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I miserabili (Les Misérables) è un romanzo di Victor
Hugo pubblicato nel 1862. Opera colossale, è considerato uno
dei romanzi cardine del XIX secolo europeo, fra i più
popolari e letti della sua epoca.
Narra le vicende di vari personaggi nella Parigi post Restaurazione,
in un arco di tempo di circa 20 anni (dal 1815 al 1833, con alcune
digressioni alle vicende della Rivoluzione francese, delle Guerre
napoleoniche, con particolare riguardo alla battaglia di Waterloo, e
alle vicende politiche della Monarchia di Luglio). I suoi personaggi
appartengono agli strati più bassi della società, i
cosiddetti "miserabili": persone cadute in miseria, ex forzati,
prostitute, monelli di strada, studenti in povertà. È
una storia di cadute e di risalite, di peccati e di redenzione. Hugo
racconta a 360° i suoi personaggi e aggiunge al racconto
capitoli di grande rilevanza storica (come ad esempio la battaglia
di Waterloo, la struttura della città di Parigi, la visione
sul clero e i monasteri dell'epoca, le opinioni sulla società
e i suoi mali, il quadro della Francia post-restaurazione) che
permettono al lettore di collocare i personaggi in un determinato
contesto storico-sociale.
Trama
Jean Valjean, giovane potatore a Faverolles, dovendo provvedere alla
sorella e ai figli di questa, per disperazione si trova costretto a
rubare un tozzo di pane; per questo crimine viene condannato a
cinque anni di lavori forzati nel carcere di Tolone, pena che viene
allungata di ulteriori 14 anni a seguito di vari tentativi falliti
di evasione. Viene infine liberato dal carcere a seguito di
un'amnistia nei primi giorni del 1815, dopo 19 anni di reclusione;
in questa data egli ha 46 anni, si può perciò
comprendere che l'uomo fosse entrato in carcere a 27 (nel 1796) e
che fosse nato nel 1769.
All'uscita dal carcere Jean Valjean si trova a vagabondare per
diversi giorni attraverso il sud-est della Francia, vedendosi
chiudere in faccia ogni alloggio ed ogni opportunità a causa
del suo passato di galeotto, che lo identifica come un reietto della
società. Questa situazione disperata finisce per esasperare
il risentimento e l'odio nei confronti della società e di
tutto il genere umano fino a spingerlo ad una fredda
malvagità d'animo. Nel frattempo, giunto, vagabondando, nella
città di Digne, ha la fortuna di imbattersi nel vescovo della
città, Monsignor Myriel, ex aristocratico rovinato dalla
Rivoluzione francese e costretto all'esilio, trasformatosi, dopo una
crisi spirituale, in un pio e giusto uomo di chiesa dall'eccezionale
altruismo. In un primo momento Valjean diffida del prelato, che pure
lo accoglie in casa e tenta di redimerlo dai suoi vecchi peccati, e
giunge anzi a rubare le posate d'argento del vecchio e a fuggire.
Catturato dalla polizia, però, viene portato di nuovo di
fronte al Vescovo, il quale lo difende dai gendarmi sostenendo che
quelle posate fossero in realtà un dono, e rimproverandolo di
non avere preso anche i candelabri d'argento; fino ad allora gli
unici oggetti di lusso tenuti da Myriel. Attraverso quel gesto il
monsignore comprava l'anima di Jean Valjean e la consacrava a Dio.
Scosso e turbato dalla carità rivoltagli dal vescovo, in uno
stato d'animo confuso Valjean, rilasciato, quella stessa notte
commette un nuovo furto, rubando ad un bambino una moneta d'argento.
Quando comprende ciò di cui si è reso colpevole, Jean
Valjean, spinto da un terribile senso di colpa, capisce ciò
che il vescovo aveva cercato di comunicargli e matura la decisione
di cambiare vita, seguendo l'esempio del caritatevole prelato.
Quello stesso anno, il 1815, Jean Valjean -ancora ricercato per i
furti commessi- si stabilisce a Montreuil-sur-Mer dove, grazie al
denaro del vescovo, riesce ad impiantare una fiorente industria di
bigiotteria e a diventare un cittadino rispettabile, ovviamente
celando il proprio passato e assumendo la falsa identità di
Monsieur Madeleine. I suoi gesti di bontà e di carità
verso i poveri lo rendono presto molto amato dagli abitanti della
cittadina, che giungono a nominarlo sindaco di lì a pochi
anni. Solo l'ispettore di polizia locale, Javert, che era stato
secondino a Tolone, nutre alcuni dubbi sul suo passato ed inizia a
sospettare la sua reale identità. Frattanto Valjean incontra
una poverissima donna, Fantine, ex impiegata in una delle sue
fabbriche licenziata -a sua insaputa- dalla sua direttrice del
personale perché ragazza madre, fatto inaccettabile data la
moralità del tempo. Deciso ad aiutare l'infelice, gravemente
ammalata, Jean Valjean la salva dalla prigione in cui Javert, venuto
ad arrestarla per un'aggressione ad un aristocratico che l'aveva
importunata durante la sua attività di prostituta, voleva
spedirla. Una volta caduta in malattia, le promette di
ricongiungerla alla figlia, Cosette, affidata dalla madre cinque
anni prima ad una coppia di locandieri a Montfermeil.
Contemporaneamente però, Valjean viene a sapere che, a causa
di uno scambio di identità, un uomo catturato dalla polizia
ad Arras è stato ritenuto essere l'evaso Jean Valjean e
rischia come tale l'ergastolo. Pur rendendosi conto che l'evento
potrebbe volgere a suo vantaggio, eliminando per sempre i sospetti
del passato dalla sua persona, l'ex forzato comprende che non
può permettere che un innocente venga incriminato al suo
posto; dopo una notte di angosce e di indecisione si reca in tutta
fretta sul luogo del processo e si autodenuncia al giudice,
rivelando la propria identità e scagionando così il
suo "alter ego". Tornato a Montreuil-sur-Mer, Valjean ha appena il
tempo di assistere alla morte di Fantine prima che la polizia, con
Javert in testa, venga ad arrestarlo. Riesce poi a sfuggire una
prima volta alla cattura, viene in seguito ripreso ma riesce ad
evadere e a simulare la sua morte. Questi eventi avvengono nel 1823,
all'epoca in cui Jean Valjean ha 54 anni. Fuggito di galera, Jean
Valjean si reca a Montfermeil dove scopre le crudeli condizioni in
cui i Thénardier, proprietari della locanda e tutori di
Cosette, costringono a vivere la piccola, trattata al pari di una
serva e privata di ogni affetto e calore. Dietro pagamento di una
ingente somma, ed in parte imponendo la propria autorità
(Valjean viene infatti descritto come un uomo dalla corporatura
imponente e di una forza erculea) riscatta la bambina e si nasconde
con lei in una misera casa nei sobborghi di Parigi. Scovato anche
qui dall'instancabile Javert, promosso ad ispettore nella capitale
francese, Valjean è costretto nuovamente alla fuga e riesce a
nascondersi con Cosette in un convento cittadino di monache di
clausura, il Petit-Picpus, nel quale trova rifugio grazie
all'intercessione del giardiniere, Monsieur Fauchelevent, un ex
carrettiere a cui aveva salvato la vita tempo addietro a Montreuil.
Trascorre in convento quasi sei anni, celandosi sotto
l'identità di Ultime Fauchelevent, fratello del giardiniere e
che resterà il suo nome "ufficiale" per il resto della sua
vita. Cosette e Jean Valjean escono dal convento -per decisione
dello stesso Valjean, che non voleva privare la piccola delle gioie
della vita spingendola verso la vita monastica- nel 1829, all'epoca
in cui il vecchio ha 60 anni e la bambina 14. Jean Valjean e Cosette
prendono alloggio in Rue Plumet, a Parigi, dove vivono una vita
modesta e ritirata grazie ai notevoli risparmi che Valjean era
riuscito a mettere in salvo prima della sua cattura a Montfermeil;
il denaro che questi aveva guadagnato al tempo in cui si faceva
passare per Monsieur Madeleine ammonta infatti alla sostanziosa
cifra di 600 000 franchi, nascosti con cura ai piedi di un albero in
un bosco nei pressi di Montfermeil, dai quali Valjean attinge
però con estrema parsimonia considerandoli la dote di
Cosette.
Nel corso delle lunghe passeggiate dei due nei Giardini del
Lussemburgo, la giovane Cosette nota un giovane, Marius, studente
universitario, liberale, repubblicano e bonapartista di buona
famiglia ma praticamente diseredato a seguito di una lite, per
motivi politici con il nonno, un nostalgico monarchico. Figlio di un
ufficiale napoleonico sopravvissuto a Waterloo, cresciuto in
ambienti reazionari cari al nonno materno, il giovane Marius
riscopre l'identità del padre e l'amore per la Rivoluzione e
l'Imperatore. Arrivato tardi al capezzale del padre morente,
mostrerà venerazione al padre tenendo fede alle sue ultime
volontà redatte nel testamento: qualora Marius ritrovasse un
tale Thenardier, farà di tutto per renderlo felice.
Quell'uomo, secondo quanto scritto dal padre, lo salvò dalla
morte sul campo di battaglia di Waterloo. In realtà
Thenardier, estrasse il corpo dell'ufficiale dal cumulo di corpi
dove sarebbe soffocato, solo per depredarlo di eventuali ricchezze.
Per Marius ripagare quel debito diventa lo scopo di una vita.
Finché passeggiando ai giardini scorge Cosette e se ne
innamora.
Nel frattempo, Jean Valjean cade in un tranello tesogli da
Thénardier, l'ex oste di Montfermeil che, caduto in
disgrazia, era divenuto capo di una banda di ladri ed assassini
parigini e che, a conoscenza della ricchezza dell'ex forzato, lo
attira con i suoi soci in casa sua e lo rapisce. Valjean riesce
però a salvarsi in parte grazie a Marius, che venuto a sapere
per caso del piano di Thénardier, suo inaspettato vicino di
casa, attraverso un buco sulla parete che divide i due alloggi,
allerta la polizia, facendo però così intervenire sul
luogo del delitto proprio il terribile Javert. Nella confusione che
segue Valjean riesce comunque a dileguarsi sia dai banditi che dalle
forze dell'ordine.
Marius, intanto, scoperta l'abitazione di Cosette e del padre,
inizia a tessere con la giovane una platonica ma intensa relazione
d'amore, all'insaputa del genitore di questa. Quando però il
vecchio, timoroso, dopo il faccia a faccia con Thénardier,
per l'incolumità della figlia le comunica la sua intenzione
di trasferirsi con lei in Inghilterra, i due amanti disperati si
trovano costretti alla separazione. Marius, disperato ed impotente,
decide di uccidersi e si avvia perciò verso il centro
cittadino, dove stanno intanto divampando gli scontri fra
rivoluzionari repubblicani e soldati di Luigi Filippo, e si unisce
ai suoi amici insurrentisti capeggiati dal carismatico Enjolras
cercando la morte sulle barricate.
La libertà che guida il popolo, quadro di Delacroix che
probabilmente ispirò il IV Tomo del romanzo
Mentre infuriano gli scontri della notte fra 5 e 6 giugno 1832, Jean
Valjean viene a scoprire, tramite una lettera traditrice, il legame
fra Cosette e Marius, da lui nemmeno sospettato. Soffocato
dall'amore per Cosette, e dalla paura di perderla, il genitore
rimane sconvolto dalla notizia. Poco dopo, quella stessa notte,
Gavroche, monello di strada inviato da Marius, gli recapita un
messaggio scritto per Cosette dal giovane dalla barricata.
Leggendolo, Jean Valjean scopre l'intenzione del giovane di
suicidarsi e, alla notizia, pur se combattuto si avvia egli stesso
alla barricata. Qui, nell'infuriare degli scontri, ritrova Javert,
fatto prigioniero dei rivoltosi e da questi condannato a morte.
Tramite un sotterfugio, l'ex forzato si incarica dell'esecuzione
dell'ispettore ma, nascosto dietro ad un muro che lo rendeva
invisibile ai rivoltosi, simula l'omicidio e risparmia il
poliziotto. Poi, mentre polizia e Guardia Nazionale irrompono nella
barricata, porta in salvo Marius, colpito e privo di sensi,
sottraendolo alla cattura e alla morte conducendolo sulle sue spalle
in un terrificante viaggio attraverso le fogne parigine. Nel
tentativo di uscire dal dedalo delle fogne parigine, Jean Valjean
incontrerà Thenardier, rifugiatosi nella cloaca per sfuggire
all'ispettore Javert, appostato lì fuori. Mentre Jean Valjean
riconosce l'antico locandiere di Montfermeil, Thenardier non
riconosce Jean Valjean. Scambiatolo per un assassino gli accorda la
libertà, ossia gli apre l'inferriata che affacciava sulla
Senna, in cambio della spartizione del bottino rubato al presunto
defunto che portava in spalla. Finite le contrattazioni all'uscita
della fogna l'ex forzato si imbatte però in Javert, che lo
arresta e lo conduce con sé in una carrozza. Dopo aver
depositato l'esanime Marius a casa del nonno, Javert riconduce Jean
Valjean a casa sua e, con suo sommo stupore, lo lascia libero di
andarsene. In seguito, l'integerrimo ispettore di polizia, incapace
di conciliare la propria coscienza di uomo, che deve la vita ad un
criminale e gli è perciò riconoscente, con quella di
tutore della legge, sceglie il suicidio gettandosi nella Senna.
Marius, ristabilitosi dalle ferite e riconciliatosi con il nonno,
sposa Cosette -con il beneplacito di Jean Valjean- nel 1833. Dopo il
matrimonio questi, pur avendo ricevuto l'offerta di vivere con la
novella coppia nella loro casa, come già era successo a
Montreuil comprende, dopo una tormentatissima notte, di non poter
porre la propria felicità al disopra di quella di un altro
-nella fattispecie quella di Cosette- e di non poter permettere che
il proprio passato possa mettere in pericolo la futura vita della
giovane. Perciò, preso in disparte Marius gli racconta del
proprio passato di galeotto, ed accetta con profondo dolore di
separarsi da Cosette e a non vederla più.
Lontano dalla figlia adottiva, solo e depresso, il 64enne Jean
Valjean inizia a risentire quasi improvvisamente del peso dei suoi
anni, ammalandosi ed indebolendosi sempre più. Quando, nel
giugno 1833, Marius viene fortuitamente a sapere, proprio grazie al
malvagio Thénardier -che dal canto suo meditava una ennesima
truffa ai danni del giovane- di dovere la vita a Jean Valjean, fa
appena in tempo a correre da lui con Cosette per assistere alla sua
morte, e a dare il tempo al vecchio di vedere un'ultima volta
l'amata figlia adottiva. Valjean esala così l'ultimo respiro,
sventurato ma sereno, significativamente illuminato dalla candele
poste sui candelabri donatigli dal vescovo di Digne, nel cui esempio
ha vissuto la sua intera vita di galeotto redento.
Stando a quanto si apprende nell'ultimo paragrafo del romanzo, la
sua tomba viene posta nel cimitero del Père Lachaise, anonima
se non per una iscrizione tracciata a matita che recita:
(FR)
« Il dort. Quoique le sort fût pour lui bien
étrange,
Il vivait. Il mourut quand il n'eut plus son ange;
La chose simplement d'elle-même arriva,
Comme la nuit se fait lorsque le jour s'en va.
»
(IT)
« Riposa: benché la sorte fosse per lui ben strana,
pure vivea: ma privo dell'angel suo morì:
La cosa avvenne da sé naturalmente
come si fa la notte quando il giorno dilegua »
(I Miserabili, Tomo V libro nono, traduzione italiana di Marisa Zini
(Arnoldo Mondadori Editore))
Personaggi
Personaggi principali
Jean Valjean – Ex forzato perseguitato dalla legge, ma di
sconcertante umanità e bontà. Diviene il padre
adottivo di Cosette, prodigandosi per lei.
Fantine – Giovinetta parigina abbandonata dal suo amante, dal quale
ha una figlia, Cosette. Per provvedere ai suoi bisogni va a cercare
fortuna lasciandola in affidamento ai Thénardier, senza
immaginare la loro crudeltà, fino a morire di stenti malgrado
l'intervento di Jean Valjean.
Cosette – Figlia di Fantine, vive i primi otto anni della sua vita
presso i Thénardier, dai quali è trattata come una
schiava. In seguito viene tratta in salvo da Jean Valjean, che
diventa il suo padre adottivo, e adulta si innamora di Marius.
Marius Pontmercy – Giovane di buona famiglia, che abbandona in odio
alle idee del nonno -vecchio monarchico nostalgico dell'Antico
regime. Vive in povertà e diviene amico di Enjolras e dei
suoi, che rafforzano i suoi ideali liberali e repubblicani. Si
innamora di Cosette.
Javert – Poliziotto ed ispettore di primo grado, irreprensibile
tutore della legge, fa della cattura di Jean Valjean uno scopo di
vita, fino al loro drammatico faccia a faccia finale.
I Thénardier – Coppia di malvagi locandieri che allevano
Cosette trattandola peggio di una serva; in seguito, caduti in
disgrazia, si uniscono a una banda di criminali e tagliagole
parigini, di cui Monsieur Thénardier diviene il capo.
Gavroche – Figlio mai amato né sopportato dei
Thénardier, monello di strada.
Éponine – Figlia maggiore dei Thénardier, innamorata
di Marius cui salva la vita due volte (prima sviando il padre e la
sua banda dall'abitazione di Cosette, poi sacrificandosi al posto
suo sulla barricata) sebbene questi ignori i suoi sentimenti.
Enjolras – Capo degli studenti rivoluzionari che combattono sulla
barricata del 5 giugno 1832.
Personaggi secondari
Monseigneur Myriel – Vescovo di Digne, uomo di chiesa dalla
eccezionale levatura morale. È il primo personaggio
presentato nel romanzo (il primo libro del primo tomo è
infatti dedicato interamente a lui) e la sua presenza pervade
l'intera vicenda, in quanto i suoi insegnamenti ed il suo esempio
sono di stimolo perenne a Jean Valjean a proseguire nella strada
della redenzione.
Père Fauchelevent – Un vecchio carrettiere che viene salvato
da Jean Valjean a Montreuil-sur-Mer, ed in seguito paga il suo
debito aiutando l'ex forzato braccato a rifugiarsi con Cosette nel
convento di cui è giardiniere.
Monsieur Gillenormand – Nonno di Marius, è un vecchio
aristocratico le cui idee ottusamente conservatrici costringono il
nipote a fuggire di casa. Tuttavia il vecchio nutre anche un sincero
amore per Marius, ed è pronto ad accoglierlo in casa, ferito,
dopo gli eventi del 5 giugno.
Azelma – Figlia minore di Thénardier, rimane con il padre
fino all'ultimo, aiutandolo nelle sue truffe e nei suoi delitti.
Monsieur Mabeuf – Ex soldato, amante dei fiori e dei libri, è
amico di Marius e lo aiuta a conoscere e comprendere la figura
dell'eroico padre. Muore sulla barricata, con un'azione eroica, dopo
essere caduto nella miseria più nera.
Struttura dell'opera
Il romanzo è suddiviso in cinque parti, o "tomi", a loro
volta suddivisi in più libri e ancora in capitoli. In essi,
oltre ovviamente al dipanarsi delle vicende narrate, trovano posto
delle ampie digressioni di carattere storico, sociale, filosofico o
semplicemente lirico, che vanno a costituire una grande panoramica
delle idee e delle opinioni dell'autore su un'ampia varietà
di temi, dai più pratici come quelli politici e sociali, alle
meditazioni sull'animo umano e sull'amore.
I cinque tomi in cui è divisa l'opera sono:
Primo tomo: Fantine, nel quale si narrano le vicende dalla
scarcerazione di Jean Valjan ed il suo incontro con il Vescovo
Myriel alla sua successiva fuga da Javert, dopo la morte di Fantine
ed il processo Champmatieu
Secondo tomo: Cosette, nel quale si narrano le vicende dall'incontro
di Jean Valjan con Cosette alla loro fuga nel convento del
Petit-Picpus, ancora per sfuggire a Javert. Il primo libro del tomo
è tuttavia un'ampia rievocazione storica, pressoché
slegata dalla narrazione, delle vicende della Battaglia di Waterloo.
Un altro libro è dedicato alla descrizione dei conventi e
alle considerazioni dell'autore sulla vita monastica.
Terzo tomo: Marius, dedicato quasi interamente, come da titolo, al
personaggio di Marius, alla sua vita giovanile, alle sue idee
politiche ed alla sua ribellione all'ambiente familiare, vi si narra
inoltre del primo incontro a distanza fra questi e Cosette -nel
frattempo divenuta diciassettenne ed uscita dal convento- e
dell'innamoramento fra i due. Il tomo si apre con una digressione
sui monelli vagabondi di cui era piena la Parigi del XIX secolo, e
che funge da introduzione all'ingresso in scena di Gavroche.
Quarto tomo: L'idillio di rue Plumet e l'epopea di rue Saint-Denis,
nel quale viene narrato l'amore fra Marius e Cosette, e gli scontri
del 5 giugno 1832 sulla barricata di rue Saint-Denis. In questo
tomo, che Hugo dichiarò una volta essere il vero "cuore del
romanzo"[1], vengono inoltre descritti gli eventi della rivoluzione
e della Monarchia di Luglio, e sviscerate le ragioni della protesta
popolare del giugno 1832.
Quinto tomo: Jean Valjean, nel quale si narrano le vicende dalla
fuga di Jean Valjean e Marius dalla barricata al matrimonio di
Cosette e Marius, e della morte di Jean Valjean che chiude il
romanzo.
Genesi del romanzo
La gestazione dell'opera fu lunga e difficoltosa; occorsero
più di quindici anni fra la prima ideazione e la stesura
definitiva. Hugo si era già interessato dei problemi della
giustizia sociale e della dignità umana nei suoi romanzi Le
Dernier Jour d'un condamné (1829) e Claude Gueux (1834), nei
quali si scagliava con foga contro le ingiustizie e in particolare
contro la pena di morte; ma formulò appieno l'idea di un
romanzo interamente incentrato sugli "ultimi" e sulla miseria solo
nel 1845, quando stese il primo abbozzo di un'opera che
intitolò provvisoriamente Les Misères. Tuttavia, lo
sviluppo del romanzo si interruppe nel 1848 e lo scrittore si
dedicò invece ad un pamphlet intitolato Discours sur la
misère, che pubblicò nel 1849. Hugo rimise mano al
romanzo quasi dieci anni più tardi, durante il suo esilio, e
ne terminò la scrittura definitiva nel 1862. L'opera venne
pubblicata col titolo Les Misérables nel 1862, dall'editore
Lacroix.
Accoglienza di critica e pubblico
Presentato in due parti, la prima pubblicata il 3 aprile 1862, la
seconda il 15 maggio dello stesso anno, il romanzo raccolse reazioni
contrastanti. La stampa, soprattutto quella vicina al governo di
Napoleone III, attaccò duramente l'opera, che venne giudicata
a volte immorale, a volte troppo sentimentale e, per alcuni, troppo
compiacente e celebrativa dei moti rivoluzionari.
Per contro, il romanzo fu un enorme successo di pubblico. Oltre ad
essere letta ed apprezzata da migliaia di lettori nella madrepatria,
nello stesso anno della sua prima pubblicazione venne tradotta in
molte lingue europee (fra le prime edizioni vi furono quelle in
lingua italiana, inglese, portoghese e greca), che ricevettero
ovunque uno straordinario apprezzamento popolare.