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Scrittore, musicista e disegnatore tedesco (Königsberg 1776 -
Berlino 1822). Fra tutti gli scrittori tedeschi dell'epoca romantica
é quello che più rapidamente e più saldamente
ottenne celebrità anche all'estero: subito tradotto da
Carlyle, influenzò autori quali Poe e Baudelaire, Balzac,
Gogol´ e persino Dostoevskij, e il suo influsso è
fortemente avvertibile anche nell'espressionismo e nel surrealismo
letterario e pittorico. Nelle sue fiabe fantastico-grottesche (Der
goldene Topf , 1813) la frattura tra l'arte e la meschina condizione
dell'umanità è resa da personaggi sinistri che si
muovono fra la realtà e il soprannaturale.
VITA E OPERE
Dopo aver studiato diritto nella città natale, nel 1796
entrò a far parte dell'amministrazione dello stato prussiano;
nel 1798 assegnato al tribunale camerale di Berlino, nel 1800
assessore a Posen, a causa di alcune caricature irriverenti nel 1802
fu trasferito come consigliere a Plozk, nella parte di Polonia
annessa alla Prussia, e nel 1803 a Varsavia, ove rimase fino al
1806, quando, per l'avanzata delle truppe napoleoniche, perdette il
posto. Ridotto alla miseria, solo nel 1808 ottenne a Bamberga la
carica di direttore musicale del locale teatro (accanto agli studi
di diritto aveva infatti coltivato anche quelli musicali). Ma il
teatro fu costretto ben presto a chiudere. Per alcuni anni diede
lezioni private di musica e scrisse articoli e recensioni per
l'Allgemeine musikalische Zeitung di Lipsia, finché nel 1813
fu nominato direttore musicale, con compiti anche di direttore
d'orchestra, di una compagnia teatrale operante alternativamente a
Dresda e a Lipsia. Nel 1816 fu reintegrato nell'amministrazione
prussiana quale consigliere del tribunale camerale di Berlino.
Dedito da sempre all'alcool, ne conseguì una malattia alla
spina dorsale che lo portò a morte penosissima a 46 anni.
Ingegno assai versatile ed eccezionalmente irrequieto,
sfruttò le naturali doti artistiche soprattutto quale
disegnatore e caricaturista, rivelando subito il suo carattere
spregiudicato. Più serio fu il suo impegno di musicista;
ammiratore e imitatore di Mozart fu fertile compositore. La sua
opera più valida, la Undine, su testo rielaborato da
Fouqué (di cui è rimasta la sola riduzione per
pianoforte), fu rappresentata a Berlino nel 1816. Più
fortunata l'attività di scrittore, iniziata nel 1808 a
Bamberga con lo schizzo fantastico Ritter Gluck. Seguì, nel
1809, il primo dei frammenti componenti la Kreisleriana, raccolta di
scritti autobiografici e critici e di stravaganze incentrate sulla
figura dell'immaginario compositore Kreisler, pubblicata nel 1814.
Del 1812 è la novella Don Juan, in cui è evidente il
riferimento a Mozart; e ugualmente legate alla musica sono le
successive novelle Rat Krespel, Die Fermate, Der Sandmann, Die
Automate, tutte cariche di personaggi estrosi, maniaci e persino
sinistri, con larghe concessioni al surreale che servono a dare il
senso della frattura tra la verità tutta propria dell'arte e
la meschina condizione dell'umanità.
A questo gruppo di novelle tenne dietro la più originale e
più nota delle fiabe fantastico-grottesche di H., Der goldene
Topf (1813, pubblicata nella raccolta in 4 voll.,
Phantasiestücke in Callots Manier, 1814), frutto di
un'inarrestabile fantasia che, nel groviglio degli episodi e
nell'alternarsi dei due piani del reale e del magico-favoloso, rende
il contrasto fra la miseria del quotidiano e le aspirazioni di
un'anima librata verso mete che la sua stessa irrequietezza non gli
consente di precisare. Opera di più vasto impegno ma di esiti
più modesti fu il romanzo Die Elixiere des Teufels (1816).
Da ricordare ancora le novelle Das Bergwerk zu Falun (1819),
Prinzessin Brambilla (1820), il composito romanzo Lebensansichten
des Katers Murr (2 voll., 1821-22), il dialogo di considerazioni sul
teatro Seltsame Leiden eines Theaterdirektors (1818).
Lo stesso H. curò la raccolta di molte delle sue novelle,
pubblicando, oltre i già ricordati Phantasiestücke in
Callots Manier, i Nachtstücke (2 voll., 1817) e Die
Serapionsbrüder (4 voll., 1819-21).