www.treccani.it
Pseudonimo dell'uomo politico russo Julij Osipovič Cederbaum
(Costantinopoli 1873 - Schömberg, Baden, 1923). Fu tra i primi
esponenti del socialismo russo e fondò (1895) con Lenin a
Pietroburgo l'Unione di lotta per la liberazione della classe
operaia, confluita nel circolo Emancipazione dal lavoro. In esilio a
Zurigo, partecipò alla fondazione del periodico Iskra (1900),
ma entrò in contrasto con Lenin per la diversa concezione del
processo rivoluzionario, da M. previsto con i caratteri di una
rivoluzione borghese a cui la classe operaia era chiamata solo a
collaborare.
Sulla diversa concezione del partito che ne discendeva si
consumò la rottura al congresso del Partito operaio
socialdemocratico russo (1903) fra bolscevichi, guidati da Lenin, e
menscevichi, dei quali M. fu da allora uno dei principali esponenti.
Internazionalista, durante la prima guerra mondiale partecipò
alle conferenze di Zimmerwald (1915) e Kienthal (1916). Rientrato in
Russia nel maggio 1917, si schierò contro la politica del
governo provvisorio e dopo la rivoluzione d'ottobre propose la
formazione di un governo di coalizione fra le forze socialiste.
Criticò duramente l'azione del governo sovietico, ma
nonostante la sua opposizione al bolscevismo mantenne posizione di
sostanziale solidarietà contro le armate
controrivoluzionarie. Trasferitosi a Berlino nel 1920, M.
collaborò alla fondazione dell'Unione dei partiti socialisti
per l'azione internazionale (1921), detta anche Internazionale due e
mezzo. Ha lasciato una Istorija rossijskoj socialdemokratičeskoj
partii ("Storia della socialdemocrazia russa", 1923; trad. tedesca
1926).