Da Sotto la Mole 1916 - 1920
L'avv. Esuperanzo Ballerini, ufficiale dell'equestre militar Ordine
dei Ss. Maurizio e Lazzaro e commendatore dell'Ordine della Corona
d'Italia, si distrae dalle fatiche cui lo costringe la sua carica di
economo generale del regio economato generale dei benefizi vacanti
scrivendo versi e prose. L'avv. Esuperanzo dimostra cosí di
essere un perfetto italiano e, come tale, di professare un ardente
culto per le tradizioni nazionali. I burocratici italiani hanno
sempre dimostrato un'invincibile vocazione per le arti belle; essi
sono tutti geni incompresi, spiriti elettissimi, costretti dalla
sorte maligna a emarginar pratiche ed apporre firme, e pertanto si
ribellano al fato: lo stipendio lo concepiscono come un doveroso
tributo della collettività al loro genio, che ha bisogno di
ozio con dignità per affermarsi e glorificare in versi e in
prosa la vitalità della stirpe. L'amministrazione dello Stato
non funziona, è vero, ma la letteratura accresce i suoi
allori; l'amministrare è vile materialità e i
burocratici sono idealisti, squisitamente idealisti e raffinati
sacerdoti delle Grazie.
L'avv. Esuperanzo, economo generale dei benefizi vacanti, si sforza
virtuosamente di ingentilire lo spirito degli italiani, di sollevare
i suoi concittadini fino alle vette della gentilezza e del buon
gusto: la collettività spende certo con profitto i quattrini
assegnati come tributo nazionale all'avv. Esuperanzo. Ed è
piú che giusto che le pubbliche associazioni si facciano
patronesse del genio vigorosamente produttivo anche fra la vile
polvere delle pratiche riguardanti i benefizi. Ed è
piú che giusto che l'Alleanza nazionale, presieduta per la
Commissione di propaganda dal prof. Giovanni Vidari, rettore
magnifico della R. Università, si faccia editore delle prose
letterarie dell'avv. Esuperanzo. Il magnifico rettore, prof.
Giovanni Vidari, fa spendere certo con profitto i quattrini affidati
al suo controllo ed ubbidisce all'imperativo categorico del suo
essere rettore di uno dei massimi istituti di cultura e di
educazione nazionale, diventando editore degli «Stelloncini
della vittoria» che l'avv. Esuperanzo ha affidato all'Alleanza
nazionale e l'Alleanza distribuisce prodigalmente nei teatri e nei
cinematografi. Il magnifico rettore, prof. Giovanni Vidari, deve
essere molto soddisfatto di sapere che alle signore e signorine
frequentatrici di cinematografi e teatri si mettano sotto gli occhi
«Stelloncini» cosí briosamente e elettamente
concepiti:
«Quando ha incominciato a indebolirsi il blocco
centrale?»
«Quando ha perduto Durazzo e i Dardanelli?»
«Cos'è questa tanto strombazzata germanica
cultura?»
«Non c'è che da scandere il vocabolo per trovarvi
l'espressione del piú depravato gusto teutonico».
Di tali «Stelloncini» l'Alleanza nazionale ha fatto
stampare decine di migliaia di fogli tricolori; per l'Alleanza
nazionale, presieduta dall'on. Daneo, e per la sua Commissione di
propaganda, presieduta dal magnifico rettore prof. Giovanni Vidari,
gli «Stelloncini» devono essere espressione tipica del
latin sangue gentile, se alla loro diffusione dedicano i quattrini
affidati al loro controllo. L'on. Daneo e il magnifico rettore
Giovanni Vidari devono avere molta stima ed ammirazione per l'avv.
Esuperanzo Ballerini e per le sue prose se consentono all'Alleanza
nazionale di farsene editrice e diffonditrice. E noi dobbiamo sempre
piú convincerci di non essere latin sangue gentile, di non
partecipare dell'anima nazionale, se ci sentiamo costretti a
domandare perdono ai nostri compagni operai e contadini di aver
riprodotto nell'«Avanti!» le scurrilità dell'avv.
Esuperanzo, ufficiale e commendatore, autorizzate da un deputato e
un magnifico rettore, le scurrilità diffuse da rappresentanti
della burocrazia, del parlamento, dell'università, pilastri
della Nazione italiana.
(8 dicembre 1918).