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Maresciallo d'Italia (Napoli 1861 - Roma
1928); nel 1912 durante la guerra libica, comandante di un
reggimento, si distinse a Zanzur; rimpatriato, fu segretario del
gen. A. Pollio, capo di S. M. dell'esercito, e tale rimase con L.
Cadorna dopo la morte del Pollio (1914). Scoppiata la prima guerra
mondiale, fu capo del reparto operazioni presso il comando supremo.
Nel 1917 diresse con perizia il 33º corpo d'armata sul Carso;
l'8 nov. 1917, dopo la battaglia di Caporetto e il ripiegamento
italiano, sostituì il Cadorna nell'ufficio di capo di S. M. e
superò con successo la prima e più critica fase,
quella della stabilizzazione, sulla linea Grappa-Piave. Seppe
rinsaldare l'esercito che poté prima affrontare
vittoriosamente l'urto offensivo austriaco nel giugno 1918 e quindi
dar vita all'offensiva finale italiana del 24 ott.-3 nov. 1918.
Senatore dal febbr. 1918, collare dell'Annunziata il 4 nov. dello
stesso anno, socio onorario dei Lincei il 9 marzo 1919, duca della
Vittoria nel dicembre 1921, ministro della Guerra nel primo
gabinetto Mussolini (dal 1922 al 1924), maresciallo d'Italia nel
1924.