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Marco Antonio (in latino Marcus Antonius[1]; Roma, 14 gennaio 83
a.C. – Alessandria d'Egitto, 1 agosto 30 a.C.) è stato un
politico e generale romano durante il periodo della Repubblica.
Biografia
I primi anni
Marco Antonio nacque a Roma il 14 gennaio dell'83 a.C.; suo padre,
Marco Antonio Cretico, era figlio del grande oratore Marco Antonio
Oratore, ucciso dai sostenitori di Gaio Mario nell'86 a.C.; per
parte di madre, Giulia Antonia, era nipote di secondo grado di Gaio
Giulio Cesare. Suo padre morì in giovane età nel 71
a.C., lasciando lui ed i suoi fratelli, Lucio e Gaio e la sorella
Antonia, alle cure della madre, che sposò Publio Cornelio
Lentulo Sura, un politico coinvolto nella congiura di Lucio Sergio
Catilina e giustiziato nel 63 a.C.
Secondo Plutarco, la giovinezza di Antonio fu caratterizzata da uno
stile di vita dissoluto, tanto che prima di compiere 20 anni sembra
che avesse già contratto debiti per una somma di circa 250
talenti (1 talento equivale a 26,2 kg di argento)[2].
Dopo questo periodo Antonio andò in Grecia per studiare
retorica. Poco dopo si arruolò nella cavalleria dell'esercito
del proconsole Aulo Gabinio diretto in Siria. Nel ruolo di
comandante della cavalleria si distinse per coraggio e sprezzo del
pericolo. Fu durante questa campagna che visitò per la prima
volta Alessandria d'Egitto.
Carriera politica (54-44 a.C.)
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la
voce Conquista della Gallia.
Nel 54 a.C. Antonio si unì allo stato maggiore dell'esercito
di Giulio Cesare in Gallia, dove fu questore nel 52 a.C.
Diventato accanito sostenitore di Cesare, grazie all'aiuto di questi
nel 50 a.C. fu eletto tribuno della plebe e augure. Durante questo
anno Antonio sostenne Cesare nel conflitto con il senato e Pompeo,
che avrebbero voluto che il generale romano si dimettesse dal
proconsolato e lasciasse il comando dell'esercito prima di
richiedere l'assegnazione del consolato. Alcune voci sostengono
anche che abbia conquistato anche l'intera regione della Cimolia
nell'attuale Ungheria.
Il 19 novembre Antonio fu espulso dalla Curia, lasciò Roma e
raggiunse Cesare sul Rubicone. Durante la guerra civile, mentre
Cesare marciava su Roma, Antonio, assunto il comando di un reparto,
occupò Arezzo e poi Ancona.
Nel 49 a.C. Antonio ebbe l'imperio propretorio per l'Italia. In
seguito prese parte alla battaglia di Farsalo e, quando Cesare venne
nominato dittatore, fu fatto magister equitum, carica che prevedeva
la direzione della politica militare ed interna della penisola.
La condotta di Antonio come amministratore portò ad un
raffreddamento dei rapporti con Cesare, che lo rimosse dalle
responsabilità politiche. Egli infatti fu responsabile di una
strage di cittadini romani, quando il senato varò il Senatum
Consultum Ultimum e gli diede ordine di fermare le squadracce di
Dolabella che era intenzionato a promulgare una legge di
annullamento dei debiti a costo di spargere il terrore per tutta
Roma. Antonio fece uccidere le prime cinquanta persone che
trovò nel foro, senza neanche verificarne l'identità.
Secondo una fonte non obiettiva (Le Filippiche ciceroniane),
tentò addirittura di uccidere Cesare, perché in teoria
sarebbe dovuto diventare suo erede.
Nonostante ciò Antonio nel 44 a.C. fu eletto console, carica
che ricoprì avendo come collega Cesare. Nel febbraio dello
stesso anno, durante la festa dei Lupercali, il console offrì
pubblicamente a Cesare un diadema, che questi rifiutò. Questo
gesto fu calcolato per debellare le voci secondo cui Cesare avrebbe
voluto instaurarsi come un nuovo re di Roma, cosa che avrebbe
danneggiato irreparabilmente la sua reputazione, in quanto ancora
alla sua epoca la parola "rex" era pregna di connotazioni negative
(eccezion fatta per il rex sacrorum). Il diadema era un simbolo di
potere regio sin dai tempi delle antiche monarchie ellenistiche, ed
il rifiuto di Cesare di indossarlo costituiva un rifiuto simbolico
del ruolo di re. Il 15 marzo 44 Giulio Cesare fu assassinato da un
gruppo di senatori, capeggiato da Gaio Cassio Longino e Marco Giunio
Bruto.
Per guadagnare tempo, Antonio scese a compromessi con i cesaricidi:
con un abile mossa permise che il senato concedesse l'amnistia ai
congiurati e cercò il dialogo proprio con la massima
assemblea romana. In cambio, il Senato votò la concessione
dei funerali di stato per Cesare. Durante le celebrazioni accadde
però che la vista del corpo del dittatore e del sangue sulla
sua toga, la lettura del suo testamento generoso verso i romani ed
il discorso ad effetto di Antonio, accendessero d'ira l'animo del
popolo contro gli assassini.
Il secondo triumvirato (44-42 a.C.)
Il vuoto di potere causato dalla morte di Cesare lasciò la
scena politica romana divisa fra tre fazioni: quella dei cesaricidi,
che con Decimo Giunio Bruto controllava la Gallia cisalpina e che
godeva dell'appoggio del senato, quella che faceva capo ad Antonio e
quella dei veterani delle legioni di Cesare, che avevano trovato una
guida nel figlio adottivo di Cesare, Ottaviano.
Dopo mesi di difficili negoziati ed in seguito alla sconfitta di
Antonio nella Battaglia di Modena ad opera delle legioni dei consoli
unite a quelle di Ottaviano, si giunse ad un accordo stipulato tra
Antonio, Ottaviano e Marco Emilio Lepido.
Nel novembre del 43 a.C. i tre uomini si unirono nel secondo
triumvirato, ratificato dalla legge Titia per un periodo di cinque
anni. Per suggellare l'alleanza Ottaviano sposò Clodia
Pulcra, figliastra di Antonio.
Ottenuta dai comizi la condanna dei cesaricidi, i triumviri diedero
inizio ad una sistematica persecuzione degli oppositori. Cicerone fu
tra le vittime delle violenze perpetrate.
Nel 42 a.C., in seguito alla vittoria nella battaglia di Filippi ed
il suicidio di Bruto e Cassio (gli assassini di Cesare), i triumviri
procedettero alla spartizione delle rispettive sfere d'influenza.
Lepido ottenne il controllo dell'Africa, Ottaviano, al quale erano
toccate le province occidentali, rimase in Italia per garantire
l'assegnazione di terre ai veterani ed Antonio ebbe le province
orientali. Questi, partito per sedare una rivolta in Giudea, durante
il viaggio incontrò la regina Cleopatra a Tarso nel 41 a.C. e
la seguì ad Alessandria, dove rimase con Cleopatra, della
quale era divenuto l'amante, fino all'anno successivo.
Nel frattempo Ottaviano aveva divorziato da Clodia ed aveva dovuto
fronteggiare una rivolta interna, capeggiata dalla moglie di
Antonio, Fulvia. Nel 40 a.C. Ottaviano ed Antonio negoziarono un
trattato di pace a Brindisi, suggellato dal matrimonio tra Antonio e
Ottavia Minore, sorella di Ottaviano.
Antonio e Cleopatra
Denario emesso da Marco Antonio per pagare le sue legioni. Al
rovescio, il simbolo della Legio III Cyrenaica.
Antonio intraprese i preparativi per la spedizione contro i Parti,
quando la ribellione di Sesto Pompeo in Sicilia occupò
l'esercito promesso da Ottaviano ad Antonio. Questi non reagì
bene alla frustrazione dei suoi piani e solamente con l'intervento
di Ottavia si giunse ad un nuovo trattato firmato a Taranto nel 38
a.C. Il triumvirato fu rinnovato per un ulteriore periodo di cinque
anni ed Ottaviano promise di fornire ad Antonio le legioni per la
campagna partica.
Questi, stanco degli indugi del triumviro, salpò per
Alessandria d'Egitto per incontrare di nuovo Cleopatra, che nel
frattempo aveva avuto due gemelli. Con l'aiuto delle finanze
egiziane Antonio raccolse un esercito e partì per la campagna
contro i Parti. L'esito fu disastroso: dopo aver subito varie
sconfitte Antonio perse quasi tutti gli uomini durante la ritirata
attraverso l'Armenia.
Nel frattempo a Roma, dopo l'allontanamento di Lepido, Ottaviano,
rimasto solo al potere, iniziò ad attirare dalla sua parte
l'aristocrazia tradizionalista romana. Cominciò ad alienare
le simpatie dei sostenitori di Antonio, accusandolo di
immoralità per aver abbandonato la moglie ed i figli per la
relazione con la regina d'Egitto, Cleopatra. Nonostante ripetuti
inviti rivolti ad Antonio perché tornasse in patria, egli
rimase ad Alessandria con Cleopatra, dalla quale ebbe un altro
figlio.
La fine
Dopo la conquista dell'Armenia, nel 34 a.C., condotta da Antonio con
il contributo finanziario egiziano, entrambi celebrarono il trionfo
ad Alessandria. Il tradizionalismo dell'opinione pubblica romana fu
profondamente scosso dalla inconsueta procedura trionfale e dalle
decisioni prese nell'occasione delle Donazioni di Alessandria.
Cleopatra ebbe il titolo di "regina dei re", fu associata nel culto
a Iside e nominata reggente dell'Egitto e di Cipro con Cesarione,
dichiarato figlio ed erede di Cesare. Dei tre figli avuti con
Antonio, Alessandro Helios fu incoronato sovrano dell'Armenia, Media
e Partia, Cleopatra Selene fu nominata sovrana di Cirenaica e Libia,
mentre Tolomeo Filadelfo fu incoronato sovrano di Fenicia, Siria e
Cilicia.
La politica di Cleopatra ed Antonio favorì la reazione di
Ottaviano, che accusò la regina di minare il predominio di
Roma e convinse i Romani a dichiarare guerra all'Egitto. Il 2
settembre 31 a.C. le forze navali romane si scontrarono con quelle
di Antonio e Cleopatra nella battaglia di Azio. Visto che la
battaglia era persa la regina riparò ad Alessandria con parte
della flotta, seguita da Antonio.
Il giorno 1 agosto del 30 a.C. Ottaviano invase l'Egitto ed
entrò nella capitale. Non avendo vie di scampo, Antonio si
suicidò. Pochi giorni più tardi, Cleopatra ne
seguì l'esempio.
Si pensa, secondo l'archeologo di fama mondiale
Zahi Hawass, che Cleopatra sia sepolta insieme a Marco Antonio a 30
km da Alessandria d'Egitto, sotto i resti di un tempio dedicato a
Iside, il Tabusiris Magna. Hawass è convinto che la regina sia
sepolta lì perché conducendo gli scavi ha trovato
monete raffiguranti Cleopatra e Marco Antonio, un busto di
cleopatra, una testa raffigurante la bella regina e una maschera di
Marco Antonio. Recentemente, fuori dal tempio sono state trovate
mummie di nobili nelle vicinanze della necropoli. Queste scoperte
hanno condotto gli archeologi a ritenere che all'interno del tempio
stesso fossero sepolte persone molto importanti o di dinastia reale
come Cleopatra. La spedizione di Hawass deve ancora scavare le camere
di sepoltura poste a 12 metri sotto la superficie: è
lì che si spera di trovare una corona o un geroglifico in
grado di rivelare l'identità del reale sepolto. Secondo
Hawass, entro il 2012 la tomba di Cleopatra e Marco Antonio
verrà portata alle luce.
Matrimoni e figli
Matrimonio con Fadia
Matrimonio con Antonia Ibrida (sua cugina)
Antonia di Tralles
Matrimonio con Fulvia
Marco Antonio Antillo,
giustiziato da Ottaviano nel 31 a.C.
Iullo Antonio
Matrimonio con Ottavia Minore
Antonia Maggiore
Antonia Minore
Figli con Cleopatra
Alessandro Helios
Cleopatra Selene
Tolomeo Filadelfo.
Cronologia
83 a.C. nasce a Roma
54 - 50 a.C. al seguito di Cesare nella campagna
gallica
52 a.C. questore
50 a.C. tribuno della plebe
48 a.C. magister equitum
47 a.C. amministratore in Italia
44 a.C. console con Cesare
43 a.C. forma il secondo triumvirato con
Ottaviano e Lepido
42 a.C. sconfigge Cassio e Bruto; viaggi in
Oriente
41 a.C. incontra Cleopatra
40 a.C. ritorna a Roma, sposa Ottavia; trattato
di Brindisi
38 a.C. trattato di Taranto: rinnovo del
triumvirato
36 a.C. campagna contro i Parti
35 a.C. conquista dell'Armenia
34 a.C. console per la seconda volta; donazioni
di Alessandria
33 a.C. fine del triumvirato
31 a.C. battaglia di Azio
30 a.C. muore suicida
Curiosità
Marco Antonio amava circondarsi di fenomeni da baraccone[4] come il
nano Sisifo, alto circa uno o due piedi[5].
Note
1 M•ANTONIVS•M•F•M•N, Marcus Antonius Marci
Filius Marci Nepos, "Marco Antonio, figlio di Marco, nipote di
Marco".
2 Dracma
3 Babelon (Antonia) 95. Crawford 543/2. CRI 345.
Sydenham 1210.
4 Orazio, Satire, I, 3, n. 12 al v. 47, Corriere
della Sera, Classici del pensiero libero greci e latini, n° 30,
2012.
5 Acronis et Porphyrionis commentarii in Q.
Horatium Flaccum, vol. II, Berolini, Svmptibus Ivlii Springeri,
1865, pagg. 55 e 69. Vd. anche Giovanni Canestrini, Antropologia,
pag. 8 della versione online.
Bibliografia
Ernle Bradford, Cleopatra, Rusconi, Milano, 1977
e successive rist.; altre ediz.: Fabbri, Milano, 2000 e successive
rist; Bompiani, Milano, 2002; Corriere della Sera-RCS Quotidiani,
Milano, 2006
Joachim Brambach, Cleopatra, Salerno editrice,
Roma, 1997; altra ediz.: Il Giornale, Milano (senza data)
François Chamoux, Marco Antonio: ultimo
principe dell'Oriente greco, Rusconi, Milano, 1988.
Michael Grant, Cleopatra, Newton Compton, Roma,
1983 e successive rist.
Giusto Traina, Marco Antonio, Roma-Bari, Laterza,
2003.