito tra il Creatore e la creatura»
nel quale «la voce di Dio parla chiaramente».
Nel 1874 fu pubblicato un pamphlet polemico scritto da William
Gladstone (già primo ministro inglese) in cui venivano presi
di mira i documenti del Concilio Vaticano I e in particolare il
dogma dell'infallibilità papale che, secondo Gladstone,
decretava la fine della libertà di coscienza del fedele in
quanto esso si estendeva ad ogni ambito della vita umana. In tale
occasione, sollecitato da alcune personalità inglesi tra cui
il cattolico duca di Norfolk, scrisse la Lettera al duca di Norfolk
in cui approfondì il rapporto tra coscienza e autorità
rispondendo alle accuse di Gladstone. In esso, oltre a specificare i
limiti entro il quale andava applicata la definizione
dell'infallibilità papale, sostenne il primato della
coscienza (definita «vicario primitivo di Cristo»), se
usata con responsabilità:
« Se uno di noi è in grado di dire a se stesso, come se
si trovasse alla presenza di Dio, che non deve agire in
conformità di quanto gli viene comandato dal papa, egli
è obbligato a obbedire, e, se disobbedisse, commetterebbe un
peccato [...] Certamente se sarò costretto a coinvolgere la
religione in un brindisi al termine di un pranzo, brinderò al
papa - se vi farà piacere -, ma prima alla coscienza, e poi
al papa »
(dalla Lettera al Duca di Norfolk)
Joseph Ratzinger definì Newman «l'uomo della
coscienza».
Fede e ragione
Altro punto significativo fu la sintesi tra fede e ragione e
l'affermazione della necessità di un dialogo tra il mondo
della fede e quello della scienza, per cui disse:
« Vorrei che l’intelletto si espandesse con la massima
libertà, e che la religione godesse di un’eguale
libertà, ma ciò che io ritengo è che essi
dovrebbero collocarsi nel medesimo posto ed esemplificarsi nelle
stesse persone »
(Discorso all'Università di Dublino)
A pochi anni dalla pubblicazione de L'origine delle specie di
Charles Darwin affermò la compatibilità
dell'evoluzionismo con la fede cristiana:
« Non mi sembra filare logicamente che venga [in Darwin]
negata la creazione per il fatto che il Creatore, milioni di anni
fa, abbia imposto leggi alla materia. [...] La teoria del signor
Darwin non necessariamente deve essere atea, che essa sia vera o
meno; può semplicemente star suggerendo un’idea più
allargata di Divina Prescienza e Capacità. [...] A prima
vista non [vedo] come “l’evoluzione casuale di esseri organici” sia
incoerente con il disegno divino – È casuale per noi, non per
Dio. »
(Lettera a J. Walker di Scarborough sulla teoria dell’evoluzione di
Darwin)
Tale argomento comprendeva anche la ragionevolezza dell'atto di fede
e quindi del credere (affermata nella sua Grammatica dell'assenso)
ed era anche strettamente connessa al percorso con cui Newman giunse
all'adesione alla Chiesa cattolica (ritenuta la vera Chiesa di
Cristo), sintetizzato nell'epitaffio sulla sua tomba:
«Dall'ombra e dai simboli alla verità». Questo
processo di adesione alla verità fu tuttavia per Newman
più di un semplice ragionare con gli strumenti della logica,
ma richiese un assenso completo da parte della persona:
« Per me non era la logica a farmi andare avanti, [...] si
ragiona con tutto l'essere, nella sua concretezza »
La critica al liberalismo
Negli ultimi della sua vita si distinse per una forte critica al
fenomeno sempre più crescente del relativismo e del
liberalismo in campo religioso. Nella sua analisi, il rischio del
liberalismo consisteva principalmente nel fatto che esso privi la
religione di «verità positiva», riducendola
invece a «questione di opinioni», a «un sentimento
e una preferenza personale; non un fatto oggettivo o
miracoloso».
Egli intravedeva in questo fenomeno forti ripercussioni sociali,
spiegando che «poiché dunque la religione è una
caratteristica così personale e una proprietà
così privata, si deve assolutamente ignorarla nei rapporti
tra le persone. [...] La religione non è [più] affatto
un collante della società». In questo Newman vedeva
l'origine della crescente secolarizzazione in atto nel Regno Unito,
osservando così il distacco della società e della
dimensione pubblica dai valori del Vangelo e del cristianesimo:
« Finora il potere civile è stato cristiano. Anche in
Nazioni separate dalla Chiesa, come nella mia, quand'ero giovane
valeva ancora il detto: "Il cristianesimo è la legge del
Paese". Ora questa struttura civile della società, che
è stata creazione del cristianesimo, sta rigettando il
cristianesimo. [...] Finora si pensava che bastasse la religione con
le sue sanzioni soprannaturali ad assicurare alla nostra popolazione
la legge e l'ordine; ora filosofi e politici tendono a risolvere
questo problema senza l'aiuto del cristianesimo. Al posto
dell'autorità e dell'insegnamento della Chiesa, essi
sostengono innanzitutto un'educazione totalmente secolarizzata,
intesa a far capire ad ogni individuo che essere ordinato, laborioso
e sobrio torna a suo personale vantaggio »
Newman osservò inoltre che l'origine di questa «grande
apostasia» non era solo da cercare nella diffusione
dell'ateismo; infatti, nell'esperienza anglosassone, tale criterio
liberalistico era una conseguenza diretta del pluralismo delle
Chiese e delle sette religiose, che imponeva l'accantonamento della
sfera religiosa dal dibattito pubblico.
Nonostante ciò, egli non mancò di riconoscere al
pensiero liberale dei valori positivi:
« non dimentichiamo che nel pensiero liberale c'è molto
di buono e di vero; basta citare, ad esempio, i principi di
giustizia, onestà, sobrietà, autocontrollo,
benevolenza che, come ho già notato, sono tra i suoi principi
più proclamati e costituiscono leggi naturali della
società. È solo quando ci accorgiamo che questo
bell'elenco di principi è inteso a mettere da parte e
cancellare completamente la religione, che ci troviamo costretti a
condannare il liberalismo. »
L'ecumenismo
Fu inoltre un ispiratore del movimento ecumenico: nella sua visione
la «via media» doveva essere anche un ponte di dialogo
tra le confessioni cristiane, così come costante fu il
riferimento ai Padri della Chiesa indivisa. In molte occasioni
evidenziò i punti di unione tra l'anglicanesimo e il
cattolicesimo − come la cattolicità e l'apostolicità −
e nel suo Tract 90, pubblicato durante il periodo del movimento di
Oxford, tentò di interpretare i Trentanove articoli di
religione dimostrandone la conformità alla dottrina
cattolica; anche dopo la conversione mantenne buoni rapporti con il
mondo anglicano.
Riconoscimenti
L'autore John O'Brien, in un libro intitolato Conversioni che hanno
cambiato il mondo, pone il Newman nella schiera di San Paolo,
Sant'Agostino e Gilbert Keith Chesterton.
Papa Giovanni Paolo II annoverò Newman tra i grandi pensatori
che hanno saputo coniugare fede e ragione, in quella che venne da
lui definita una «sintesi eccezionale».
Scritti
XIX secolo
An essay on the development of christian
doctrine, London, J. Toovey, 1845; (ed. italiana Lo sviluppo della
dottrina cristiana)
Perdita e guadagno ovvero storia di un
convertito, Milano, presso Natale Battezzati succ. Stabilimento
Volpato, 1848;
1901-1950
Fede e ragione, prima traduzione sull'ultima
edizione inglese del prof. D. Battaini, Torino, Bocca, 1907;
Saggio di discorsi del card. Newman, tradotti
dall'inglese da L. Meregalli, Milano, tip. San Giuseppe, 1907;
Anglicanesimo, cattolicesimo e culto della
vergine. Lettera al dott. Pusey, del 1865, prima traduzione italiana
di Domenico Battaini, Piacenza, Societa' editrice libraria apuana,
1909;
Il cardinale Newman, sua vita ed opinioni
religiose, tradotta dall'inglese da D. Battaini, Piacenza, Soc. ed.
pontremolese, 1909;
Discorsi d'occasione, prima traduzione italiana
sulla 4. ed. inglese ristampata nel 1904, Roma, Libreria pontificia
F. Pustet, 1910;
Meditazioni su la dottrina cristiana, versione
italiana sulla 3. ed. inglese (1894) di Eugenia Barnes, Milano,
Scuola tipografica salesiana, 1913 e successiva edizione del 1926;
Note sulla vocazione dei filippini, come
manoscritto, Roma, Tipografia Cuggiani, 1918;
Lo spirito del cardinal Newman, a cura di C. C.
Martindale; traduzione di Bice Masperi, Brescia, Morcelliana, 1931;
Racconto dei primi tempi del cristianesimo,
tradotto dall'inglese, Alba, Pia Soc. S. Paolo, 1937;
Janua coeli, meditazioni mariane, traduzione ed
introduzione di Piero Chiminelli, Roma, Ed. Studium, 1940:
Filosofia della religione, a cura di Ferdinando
Tartaglia, Modena, U. Guanda, 1943;
Dolori mentali di nostro Signore durante la sua
Passione, premessa di Giuseppe De Luca; traduzione di Maddalena De
Luca, Brescia, Morcelliana, 1948;
L'anima immortale, e, L'onnipotenza incatenata,
due discorsi tradotti da Maddalena De Luca, Brescia, Morcelliana,
195?;
Diario spirituale e pagine scelte, a cura di
Giovanni Barra, Pinerolo, G. Alzani, 1950;
1951-2000
Purezza e amore, Uomini non angeli, I preti del
vangelo, due discorsi tradotti da Maddalena De Luca, Brescia,
Morcelliana, 1955;
Apologia pro vita sua, ovvero una storia delle
opinioni religiose, traduzione dall'inglese, introduzione e note di
Enrico ten Kortenaar, dell'Oratorio, Roma, Edizioni Paoline, 1956;
La mente e il cuore di un Grande, Bari, Edizioni
Paoline, 1962;
Sermoni liturgici, a cura di Giovanni Velocci,
Fossano, Esperienze, 1971;
La donna vestita di luce, a cura di Giorgio
Francini, testi poetici di Newman e altri, Roma, Città nuova,
1980;
Sermoni anglicani, a cura di Giulio Colombi e
Elio Guerriero, Milano, Jaca book, Brescia, Morcelliana, 1981;
Io e il mio Creatore, meditazioni su Dio, a cura
di Giovanni Velocci, Milano, Edizioni Paoline, 1983;
Opere. Apologia, Sermoni universitari, L'idea di
università, a cura di Alberto Bosi, Torino, Unione
tipografico-editrice torinese, 1988;
Diario intimo e poesie, di Primo Mazzolari,
Vicenza, La locusta, 1990;
Il mistero della Chiesa, Roma, Centro degli amici
di Newman, 1993;
La missione di S. Filippo Neri: due "sermoni
dell'Oratorio" tenuti il 15 e il 18 gennaio 1850, Bologna, Edizioni
Oratoriane, 1994;
Che cosa ci salva, corso sulla dottrina della
giustificazione, a cura di Fortunato Morrone, Milano, Jaca book,
1994;
Come guardare il mondo con gli occhi di Dio, a
cura di Lella Magnabosco, Milano, Paoline, 1996;
Lettera al duca di Norfolk, coscienza e
libertà, a cura di Valentino Gambi, Milano, Paoline, 1999;
2001-
Lo sviluppo della dottrina cristiana,
introduzione e traduzione di Alfonso Prandi, postfazione di Gaetano
Lettieri, Nuova ed., a cura di Luca Obertello, Milano, Jaca book,
2003;
La via della croce, a cura di Luigi Guglielmoni e
Fausto Negri, Piacenza, Berti, 2003;
Sermoni su temi di attualita. Sermoni
all'Universita di Oxford, traduzione e introduzione a cura di Luigi
Chitarin, Bologna, ESD, 2004;
Sermoni sulla chiesa. Conferenze sulla dottrina
della giustificazione. Sermoni penitenziali, traduzione e
introduzione a cura di Luigi Chitarin, Bologna, ESD, 2004;
L'idea di Università, a cura di Angelo
Bottone, Edizioni Studium, 2005;
La Chiesa dei Padri, profili storici, traduzione
e note di Stefano Maria Malaspina, introduzione di Inos Biffi,
Milano, Jaca Book, 2005;
Grammatica dell'assenso, a cura di Bruno Gallo,
introduzione di Luca Obertello, Milano, Jaca Book, 2005;
Scritti filosofici, monografia introduttiva,
traduzione, note e apparati di Michele Marchetto, Milano, Bompiani
Il pensiero occidentale, 2005;