www.treccani.it
Giornalista, pittore, editore italiano (Bagnacavallo 1905 - Milano
1957). Fondò la omonima casa editrice a Milano nel 1946
(insieme con G. Monti, che ne fu primo presidente), assumendone la
direzione dal 1954 al 1956, quando si ritirò per dissensi
ideologici e politici. Fondò anche, fra gli altri periodici,
L'Italiano (1927), quindicinale di polemica politico-letteraria a
carattere "strapaesano"; Omnibus (1937), settimanale a rotocalco di
attualità politico-artistico-letteraria, che ha avuto largo
seguito in tal genere di pubblicazioni; e (1950) Il borghese,
periodico (mensile, poi quindicinale, infine settimanale)
satirico-polemico di cultura e costume, orientato a destra. Noto
soprattutto come editore, di un gusto grafico raffinato e insieme
smaliziato, e come disegnatore-caricaturista dal tratto mordace, L.
ebbe anche singolari qualità di scrittore, specie nell'ambito
di un'aneddotica e memorialistica caustica, spregiudicata, sebbene
in fondo nostalgica di conformismo. Dai suoi articoli e volumi
(Vade-mecum del perfetto fascista, 1926; Cinque anni di rivoluzione,
1927; Il mondo cambia, 1946; Parliamo dell'elefante, 1947; In piedi
e seduti, 1948; Il destino ha cambiato cavallo, 1951; ecc.) è
stata tratta postuma, a cura di M. Monti, la scelta Il meglio di L.
L. (1958).