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La Legge Le Chapelier, del 14 giugno 1791, aboliva le corporazioni,
l'apprendistato e introduceva un delitto di coalizione, penalmente
perseguibile, abrogato solo nel 1864. In conseguenza la legge
proibiva anche le associazioni di lavoratori ed il diritto di
sciopero, con l'argomento che il nuovo regime che aveva distrutto le
antiche corporazioni, non poteva permettere la ricostruzioni di
nuove, che si interponessero fra Stato e cittadini: a nessuno
è permesso di ispirare ai cittadini un interesse
intermediario. Coerentemente, alla fine del settembre 1791, egli
criticò i club e le società popolari che non avevano
più ragione di esistere, dal momento che la missione di
rigenerazione della nazione era terminata: "la rivoluzione è
finita … occorre portare l'ordine e la pace perché la nuova
costituzione potesse entrare in vigore" ripeté sovente Le
Chapelier negli ultimi mesi dell'Assemblea Costituente.
Ved. anche Le Chapelier, Isaac-René-Guy