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L'integralismo religioso (o integrismo religioso) è un tipo
di integralismo che, facendo riferimento a una religione e in
particolare ai suoi testi sacri e dogmi, mira ad applicarne
«compiutamente i principî [...] nella vita politica,
economica e sociale»[2] della collettività. A questo
scopo si tende a eliminare il pluralismo filosofico, ideologico e
d'azione, rigettando le idee differenti.[3] Per raggiungere tale
obiettivo, gli integralisti sottomettono la politica e le leggi
dello stato ai precetti della religione, operazione che portata alle
sue estreme conseguenze si traduce nell'instaurazione di una
teocrazia.
Tipi di integralismo religioso L'espressione tuttavia è usata
con molte sfumature a seconda dei contesti e delle ideologie, ma
anche all'interno di una stessa religione gli stessi termini sono
applicabili in maniera diversa. All'interno dell'Islam, ad esempio,
la spiritualità sufi è un "integralismo" ben diverso
da quello del burqa che trova peraltro applicazione nel solo
Afghanistan (anche precedentemente all'esperienza talebana e in
grado di sopravvivere anche all'abbattimento di quel regime).
Altro significato è quello attribuibile al fenomeno dei
terroristi suicidi, seppure tutti gli interessati affermano di
seguire alla lettera il Corano. Allo stesso modo, nella Chiesa
cattolica c'è una netta differenza tra chi sostiene il
divieto assoluto di lavorare di domenica e gli "integralisti" come
don Bosco o madre Teresa di Calcutta.
Infatti, l'espressione "integralismo religioso" si riferisce a due
principali e diversi comportamenti concreti: l'integralismo ad
orientamento politico, e quello dell'attitudine personale. Il primo
è quello rivolto all'esterno, di chi intende estendere ad
altri l'applicazione integrale dei dogmi della fede professata: alla
propria famiglia, alla società in cui vive o addirittura a
tutti gli abitanti del pianeta. Il secondo è il significato
sostanzialmente privato, riguardante il comportamento degli aderenti
a un credo religioso, che adeguano interamente tutti gli aspetti
della propria vita ai precetti religiosi.
Quest'ultimo atteggiamento, in realtà, raramente viene
definito integralismo (non corrispondendo alla definizione generale
originaria di tale parola, che fa riferimento a qualcosa di diretto
all'esterno), e quando capita – non essendo normalmente oggetto di
polemiche – tale termine non ha il senso dispregiativo che ha
assunto nel linguaggio comune.
L'identità tra capo dello stato e guida religiosa (si veda
cesaropapismo) non implica necessariamente integralismo anche se vi
sussistesse una forma di teocrazia: per esempio l'Impero romano, a
causa della presenza di una struttura statale (senato,
rappresentanza popolare, corpi intermedi, leggi), non è sullo
stesso piano dell'Afghanistan dei talebani, della Svizzera di
Calvino o dell'Iran di Khomeini.
Integralismo cattolico
L'espressione integralismo cattolico si diffuse nella seconda
metà del XX secolo in riferimento a una parte del
cattolicesimo politico costituita da un movimento
politico-dottrinale nato nell'Italia post-unitaria alla fine del XIX
secolo e configuratosi come una ripresa dell'idea medievale di uno
stato teocratico, secondo cui la dottrina sociale della Chiesa
cattolica contiene in sé il modello della società
ideale.
L'integralismo cattolico, in buona sostanza, è una dottrina
in base alla quale l'azione politica dei cattolici deve tendere a
realizzare integralmente la propria concezione ideale, plasmando
ogni aspetto della società civile sul modello dei
principî della dottrina cristiana e rifiutando compromessi o
alleanze con altre correnti ideologiche.
In ambito europeo, l'accusa di "integralismo cattolico" è
stata recentemente mossa nei confronti della Chiesa cattolica, per i
discorsi di papa Benedetto XVI contro il nichilismo ed il
relativismo culturale, e verso movimenti ed associazioni cattoliche
come Comunione e Liberazione ed Opus Dei, per le loro battaglie
contro l'aborto, in favore del ritorno all'uso del latino nella
liturgia o in sostegno del finanziamento pubblico delle scuole
paritarie cattoliche e delle famiglie che non fanno alcun uso di
strumenti per il controllo delle nascite.
Altri movimenti integralisti cattolici si sono sviluppati, intorno
al 1930, in Spagna, Portogallo e Brasile.