Daudet, Léon

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Scrittore e uomo politico (Parigi 1867 - Saint-Rémy, Bouches-du-Rhône, 1942), figlio di Alphonse. Iniziò gli studî di medicina (se ne vedono tracce in alcuni suoi libri: Les morticoles, 1894; L'hérédo, 1917); ma si dedicò poi alla letteratura e alla politica.

Fra i suoi romanzi sono da ricordare: L'astre noir (1893), Le voyage de Shakespeare (1896); Suzanne (1896); La flamme et l'ombre (1897); La déchéance (1904); Le partage de l'enfant (1905); La mésentente (1911).

Nazionalista antisemita, si accostò al partito monarchico, e divenne uno dei capi dell'Action Française che diresse con Ch. Maurras; polemista violento, attaccò idee e istituzioni sorte dalla Rivoluzione francese: Le stupide XIXe siècle (1922); Souvenirs des milieux littéraires, politiques, artistiques et médicaux de 1880 à 1905. Fantômes et vivants (1905); L'entre-deux-guerres (1915), ecc. Fu membro dell'Accademia Goncourt dalla fondazione.

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Enciclopedia Italiana (1931)

di Pietro Paolo Trompeo

Romanziere, critico e uomo politico, nato a Parigi nel 1868. Figlio di Alphonse D., sposò nel 1891 la nipotina di Victor Hugo, Jeanne, da cui fece divorzio nel 1895. I

Il mondo letterario e politico, ch'egli poté largamente frequentare quasi per diritto di famiglia, e quello dei medici e scienziati, che conobbe per aver seguito durante qualche tempo come studente i corsi di medicina, offrirono un vasto campo d'osservazione al moralista caricaturale e paradossale che in D. fa tutt'uno col romanziere e col critico. Nacquero così, per ricordare alcuni dei suoi libri che precedono la sua conversione alle idee monarchiche: L'Astre noir (1893), romanzo a tesi in cui è denunziata la tirannia del genio egoista e superbo; Les Morticoles (1894), romanzo-libello contro i medici materialisti, nel quale non è difficile riconoscere nomi storici sotto nomi immaginarî; Les Primaires (1906), romanzo politico in cui è messa alla gogna la mentalità uscita dalla scuola laica.

Le ripercussioni dell'affare Dreyfus e l'appassionata propaganda di Henri Vaugeois determinarono nel 1907 la conversione di D. al nazionalismo monarchico: già da un pezzo, del resto, egli era stato guadagnato all'antisemitismo da Edouard Drumont. Non avendo potuto ottenere che questi facesse del proprio giornale, La Libre Parole, l'organo del nuovo partito monarchico, D. si diede tutto al giornale fondato da Vaugeois, L'Action Française (1908), ch'egli ora dirige insieme con Charles Maurras dopo esserne stato redattore capo.

Tra i suoi scritti politici di questo periodo va particolarmente ricordata L'Avant-guerre (1913), violentissima denunzia dell'invasione tedesca in tempo di pace. Durante la guerra non cessò di combattere il disfattismo e di incitare alla resistenza; dopo la guerra sostenne nel proprio giornale e in Parlamento la necessità d'una rigorosa utilizzazione della vittoria. Nel 1927 L'Action Française fu condannata dal Vaticano, e D. insieme con Maurras organizzò clamorosamente la resistenza alla condanna.

Non minor clamore sollevò in quello stesso anno la sua fuga dalla prigione dove si trovava in seguito a un processo per diffamazione intentatogli da coloro ch'egli aveva accusati di complicità nella morte violenta di suo figlio, avvenuta qualche anno prima in circostanze misteriose.

Rifugiatosi in Belgio, fu graziato nel 1930 dal Presidente della Repubblica.

Tra i suoi libri di critica ricorderemo: L'Hérédo (1917), Le monde des Images (1919), Le Reve eveillé(1925) e soprattutto Le stupide XÍXe siècle (1922), truculenta e paradossale requisitoria contro quelle che a lui paiono omicide chimere scatenatesi in Francia con la grande rivoluzione. Quanto v'è di meditatamente violento, di crudelmente buffonesco, di deformante e insieme di acuto e preciso, non senza abbandoni nostalgici e riposi di poesia idillica, in questo scrittore, rivelano forse più di ogni altra sua opera i volumi di ricordi incominciati a pubblicare nel 1914 col sottotitolo di Souvenirs des milieux littéraires, politiques, artistiques et médicaux de 1880 à 1905.

Dal 1900 D. membro dell'Académie Goncourt.