Maximilien-Paul-Émile Littré

 

 

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Filosofo e filologo (Parigi 1801 - ivi 1881). Interruppe gli studî di medicina per dedicarsi all'insegnamento e approfondire la conoscenza delle lingue classiche e orientali. Partecipò alla vita politica come fervente democratico, soprattutto attraverso il giornalismo. Dopo il 1871 fece parte dell'Assemblea nazionale e nel 1873 entrò all'Accademia, nonostante i forti contrasti provocati dalla sua posizione aspramente anticlericale. Seguace di A. Comte, non accettò tuttavia la parte mistico-dogmatica della sua dottrina, onde fu da Comte stesso sconfessato (1852). Si attenne rigorosamente al metodo positivo, inteso come rifiuto di ogni speculazione a priori, sostenendo che le uniche scienze degne del nome erano quelle basate sull'osservazione e l'esperimento. Veniva così bandito qualunque problema che non fosse suscettibile di una verifica empirica.

Fondò (1867) e diresse la Revue de philosophie positive, che terminò le pubblicazioni due anni dopo la sua morte. Come filologo il suo nome è legato soprattutto al classico Dictionnaire de la langue française (4 voll., 1863-72, con supplementi nel 1878), alla traduzione in francese antico dell'Inferno dantesco (1879) e alla traduzione degli scritti ippocratici (10 voll., 1839-61).