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Il culto della Ragione e il culto dell'Essere Supremo o
teofilantropia sono forme di devozione religiosa di ispirazione
deista e razionalista che si diffusero in Francia durante la
Rivoluzione, particolarmente dalla fine del 1792 al 1794.
Contesto
Questi culti si propagarono nel clima d'insicurezza dovuto al
pericolo d'invasione da parte di truppe straniere, in particolare
prussiane, che minacciavano di restaurare l'antico regime.
Essi costituirono elementi della scristianizzazione che
accompagnò la Rivoluzione francese. Trovarono
giustificazione in una certa forma di resistenza civica, la
ricerca della difesa dei diritti della Rivoluzione, soprattutto
della libertà, dal momento che il clero cattolico - e, per
estensione, il cattolicesimo - era considerato una "quinta
colonna" dell'assolutismo nella nazione minacciata proprio dalle
truppe dei regimi assolutistici europei dell'epoca (Austria,
Prussia, Russia). Questi "culti" ebbero il loro apogeo durante il
periodo del Terrore, con il culto dell'Essere Supremo.
Origini filosofiche
Dal punto di vista filosofico, i culti della Ragione e dell'Essere
Supremo derivano dal sincretismo degli ideali razionalisti degli
illuministi, del deismo di Voltaire e soprattutto delle idee di
Rousseau, a cui s'ispirava Robespierre.
Essi volevano rappresentare una simbolica adorazione degli ideali
di libertà (d'espressione, di pensiero, ecc.) e di
uguaglianza nati con l'Illuminismo. Una nuova Dichiarazione dei
diritti dell'uomo e del cittadino fu emanata nel 1793, dopo quella
del 1789.
Dal punto di vista politico, questi culti erano emanazione del
giacobinismo radicale, soprattutto nel caso del culto dell'Essere
Supremo.
Culto della Ragione
Dopo i massacri di settembre (2 settembre 1792), numerose chiese
furono trasformate in templi della Ragione, a partire dalla Chiesa
di Saint-Paul-Saint-Louis nel quartiere Marais. Il nuovo culto si
espresse nel 1793 e nel 1794 anche attraverso cortei
carnevaleschi, spogliazioni di chiese cattoliche, cerimonie
iconoclaste e così via. Il culto della Ragione
cominciò a svilupparsi nella provincia francese,
particolarmente a Lione e nel Centro, dove fu predicato da
rappresentanti in missione spesso vicini all'hébertismo. Il
movimento si radicalizzò arrivando a Parigi con la festa
della Libertà nella Cattedrale di Notre-Dame il 10 novembre
1793, organizzata da Pierre-Gaspard Chaumette. Il culto fu
celebrato da una donna avvenente simboleggiante la dea Ragione.
Joseph Fouché (nella Nièvre e nella Côte-d'Or)
e Pierre-Gaspard Chaumette (a Parigi) furono fra gli organizzatori
di questi avvenimenti con gli hébertisti.
Le chiese cattoliche furono chiuse o riconvertite al nuovo credo
il 24 novembre 1793 e il culto cattolico fu proibito. Le regioni
più interessate dal fenomeno furono la Borgogna e i
dipartimenti dell'attuale regione Centro, la regione parigina, la
regione lionese, il nord e il nord della Linguadoca. L'est,
l'ovest, l'Aquitania (eccetto la Lot e Garonna) furono
relativamente poco coinvolti.
Culto dell'Essere supremo
Un decreto del 7 maggio 1794 emanato dalla Convenzione montagnarda
su istanza di Robespierre (Comitato di salute pubblica)
istituì un calendario di feste civili che celebravano i
valori repubblicani e sostituirono le feste cattoliche. Inoltre,
stabilì il culto all'Essere Supremo, che cercò di
sostituire al culto della Ragione.
Robespierre, deista, aveva infatti vivamente attaccato le tendenze
atee e la politica di scristianizzazione degli ultra-rivoluzionari
(hebertisti) che avevano promosso il culto della Ragione.
Oppose quindi a questo culto una religione naturale -
riconoscimento dell'esistenza dell'Essere supremo e
dell'immortalità dell'anima - e un culto razionale
(istituzione di feste consacrate alle virtù civiche) con lo
scopo, secondo lui, "di sviluppare il civismo e la morale
repubblicana".
Il culto dell'Essere Supremo fu un culto deista, influenzato dal
pensiero dei filosofi del secolo dei Lumi e concepiva una
divinità che non interagisce con il mondo naturale e non
interviene nelle faccende terrene degli uomini.
Il culto dell'Essere Supremo si concretizzò in une serie di
feste civiche, destinate a riunire periodicamente i cittadini e a
« rifondare » la Città attorno all'idea divina,
ma soprattutto a promuovere valori sociali e astratti come
l'Amicizia, la Fraternità, il Genere umano, l'Infanzia, la
Gioventù o la Gioia.
La festa dell'Essere supremo
La festa dell'Essere supremo, celebrata l'8 giugno 1794,fu la
manifestazione di questa unanimità mistica, morale e civica
che Maximilien de Robespierre prevedeva per il futuro come
condizione della pace e della gioia. La festa dell'Essere Supremo
conobbe un grande successo in Francia e fu quella di cui
più a lungo si conservarono tracce visibili. Essa fu
celebrata particolarmente nella regione parigina, la Normandia, il
nord, la regione lionese, la Linguadoca e la Provenza, l'Aquitania
e la Borgogna. Le regioni meno interessate invece furono l'Alto
Reno e in una certa misura l'ovest.
Svolgimento della festa
In quei giorni dalle Tuileries al Campo di Marte, l'inno
all'Essere Supremo scritto dal poeta rivoluzionario
Théodore Desorgues fu cantato dalla folla su musica di
Gossec. Robespierre precedeva i deputati della Convenzione di cui
era presidente. Avanzava solo, e per la circostanza vestiva un
abito celeste cinto da una fascia tricolore. Teneva in mano un
bouquet di fiori e di spezie. La folla immensa, venuta per il
grande spettacolo, era incitata da Jacques-Louis David. Davanti
alla statua della Saggezza, Robespierre diede fuoco a manichini
che simboleggiavano l'ateismo, l'ambizione, l'egoismo e la falsa
semplicità.
Alcuni deputati della Convenzione presenti derisero la cerimonia,
chiacchieravano, si rifiutarono di marciare al passo. Nonostante
l'impressione profonda prodotta da questa festa, il culto
dell'Essere Supremo fallì nel creare l'unità morale
fra i rivoluzionari e contribuì anzi a suscitare, poco dopo
il suo stabilimento, una crisi politica in seno al governo
rivoluzionario.
Fortuna postuma
Secondo Raquel Capurro, il culto del Grand-Essere sviluppato da
Auguste Comte e la religione dell'umanità che
sviluppò nella fase detta religiosa del positivismo
è un retaggio del culto della Ragione e del culto
dell'Essere supremo.