Cronologia dei Quaderni del carcere

(dal primo volume dell'edizione critica di V. Gerratana)

QUADERNO I (XVl): 1929-30

La data di inizio del quaderno è annotata dallo stesso Gramsci: «8 febbraio 1929». A questa data tuttavia risale probabilmente solo la stesura del piano di studio con cui il quaderno si apre. I primi paragrafi, come risulta dalle fonti utilizzate, non sono stati scritti prima del giugno-luglio 1929. Un riferimento interessante permette di datare il § 43, a p. 26, fra la fine del 1929 e gli inizi del 1930. Vi si accenna ad un episodio raccontato da Prezzolini nel suo volume La cultura italiana e si specifica che la fonte è la prima edizione di questo libro. Il paragrafo deve essere stato steso quando era già uscita o era stata comunque annunciata la seconda edizione del volume che porta la data del 1930 ed è richiesta da Gramsci in una lettera del 10 febbraio di quell'anno (cfr LC, 320).

Nei paragrafi centrali del quaderno sono utilizzati, accanto a fonti varie, vecchi numeri di riviste che Gramsci aveva ricevuto in carcere negli anni precedenti. Nei §§ 145 e 147 sono citati articoli del «Marzocco» del 2 marzo 1930. Il § 149, spezzato dagli elenchi di libri stesi da Gramsci fra p. 93 e p. 95, è stato scritto probabilmente in una data successiva a quella indicata nell'intestazione dell'ultimo di tali elenchi (20 maggio 1930). Lo stesso naturalmente vale per gli ultimi paragrafi del quaderno successivi al § 149.

QUADERNO 2 (XXIV): 1929-33

Il quaderno si presenta come una raccolta di schede di lettura, frutto di uno spoglio sistematico di riviste ricevute da Gramsci in carcere dall'inizio della sua reclusione. In 89 paragrafi sono utilizzati articoli della «Nuova Antologia» dal 1927 al 1930. Iniziata nel 1929, la stesura del quaderno deve essere stata interrotta e ripresa in tempi diversi, mentre Gramsci lavorava già ai quaderni che portano una numerazione successiva. Soluzioni di continuità sembrano essere attestate, fra l'altro, dagli spazi lasciati in bianco e da alcune rilevanti differenze che si riscontrano nella grafia. Le discontinuità, ove vi sono spazi bianchi, lasciano aperta la possibilità che alcuni paragrafi del quaderno siano stati scritti anteriormente a paragrafi che materialmente li precedono.

La prima metà del quaderno è stata scritta con ogni probabilità negli anni 1929-30. Il § 76 rimanda alla seconda metà del 1930; vi è citato a memoria, con alcune imprecisioni, un articolo di «Critica Fascista» del luglio 1930. Sicuramente successivi al 1930 sono i paragrafi scritti dopo il § 138, dove è un riferimento al 1930 come ad un anno già trascorso. I §§ 145 e 147 sono probabilmente contemporanei alle fonti in essi citate: articolo del «Corriere della Sera» del 15 e 16 ottobre 1931. L'ultimo paragrafo del quaderno sembra contenere un rinvio interno al Quaderno 14 (1) e deve forse essere datato in un periodo successivo, non prima del 1933.

QUADERNO 3 (XX); 1930

Continua in questo quaderno, accanto alla utilizzazione di fonti contemporanee alla stesura delle note, lo spoglio di riviste e pubblicazioni varie ricevute da Gramsci negli anni precedenti. L'inizio del quaderno risale con ogni probabilità ai primi mesi del 1930, anche se le prime fonti citate (primi due paragrafi) sono due articoli delle «Nouvelles Littéraires», rispettivamente del 12 ottobre e del 2 novembre 1929. A p. 9 bis, § 13, vi è un elemento diretto di datazione: a proposito della Vita di Cavour del Panzini, pubblicata in «L'Italia letteraria», Gramsci scrive: «A tutt'oggi (30 maggio 1930) non è stata raccolta in volume». Ulteriori elementi, indiretti, di datazione sono i seguenti: a p. 13, § 19, è citato il volume di Mussolini, Gli accordi del Laterano compreso in un elenco di libri consegnati a Tatiana il 15 giugno 1930, secondo l'indicazione contenuta nel Quaderno 2 (XXIV), p. 163. Poiché anche i successivi §§ 20 e 21 utilizzano pubblicazioni comprese nello stesso elenco, si può avanzare l'ipotesi che questo gruppo dì note sia stato steso a ridosso di quella data e che sia il frutto di uno spoglio di pubblicazioni di cui Gramsci intendeva liberarsi per far posto alle nuove pubblicazioni che via via andava ricevendo. I §§ 100 e 101 alle pp. 57bis-58 sono probabilmente di poco posteriori alla fonte in essi citata: «L'Italia letteraria» del 24 agosto 1930.

Il § 154 a p. 74 risulta scritto successivamente al § 5 del Quaderno 4 (XIII), p. 46bis, come risulta da un rinvio interno dello stesso Gramsci.

QUADERNO 4 (XIII): 1930-32

Per quanto riguarda il gruppo di note con cui si apre il quaderno (Il canto decimo dell'Inferno), esso sembra essere stato scritto fra la fine del 1931 e i primi mesi del 1932. Le prime due note (§§ 78 e 79 del testo) sono da mettere in relazione con una lettera a Tania del 20 settembre 1931 (cfr LC7 489-93) e sono probabilmente immediatamente precedenti tale data.

Alle pp. 6 - 6bis (§ 86 del testo) è trascritta parte di una lettera di Umberto Cosmo a Piero Sraffa pervenuta a Gramsci per il tramite di Tania. La lettera fu indirizzata il 29 dicembre 1931 (cfr LC, 593), ma Gramsci dovette riceverla in carcere nei primi mesi del 1932, come risulta dalla sua ipotesi di datazione.

Il gruppo di note di vario argomento fra p. 8 e p. 10bis utilizza fonti del 1932 e stando alla prima delle fonti citate («La Civiltà Cattolica» del 20 agosto 1932) sembra essere stato steso nella seconda metà di quell'anno.

Ricapitolando, il quaderno è stato iniziato con ogni probabilità a partire da p. 41 con le note raggruppate sotto il titolo Appunti di filosofia ecc. Gramsci lavorava ancora al Quaderno 3 (XX), come risulta dal rinvio contenuto nel § 154 di questo quaderno al § 5 del 4 (XIII). La data di inizio è antecedente il maggio 1930: nel § 6 a p. 47, infatti, Gramsci cita brani del volume di R. Ardigò, Scritti vari, che è compreso in un elenco di libri consegnati a Tania il 20 maggio 1930, secondo l'indicazione contenuta nel Quaderno 1 (XVI), p. 95; nel paragrafo immediatamente precedente è citata «L'Italia letteraria» del 6 aprile 1930. Il § 31 a p. 61 risale al settembre 1930, secondo l'annotazione dello stesso Gramsci. Nel § 38 è citato il numero della «Rassegna settimanale della stampa estera» del 21 ottobre 1930; nel § 42 il fascicolo dei «Nuovi Studi» del settembre-ottobre 1930.

Nel novembre 1930 dovrebbe essere stato iniziato il blocco di note stese fra p. 11 e p. 40 bis, stando all'annotazione di Gramsci a p. 17 (§ 49 del testo). Fra il 1931 e il 1932 il quaderno è stato completato con i due blocchi di note stesi fra p. 1 e p. 10 bis.

QUADERNO 5 (IX): 1930-32

Unico elemento diretto di datazione del quaderno è una annotazione incidentale di Gramsci a p. 9 (§ 14): «fino ad oggi (ottobre 1930)». Il quaderno deve essere stato iniziato proprio intorno a questa data.

Nel § 105, p. 51 bis, vi è un rinvio interno a note sugli intellettuali sparse in altri quaderni; il riferimento è con ogni probabilità al Quaderno 4 (XIII), § 21, e al Quaderno 6 (VIII), § 49.

Il § 146 risulta sicuramente scritto nel 1931: Gramsci ha presente un articolo della «Nuova Antologia» del 16 agosto di quell'anno.

Il § 160 è basato sulla lettura del libro di G. Toffanin, Che cosa fu l'Umanesimo, richiesto in una lettera a Tania del 23 novembre 1931 (LC, 529); il paragrafo deve essere perciò della fine del 1931 o, più probabilmente, dell'inizio del 1932.

QUADERNO 6 (VIII): 1930-32

Il quaderno ha carattere miscellaneo. Per la sua datazione, mancando riferimenti espliciti, ci si è basati su un esame ragionato delle fonti via via utilizzate da Gramsci, che spesso sono contemporanee alla stesura del quaderno ed appaiono intercalate a pubblicazioni più vecchie su cui Gramsci procedeva ad uno spoglio sistematico prima di accantonarle o spedirle fuori del carcere.

Il quaderno sembra essere stato iniziato alla fine del 1930 e portato avanti fino alle soglie del 1932.

Alle pp. 2-2bis (§§ 9 e 10) sono state citate, rispettivamente, «La Nuova Italia» e «La Critica» del 20 novembre 1930.

La prima fonte del 1931 utilizzata in questo quaderno sembra essere un articolo della «Nuova Antologia» (del 1° marzo di quell'anno) su cui è basato il § 76 (p. 30bis). Nel successivo § 78 è citata «La Nuova Italia» del gennaio 1931.

Scrivendo il § 89 (pp. 41 - 41 bis) sembra che Gramsci abbia avuto presente il fascicolo della «Nuova Rivista Storica» del maggio-agosto 1931.

Per il § 113 (p, 49 bis) sembra che Gramsci abbia utilizzato una fonte ricavata dalla «Nuova Rivista Storica» del settembre-dicembre 1931.

I §§ 179 e 181 (pp. 68bis - 69 e p. 69bis) rinviano ad articoli del «Corriere della Sera» del 26 novembre e 2 dicembre 1931.

Ancora nel 1931 risulta scritto il § 197 a p. 74, secondo una annotazione incidentale dello stesso Gramsci.

I §§ 206, 207 e 208 (pp. 76bis-78) sono basati su articoli del «Corriere della Sera» del 7 e 8 gennaio 1932.

QUADERNO 7 (VII): 1930-31

Per la datazione si osserva quanto segue. Il quaderno è stato con ogni probabilità inizialmente utilizzato per gli esercizi di traduzione. Il volumetto tradotto da Gramsci è richiesto in una lettera a Tania del 24 marzo 1930 (LC, 334). In un'altra lettera dal carcere del 1° giugno 1931 (LC, 440) Gramsci accenna al brano su Goethe (pp. 32 bis -33 del quaderno) da lui tradotto forse proprio in questo periodo.

Verso la fine del 1930, stando alle fonti utilizzate in questa parte del quaderno, Gramsci deve aver iniziato a stendere gli Appunti di filosofia. Seconda serie (la Prima serie, del resto, risulta ultimata tra l'ottobre e il novembre dello stesso anno). I §S 41 e 43 fanno riferimento a fonti del marzo 1931. Il § 44 è con ogni probabilità successivo al 26 luglio 1931 (cfr, nel testo, nota 1 a questo paragrafo). Questa parte del quaderno è stata completata dopo l'agosto 1931, poiché nel § 47, a p. 73 bis, Gramsci fa riferimento ad un volume ricevuto in carcere il 31 agosto.

A questa data Gramsci aveva già iniziati a stendere le note di vario argomento che formano il blocco centrale del quaderno. Il § 49 a pag. 35 bis (§ 52) risulta scritto non prima dell'agosto 1931; a pag. 35 bis (§ 52) Gramsci scrive: «Ho letto in questi giorni (agosto 1931)…»

Le ultime fonri sicuramente utilizzate in questa parte del quaderno sono del dicembre 1931: cfr § 70, a pag. 40; § 75, a pag. 41;§ 84, a p. 44; § 100, a p. 48bis. Nel § 98, a p. 48, vi è un rinvio a note del Quaderno 6 (VIII), §§ 183 e 188.

QUADERNO 8 (XXVIIl): 1931-32

La stesura del quaderno, stando alle fonti utilizzate, non sembra andare oltre il primo semestre del 1932. Più difficile è fissarne la data di inizio; poiché se il primo paragrafo contiene un riferimento al «Corriere della Sera» del 9 gennaio 1932, in uno dei primi paragrafi della seconda parte (§ 172, p. 53bis) una annotazione incidentale di Gramsci fornisce l'unico elemento diretto di datazione dell'intiero quaderno. A proposito di A. Chiappelli Gramsci scrive: «(morto in questo novembre 1931)».

Appare pertanto probabile che il quaderno sia stato iniziato alla fine del 1931 da p. 51 con la stesura degli Appunti di filosofia. Terza serie. È da scartare tuttavia l'ipotesi che tutta questa parte del quaderno sia precedente al blocco di note di vario argomento collocato all'inizio. Nel § 222 a p. 73bis, infatti, Gramsci rinvia ad una nota stesa fra p. 40 e p. 41. Con ogni probabilità, dunque, le due sezioni del quaderno sono state portate avanti parallelamente, e la seconda, iniziata con qualche anticipo sulla prima, è stata forse ultimata dopo di questa.

Le fonti utilizzate nella prima parte del quaderno vanno dal gennaio 1932 (cfr §§ 1 e 18) alla fine di aprile dello stesso anno, come risulta dal § 162, a pp. 49bis - 50, dove Gramsci accenna ad una opinione di P. Sraffa riferitagli da Tatiana in una lettera del 27 aprile 1932 (LC, 615-16 e nota 2).

La seconda parte del quaderno, iniziata forse nel novembre 1931, sembra sia stata ultimata nel maggio 1932. Nel § 237 a p. 78bis Gramsci fa riferimento all'edizione del Principe di Machiavelli curata da L. Russo e questo volume sembra lo abbia ricevuto in carcere ai primi di maggio del 1932 (LC, 618). Per le ragioni esposte, si è ritenuto opportuno, nella numerazione dei paragrafi, rispettare l'ordine normale del quaderno.

QUADERNO 9 (XIV): 1932

Il 9 (XIV) fa parte del gruppo di 6 quaderni concessi dalla direzione del carcere nel 1929 (Quaderni Parmegiani). Gramsci lo ha utilizzato inizialmente come quaderno di traduzioni scrivendo su una sola facciata di ogni pagina; lo ha ripreso nel 1932, servendosene occasionalmente per annotazioni sparse e, più sistematicamente, per stendere due gruppi di note: da p. 8 a p. 65 (solo sul verso di ogni pagina) 88 note di vario argomento; da p. 68 a p. 100bis (su entrambe le facciate) 54 note raccolte sotto il titolo Note sul Risorgimento italiano, sebbene alcune di esse siano di diverso argomento.

È possibile che i due blocchi di note siano stati iniziati e portati avanti insieme.

Le fonti utilizzate nel primo blocco sembrano attestare un periodo di stesura compreso fra l'aprile-maggio 1932 e il settembre dello stesso anno. Nei §§ 16, 17, 22 sono citati articoli del «Corriere della Sera» del maggio 1932. Nel § 35 è utilizzato un articolo del «Corriere della Sera» del i° giugno 1932. Nel § 48 è probabilmente utilizzata «L'Italia letteraria» del 12 giugno. Nel § 56 è utilizzata la «Nuova Antologia» del 1° luglio 1932.

Nel §57 Gramsci ha presente un articolo di «Critica fascista» del 15 luglio. Nel § 69 è citata «Critica fascista» del 15 agosto 1932; nel § 76 «Critica fascista» del i° settembre. Per il gruppo di note sul Risorgimento Gramsci ha utilizzato fonti varie, in alcuni casi selezionate e raccolte prima della stesura, in altri a questa contemporanee. Nel § 96 è citato «Il Corriere della Sera» del 21 maggio 1932. Nel § 107 è citata «La Critica» del 20 luglio 1932. Nel § 108 la «Nuova Antologia» del 16 agosto 1932. Nel § 113 Gramsci ha forse presente una recensione pubblicata in «La Critica» del 20 settembre 1932. Nel § 118 è utilizzato il fascicolo di «Gerarchia» del settembre 1932. Nel § 128 Gramsci ha presente una recensione de «La Civiltà Cattolica» del 19 novembre 1932.

QUADERNO IO (xXXIIl): 1932-35

Due rinvii interni permettono di stabilire che la parte conclusiva del Quaderno da p. 41 alla fine (Punti di riferimento per un saggio su B. Croce) era già stata redatta quando Gramsci ha cominciato a stendere il blocco di note compreso fra p. 1 e p. 40. Alle pp. 3-3a (§ 10) infatti si legge: «Accanto alla ricerca accennata nel paragrafo precedente e riguardante la quistione dell'apporto ricardiano alla filosofia della praxis, è da porre quella accennata a p. 49 di questo stesso quaderno». Più avanti (p. 6a, § 22) Gramsci annota: «Perché occorre scrivere nel senso in cui è stato redatto il primo paragrafo a p. 42». Sulla base di queste indicazioni si è ristabilito nel testo l'ordine cronologico di stesura, considerando come parte I del Quaderno quella fra p. 41 e la fine.

Per quanto riguarda il periodo di stesura di questa prima parte, sembra che esso possa essere fissato intorno all'aprile-maggio 1932; e ciò in relazione alle fonti più recenti utilizzate e alla corrispondenza abbastanza stretta esistente fra quei testi e il gruppo di lettere inviate da Gramsci a Tania fra il 18 aprile e il 9 maggio 1932. In esso sono esposti molti degli argomenti su Croce svolti in questa parte del quaderno.

Le note a margine fra p. 41 e p. 42 sono state aggiunte da Gramsci in un periodo successivo; probabilmente non prima del maggio 1935.

La II parte del quaderno, iniziata verso la metà del 1932, deve essere stata portata a termine non prima del febbraio 1933. Le fonti più significative ai fini della datazione sono infatti comprese fra il 15 maggio 1932 (§ 11, p. 3a) e il 1° febbraio 1933 (§ 50, pp. 33a-34; § 55, pp. 35a-36a).

Il § 60, a p. 39, rinvia a p. 59 del Quaderno 11 (XVIII), ed è stato quindi scritto dopo tale pagina di quest'ultimo Quaderno, anche se il Quaderno 10 (XXXIII) è stato iniziato prima del Quaderno 11 (XVIII).

QUADERNO II (XVIII): 1932-33

Per la datazione del Quaderno mancano termini di riferimento precisi. L'utilizzazione dei testi A del Quaderno 8 (XXVIII) indica che il quaderno è stato iniziato non prima della metà del 1932 quando l'8 (XXVIII) era stato portato a termine. L'unico testo A del Quaderno 9 (XIV) utilizzato in questo quaderno risulta ripreso nel § 68 a pp. 77bis - 78. Scarse indicazioni possono essere ricavate dalle integrazioni ai testi A e dai testi B, essendo tutte del 1932 le poche fonti nuove utilizzate.

Un'indicazione utile può essere quella contenuta nel § 12 (in particolare p. 18 bis), ove Gramsci accenna all'opera di M. Weber L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, pubblicata in traduzione italiana dalla rivista «Nuovi studi di diritto, economia e politica» tra il maggio-agosto 1931 e il giugno-ottobre 1932. Se, come appare probabile, Gramsci aveva presente anche l'ultima puntata dell'opera, pubblicata nel fascicolo datato giugno-ottobre 1932, questo dovrebbe essere assunto come termine post quem per il paragrafo in questione e, verosimilmente, una parte del quaderno dovrebbe essere attribuita al 1933. In ogni caso una parte del Quaderno deve essere stata scritta contemporaneamente al Quaderno 10 (XXXIII), dove a p. 39 (alla fine del § 60) si rinvia a p. 59 di questo quaderno.

Incertezze e disuguaglianze nella grafia, quali si riscontrano in alcune parti di questo quaderno, potrebbero essere in relazione al peggioramento delle condizioni di salute di Gramsci fra il 1932 e il 1933 (vedi LC).

QUADERNO 12 (XXIX): 1932

La datazione del quaderno (1932) è solo congetturale, in mancanza di riferimenti diretti e di rinvii a fonti nuove utilizzate da Gramsci. Indicazioni utili possono essere ricavate da una lettera a Tania del 18 febbraio 1932, in cui Gramsci scrive: «Per ciò che riguarda le noterelle che ho scritto sugli intellettuali italiani, non so proprio da che parte cominciare; esse sono sparse in una serie di quaderni, mescolate con altre note varie e dovrei prima raccoglierle tutte insieme per ordinarle. [...]. Se puoi, mandami dei quaderni, non come quelli che mi hai mandato qualche tempo fa, che sono incomodi e troppo grandi: dovresti scegliere dei quaderni di formato normale, come quelli scolastici, e di non molte pagine, al massimo 40-50, in modo che necessariamente non si trasformino in zibaldoni miscellanei sempre più farraginosi. Vorrei avere questi piccoli quaderni appunto per riordinare queste note, dividendole per argomento e cosi sistemandole; ciò mi farà passare il tempo e mi sarà utile personalmente per raggiungere un certo ordine intellettuale» (LC, 576).

Il fatto che Gramsci abbia usato un quaderno di grande formato per raccogliere questi testi C sugli intellettuali, può indicare che il lavoro sia stato intrapreso poco prima o poco dopo l'invio della lettera a Tania in cui faceva richiesta di quaderni di diverso formato.

QUADERNO 13 (XXX): 1932-34

Per la datazione di questo quaderno sono da tener presente il riferimento ad articoli del «Corriere della Sera» del marzo 1932 (p. 3, § 2 ) e il riferimento al fascicolo de «La Cultura» dell'ottobre-dicembre 1933 (p. i8\ § 25). L'ipotesi più verosimile è che il quaderno sia stato iniziato a Turi nel 1932, insieme al quaderno «speciale» sugli intellettuali di identico formato, e terminato a Formia nei primi mesi del 1934.

QUADERNO 14 (I): 1932-35

Per la datazione di questo quaderno le fonti citate da Gramsci indicano un periodo compreso fra la fine del 1932 e i primi mesi del 1933. Alcune irregolarità nella successione dei paragrafi fanno tuttavia pensare ad una stesura discontinua, con spazi lasciati in bianco e utilizzati in un periodo successivo. Così i tre paragrafi con cui il quaderno si apre, scritti sulle prime due facciate (pp. 1 - ibis), sono stati con ogni probabilità aggiunti da Gramsci quando già il quaderno, iniziato da p. 2, era stato riempito o almeno largamente utilizzato.

L'ipotesi poggia su diversi riscontri; all'inizio del § 1 Gramsci rinvia al successivo § 2, che evidentemente doveva essere già stato scritto; le ultime parole del § 3 invadono il bordo inferiore di p. ibis probabilmente perché la pagina successiva era già stata utilizzata; infine, la grafia di questi primi tre paragrafi è notevolmente diversa da quella dei paragrafi immediatamente successivi, mentre ha precisi tratti di rassomiglianza con quella delle note stese verso la fine del quaderno.

Sembra dunque di poter concludere che ad uno stadio avanzato di stesura del quaderno, se non proprio alla fine di esso, Gramsci abbia utilizzato le due facciate iniziali, precedentemente lasciate in bianco, in questo ordine: prima p. 1bis per i §§ 2 e 3, e successivamente p. 1 per il § 1. Trattandosi di una sola pagina del quaderno, si è ritenuto opportuno, nella numerazione dei paragrafi del testo, di mantenere il normale ordine di successione delle pagine. Un'altra delle anomalie di stesura presenti in questo quaderno è a p. 39 bis, dove la continuità anche verbale esistente tra il § 74 e il § 76 è spezzata dal § 75; segno che quest'ultimo precede cronologicamente la stesura del § 74.

Difficile è stabilire a quale periodo risalgano gli ultimi testi di questo quaderno. Può trattarsi di aggiunte piuttosto tarde (1935), stando alla fonte probabile del § 74, individuata, in via congetturale, in un trafiletto di «Critica fascista» del marzo 1935. A questo periodo del resto sembrano rinviare le allusioni contenute nel § 77, il cui termine di riferimento è con ogni probabilità la lotta politica in Urss.

QUADERNO 15 (II): 1933

Il 1933 è indicato dallo stesso Gramsci come data di inizio del quaderno. Sembra, sulla base delle fonti utilizzate, che si possa attribuire la stesura dell'intero quaderno all'ultimo periodo di Turi: dall'inverno all'estate del 1933. Le fonti utilizzate nei primi paragrafi sono del gennaio-febbraio. Nel § 14 a p. 11 bis è utilizzata «L'Italia letteraria» del 9 aprile 1933; nel § 20 a p. 14 è citata «Critica fascista» del 1° maggio 1933; «La Civiltà Cattolica» del 6 maggio è citata nel § 40 a p. 24; il fascicolo del 20 maggio della stessa rivista è citato nel § 51 a p. 30bis; nel § 54 a p. 33bis Gramsci cita la rivista «Pègaso» del giugno 1933; a p. 39 sono citate «Gerarchia» del luglio 1933 e la «Nuova rivista storica» del maggio-agosto 1933; a p. 40bis è citata la «Nuova Antologia» del 16 luglio 1933.

QUADERNO l6 (XXII): 1933-34

Il 16 (XXII) fa ancora parte del gruppo dei Quaderni di Turi, come risulta dal timbro carcerario. Tuttavia l'unica fonte nuova utilizzata da Gramsci da noi sicuramente rintracciata è del febbraio 1934 (cfr § 11 e nota 10). Appare pertanto probabile che il quaderno sia stato solo iniziato a Turi e completato dopo il trasferimento di Gramsci alla Clinica Cusumano di Formia.

QUADERNO 17 (IV): 1933-35

Quaderno iniziato a Turi e terminato a Formia. Dal § 1 al § 25 sono utilizzate sistematicamente fonti dell'agosto-settembre 1933, che appaiono contemporanee o di poco antecedenti alla stesura di questa parte del quaderno. A Turi potrebbero essere stati scritti anche i S§ 27-33 cne sono frutto di uno spoglio di riviste del giugno-luglio 1933. Sicuramente scritto a Formia è il gruppo di note steso fra p. 16 e p. 22, a partire dal § 38, in cui Gramsci utilizza fonti del dicembre 1933-gennaio 1934. L'ultima fonte rintracciata è del 30 agosto 1934 (§ 47); segue la bozza di istanza al Capo del governo, stesa nel settembre di quell'anno. L'ultimo gruppo di paragrafi (47-23), anch'esso steso a Formia, è di più difficile datazione per la mancanza di fonti dichiarate o rintracciate. Può valere come termine di riferimento la data (19 giugno 1935) indicata nell'intestazione della bozza di istanza all'ispettore di PS Valenti, scritta prima del § 53.

QUADERNO 18 (XXXII - IV BIS): 1934

Mancano per questo quaderno elementi diretti di datazione. È certo però che esso è stato scritto dopo il completamento del Quaderno 13 (XXX) (Noterelle sulla politica del Machiavelli), ultimato nel 1934.

QUADERNO 19 (X): 1934-35

Quaderno iniziato nel corso del 1934 e portato avanti fino ai primi mesi del 1935. Per la datazione, oltre al termine di riferimento generico fornito dall'assenza del timbro carcerario, è possibile tenere conto di alcune fonti nuove che sembrano ali'incirca contemporanee alla stesura delle note in cui sono utilizzate. Si tratta di tre numeri del «Corriere della Sera», rispettivamente del 14 maggio, 3 settembre e 26 settembre 1934, utilizzate rispettivamente a p. 116, p. 135 e p. 139, e di un numero della «Nuova Antologia» del 1° febbraio 1935, citato a p. 141.

Quaderno 20 (XXV): 1934-35

Elementi utili per una datazione di massima del quaderno sono: l'indicazione dell'anno di morte (1934) di monsignor Umberto Benigni, contenuta a p. 18; la derivazione molto probabile da fonti del 1934 di alcune aggiunte fatte da Gramsci in questi testi C, in particolare sul tema dei rapporti fra hitlerismo e Chiesa cattolica.

QUADERNO 21 (XVII): 1934-35

Mancano precisi elementi di datazione. Possono valere come termini post quem l'assenza del timbro carcerario e l'utilizzazione, nel § 1, di un testo A del Quaderno 17 (IV) scritto non prima del 1934.

QUADERNO 22 (V): 1934

Mancano elementi diretti di datazione. Nelle note redazionali si fa riferimento ad alcune fonti probabili utilizzate da Gramsci per aggiunte ai testi A: si tratta, in particolare, di due articoli della «Nuova Antologia», rispettivamente del 16 febbraio e del 16 marzo 1934.

QUADERNO 23 (VI): 1934

Per la datazione di questo quaderno si possono tenere presenti i seguenti elementi: i primi due paragrafi utilizzano un testo A del Quaderno 17 (rv) la cui stesura risale con ogni probabilità al gennaio-febbraio 1934; a p. 7 Gramsci cita «L'Italia letteraria» del 7 febbraio 1934; a p. 60 è ricordato il premio Viareggio dell'agosto 1934; a p. 67 è citata la «Civiltà Cattolica» del 4 agosto 1934; a p. 77 «L'Italia letteraria» del 7 luglio dello stesso anno. Per alcune varianti portate da Gramsci ai testi A, oltre a fonti nuove, tutte del 1934, sembrano essere stati utilizzati anche ritagli di stampa raccolti nel periodo di Turi: in particolare si accenna ad articoli e notizie da «L'Italia letteraria» del 1929.

QUADERNO 24 (XXVIl): 1934

Per la datazione, in mancanza di elementi interni, si è tenuto conto dei criteri congetturali esterni.

QUADERNO 25 (XXIII): 1934

Unico elemento utile di datazione è il riferimento, a p. 24, al fascicolo della «Nuova Antologia» del 1° agosto 1934.

QUADERNO 26 (XIl): 1935

Per la datazione, in mancanza di elementi interni, si è tenuto conto dei criteri congetturali esterni.

QUADERNO 27 (XI): 1935

Per la datazione, in mancanza di elementi interni, si è tenuto conto dei criteri congetturali esterni.

QUADERNO 28 (III): I935

Un'indicazione di Gramsci a p. 7 [«solo oggi (1935)...»] fornisce un elemento diretto per la datazione di questo quaderno.

QUADERNO 29 (XXI)

Quaderno scritto nell'ultimo periodo della detenzione a Formia; forse interamente nella prima metà del 1935. Le note sono scritte con grafia assai incerta ma uniforme, il che starebbe ad indicare una stesura continua senza interruzioni. A p. 7 è citata la «Nuova Antologia» del 16 settembre 1934, ma nello stesso paragrafo si parla del volume di Trabalza e Allodoli, La grammatica degli italiani, che Gramsci possedeva in una ristampa del 1935. A p. 10 è citato il fascicolo della «Cultura» dell'aprile 1935.