Gregorio XVI, Papa

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Papa Gregorio XVI, in latino: Gregorius PP. XVI, al secolo Bartolomeo Alberto (in religione Mauro) Cappellari (Belluno, 18 settembre 1765 – Roma, 1º giugno 1846), è stato il 254º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 2 febbraio 1831 alla morte; apparteneva alla congregazione camaldolese dell'Ordine di San Benedetto.

Bartolomeo Alberto Cappellari nacque il 18 settembre 1765 a Mussoi, oggi sobborgo di Belluno, nella casa di campagna di famiglia. Il giorno successivo venne battezzato nella vicina parrocchia di Bolzano Bellunese dallo zio, don Antonio Cappellari. Era l'ultimo dei cinque figli di Giovanni Battista Cappellari e di Giulia Cesa, entrambi figli di notai e membri della piccola nobiltà bellunese.

Iniziò gli studi con Giovanni Carrera, un canonico di Belluno, e pare che la sua vocazione fosse nata intorno ai quindici anni, quando vide la sorella Caterina entrare in un convento di monache cistercensi. Il 23 agosto 1783 Bartolomeo entrò a far parte della congregazione dei camaldolesi del monastero di San Michele in Isola, presso Murano. Assunto il nome religioso di Mauro si distinse rapidamente per i suoi conseguimenti teologici e linguistici. A partire dal 1790 insegnò filosofia e scienze presso lo stesso monastero.

Il suo primo contatto con il pubblico avvenne nel 1799 quando pubblicò un lavoro contro i giansenisti italiani, intitolato Il trionfo della Santa Sede e della Chiesa: contro gli assalti dei novatori combattuti e respinti colle stesse loro armi, il quale, oltre ad essere pubblicato in diverse edizioni in Italia, venne tradotto in diverse lingue europee. Nel 1800 divenne membro dell'Accademia della Religione Cattolica, fondata dal papa Pio VII, alla quale contribuì con diverse memorie su questioni teologiche e filosofiche, mentre, nel 1805, venne nominato abate di San Gregorio al Celio.

Quando, a seguito dell'occupazione napoleonica, Pio VII venne portato via da Roma, nel 1809, Cappellari si ritirò a Murano, vicino Venezia, e, nel 1814, con alcuni membri del suo ordine si mosse verso Padova. Caduto Napoleone, poco dopo la restaurazione del Papa venne richiamato a Roma, dove ricevette le nomine a vicario generale dei camaldolesi, consigliere dell'Inquisizione, prefetto della congregazione Propaganda Fide ed esaminatore dei vescovi.

Il 21 marzo 1825 fu creato cardinale dal papa Leone XII, e, poco dopo, gli venne affidata l'importante missione di regolare un concordato riguardante gli interessi dei cattolici del Belgio e dei protestanti dei Paesi Bassi, dove lavorò alacremente e con successo.


Il Pontificato

Il 2 febbraio 1831, dopo cinquantuno giorni di conclave (e sessantaquattro di sede vacante dalla morte di pio VIII), Cappellari fu inaspettatamente eletto papa. La rivoluzione del 1830 aveva appena inflitto un duro colpo al partito ecclesiastico in Francia, e il primo atto del nuovo governo fu di prendere Ancona, gettando così tutta l'Italia, e in particolare lo Stato Pontificio, in uno stato di disordini che sembrava richiedere forti misure repressive.

Nel corso della lotta che ne conseguì fu più di una volta necessario chiedere l'aiuto delle baionette austriache. I reazionari al potere rimandarono continuamente le loro promesse di riforma, riuscendo a far infuriare persino Metternich; la sostituzione di Tommaso Bernetti con Luigi Lambruschini nel 1836 non migliorò le cose, in quanto il nuovo cardinale segretario di Stato fece ampio ricorso all'uso delle spie e della prigione.

A Gregorio XVI viene erroneamente attribuita la frase chemin de fer, chemin d'enfer ("La ferrovia è la strada per l'inferno"). Tuttavia, papa Cappellari non era contrario alle ferrovie, ma semplicemente non ne autorizzò la costruzione. Una commissione per studiare l'eventuale realizzazione della ferrovia nello Stato Pontificio venne infatti istituita proprio da Gregorio XVI nel 1840, ma i progetti presentati risultarono svantaggiosi. Lo Stato, infatti, non aveva il ferro e il carbone, materiale che si sarebbe dovuto reperire all'estero, né disponeva della tecnologia necessaria. La commissione concluse che i costi sarebbero stati altissimi, specialmente per le magre finanze romane. Gregorio XVI, tuttavia, disse che sicuramente il suo successore avrebbe dovuto mettere mano alla faccenda. Pio IX, anni dopo, realizzò all'interno dello Stato Pontificio una delle prime reti ferroviarie italiane. Le pessime condizioni finanziarie in cui Gregorio lasciò gli Stati della Chiesa furono in parte dovute a ingenti spese in opere architettoniche e di ingegneria e al suo munifico patronaggio dell'educazione nelle mani di Angelo Mai, Giuseppe Mezzofanti, Gaetano Moroni e altri.

Gli anni del suo pontificato furono segnati dal rapido svilupparsi e diffondersi di quelle idee ultramontane, che vennero infine formulate, sotto la presidenza del suo successore, Pio IX, dal Concilio Vaticano I. Circa le beatificazioni e le canonizzazioni si ricorda che, il 7 aprile 1843, Gregorio XVI approvò il culto di Camilla Battista da Varano.

Sotto il suo pontificato venne affrontato con convinzione il tema della schiavitù, ancora fortemente presente soprattutto nelle Americhe. Il 3 dicembre 1839, con l'enciclica In Supremo Apostolatus, Gregorio XVI condannò la schiavitù come "delitto", ribadendo il magistero dei suoi predecessori. Morì il 1º giugno 1846.