www.treccani.it
Nacque a Piediluco, presso Terni, il 23 ag. 1888 da Gioacchino e
Luigia Bordone. La famiglia paterna, romana da generazioni - il
nonno Zeffirino era spedizioniere apostolico presso la segreteria di
Stato vaticana, mentre il padre insegnava latino e greco nelle
scuole superiori -, era infatti solita trascorrere le vacanze presso
questo lago umbro.
Il F. studiò a Roma, prima dai gesuiti dell'istituto "M.
Massimo", poi alla facoltà di lettere, dove si laureò
nel 1911 con G.A. Borgese, sebbene suo maestro negli anni
universitari fosse stato G. Salvatori. La sua prima produzione
letteraria, per molto tempo rimasta unica, fu una raccolta di rime,
Preludio, apparsa a Roma nel 1907, che riunisce sonetti d'amore,
canzoni, canzonette in quarta rima, esercizi di metrica classica
ispirati alla poesia del secondo Ottocento. A ventitré anni,
dopo la laurea, si sposò con Emilia Cecchi, sorella di
Alberto e cognata di Antonio Baldini, da cui avrà due figli,
Enzo e Maria Assunta. Nello stesso anno iniziò a insegnare
all'istituto "Massimo".
Dopo la guerra il F. abbandonò l'insegnamento per la carriera
giornalistica. Nel 1918 era tra i redattori (insieme con F. Tozzi,
P.M. Rosso di San Secondo e O. Vergani), de Il Messaggero della
domenica, supplemento letterario del quotidiano romano che,
nonostante ne fosse ispiratore e animatore L. Pirandello,
uscì solo dal 24 maggio 1918 al 6 luglio 1919, a causa,
secondo le parole del F., dell'indifferenza romana verso la cultura.
Dallo stesso anno fu redattore della terza pagina de L'Idea
nazionale, che lasciò tra la fine del '19 e la fine del '21,
coinvolto da U. Fracchia in una circoscritta sebbene intensa
esperienza cinematografica. In questi due anni, in cui fu direttore
artistico della "Tespi Film", curò la regia di Pantera di
neve, Una donna d'altri tempi, Una notte romantica, La scala di
seta, Cesare Birotteau, Senza amore con la sceneggiatura di
Pirandello, e Larosa, tratto da una novella dello stesso Pirandello.
Il F. fu inoltre tra i pionieri della critica cinematografica
militante e tale attività, mai abbandonata, fu senz'altro
resa più significativa dall'esperienza tecnica con cui ebbe
modo di misurarsi.
Nel 1924 fondò, insieme con G. Bottai, che provvedeva al
finanziamento, lo Spettatore italiano. Rivista letteraria
dell'Italia nuova, ispirata alla parigina Nouvelle Revue
française: uscì due volte al mese tra il maggio e
l'ottobre ed ebbe tra le sue firme Pirandello, A. Panzini e Grazia
Deledda, tutti amici carissimi del Frateìli.
Nel 1925 nacque La Fiera letteraria, alla quale il F.
collaborò fin dall'inizio, divenendo dal 14 marzo 1926 il
critico teatrale per le "novità" romane nella rubrica
"Settimana teatrale". La collaborazione alla Fiera terminò,
seppure non in modo definitivo, il 13 febbr. 1927, quando gli venne
affidata la terza pagina della Tribuna, di cui fu anche il critico
cinematografico dal 1929 al 1942.
A principiare dal 1932 il F. affiancò all'attività
giornalistica una costante produzione letteraria. Nel primo romanzo
d'amore, Capogiro (Milano 1932) - vincitore del premio Viareggio -,
già si palesava l'inclinazione per quei temi sentimentali che
potevano dar modo all'autore di scandagliare la psicologia dei
personaggi e di addentrarsi in uno studio meticoloso delle relazioni
umane, soprattutto entro l'ambito privilegiato della borghesia
cittadina. Nel 1934 pubblicò il romanzo La donna segreta
(Milano); nel 1939 vinse di nuovo il premio Viareggio con il romanzo
Clara fra (Milano), la cui protagonista si ispirava alla
personalità della cugina Clara.
In alcuni volumi, Paradiso a buon mercato (Lanciano 1932) -
corredato dai disegni del figlio Enzo, bravo e precoce bozzettista
-, La Germania in camicia bruna (Milano 1937), Polonia frontiera
d'Europa (ibid. 1938), Giro per la Francia vinta (Roma 1940), Dea
senza volto (Milano 1944), il F. riunisce parte della produzione
giornalistica, arricchita con divagazioni letterarie e impressioni
di viaggio. Mentre le prime tra queste raccolte rendono
testimonianza degli avvenimenti politici di quegli anni, in Paradiso
a buon mercato e in Dea senza volto c'è, viceversa, la
volontà di ripercorrere momenti felici trascorsi in Egitto,
Grecia, Libia, Palestina, Siria e tra i monumenti d'Italia tra gli
anni Venti e la fine degli anni Trenta.
Dopo la guerra, dal 1945 al 1950, fu redattore del quotidiano romano
Il Giornale della sera, continuando poi a firmare articoli, fino
agli ultimi anni della vita, su numerosissimi quotidiani e riviste,
da L'Unione sarda al Giornale, dalla Gazzetta veneta alla Sicilia a
Vie nuove, mentre si occupò della critica drammatica su Paese
sera dal marzo alla fine del 1963.
Pubblicò ancora i romanzi Controvento (Milano 1952), Donna
sola (ibid. 1954) e Nebbia bassa (ibid. 1958), poi riuniti in
Romanzi amari (ibid. 1960). Intanto, dal 1957, aveva cominciato a
curare per Bompiani l'edizione dell'opera postuma di C. Alvaro, cui
era stato legato da sincera amicizia e ammirazione (vedi il saggio
del F.: Omaggio a Corrado Alvaro, in Boll. del sindacato naz.
scrittori, 1957, Suppl., pp. 151-154).
Protagonista della vita letteraria romana, il F. riordinò i
suoi ricordi nel volume Dall'Aragno al Rosati (Milano 1963), sentito
e nostalgico affresco della Roma degli anni Venti e Trenta.
Il F. morì a Roma il 30 dic. 1965.