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Dmitrij Petrovič Mirskij, nato Dmitrij Petrovič
Svjatopolk-Mirskij (Governatorato di Char'kov, 9 settembre
1890 – Oblast' di Magadan, 6 giugno 1937), e conosciuto nel mondo
anglofono come D.S. Mirsky, è stato uno scrittore, saggista e
storico della letteratura; con il suo lavoro ha contribuito alla
divulgazione della letteratura russa in Gran Bretagna e in seguito
si adoperò per la diffusione della letteratura inglese in
Unione Sovietica.
Vita
Nacque nella famiglia Svjatopolk-Mirskij, una delle più
insigni della nobiltà pietroburghese, di antico lignaggio ed
originaria della Bielorussia, il cui nome deriva dal Complesso del
Castello di Mir, di loro proprietà. Suo padre, principe
Pëtr Dmitrevič, fu un esponente della politica dell’impero
zarista: di tendenze liberali, ricoprì anche l’incarico di
ministro dell’interno tra il 1904 e il 1905.
Durante gli anni della giovinezza Dmitrij Mirskij rinunciò al
titolo di principe; da studente iniziò ad interessarsi al
Simbolismo russo, cominciando a scrivere poesie. Nel 1911
pubblicò un libro di versi e nello stesso anno si
laureò in letteratura all’ateneo della sua città
natale.
Allo scoppio della prima guerra mondiale servì come ufficiale
nell’esercito imperiale russo ma quando nel 1917, a seguito degli
stravolgimenti politici sfociati nella Rivoluzione d'ottobre,
iniziò la guerra civile, si schierò nelle file
dell’Armata Bianca dei controrivoluzionari zaristi al seguito del
generale Anton Ivanovič Denikin. Nel 1921, quando si era delineata
la vittoria dell’Armata Rossa, Mirskij emigrò in Gran
Bretagna. Qui iniziò la sua attività didattica
divenendo professore di letteratura russa all'Istituto di Studi
Slavi del King's College di Londra.
In seguito il suo avvicinamento al marxismo e il sempre più
consistente interesse verso la situazione politica del suo paese lo
portarono ad iscriversi al Partito comunista della Gran Bretagna e
nel 1931 chiese di rientrare in patria. L’anno successivo, con
l’aiuto di Maksim Gor'kij, che perorò la sua causa presso le
autorità sovietiche, ottenne il permesso di rimpatrio. Con la
morte di Gor'kij, avvenuta nel 1936 gli venne a mancare non solo un
amico, ma anche un influente protettore. Nel 1937, durante le Grandi
purghe staliniste, venne arrestato dal NKVD ed internato in un
gulag, dove morì nel 1939.
Opere
Durante l’arco di tutta la sua vita si occupò di critica
letteraria, scrivendo numerosi saggi e curando varie antologie sui
maggiori scrittori inglesi e russi, interessandosi anche di
traduzioni.
Fu collaboratore della rivista Criterion, di T. S. Eliot. Durante un
suo soggiorno a Parigi la rivista Echange ospitò i suoi
articoli e a Bruxelles, tra il 1926 e il 1928, nell'almanacco
Versty, vennero pubblicati suoi scritti.
Dopo il rientro in Unione Sovietica ebbe modo di far conoscere le
sue capacità di saggista e divulgatore nell'ambito della
critica letteraria, sia russa che straniera, con la sua opera di
diffusione della letteratura europea, specialmente anglofona. Come
in Europa occidentale, con il suo lavoro, era riuscito a far
conoscere il talento di Boris Pasternak, così in patria si
prodigò per diffondere la conoscenza di autori come T. S.
Eliot, Percy Bysshe Shelley, Aldous Huxley, James Joyce.
Nel 1937 pubblicò, senza firmarla, la prima Antologia della
nuova poesia inglese in lingua russa. Al contempo si dedicò
alla stesura di articoli di critica su alcuni poeti russi coevi.
L'opera di Mirskij più rilevante e conosciuta è una
Storia della letteratura russa, scritta originariamente in lingua
inglese e pubblicata in due volumi nel 1926/1927; partendo dal XII
secolo con il Canto della schiera di Igor e concludendosi al primo
quarto del XX secolo con l'inizio della cultura letteraria
sovietica, rimane uno dei testi basilari per la comprensione
dell'evoluzione della scrittura in lingua russa. Lo studioso
statunitense di letteratura slava E. Wilson giudicò questa
sua opera come la "più ariosa, illuminante e leggibile" del
panorama della critica del settore, scritta da chi "ha il senso dei
valori letterari e la sicurezza del giudizio".
La sua opera, a seguito della sua scomparsa nei gulag sovietici, fu
ben presto dimenticata. Solo dopo la sua riabilitazione post mortem
fu di nuovo presa in considerazione, ma non ebbe mai modo di essere
conosciuta ed apprezzata tanto quanto accadde nel mondo occidentale.
Traduzioni in lingua italiana