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James Fenimore Cooper (Burlington, 15 settembre 1789 – Cooperstown,
16 settembre 1851) è stato uno scrittore statunitense, molto
prolifico e popolare nei primi anni del diciannovesimo secolo.
È ricordato in particolare come romanziere, avendo scritto
numerose storie di mare come pure romanzi storici, i cosiddetti
Racconti di Calza-di-Cuoio (Leatherstocking Tales), che narravano la
storia di un pioniere, la guida Natty Bumppo. Tra le sue opere
più famose vi è il romanzo L'ultimo dei Mohicani,
considerato da molti il suo capolavoro.
La gioventù
Cooper nacque a Burlington, in New Jersey, il 15 settembre 1789,
undicesimo figlio del giudice William e dodicesimo di Elizabeth
Cooper. All'età di un anno, la sua famiglia si
trasferì alla frontiera del lago Otsego, nello stato di New
York, dove il padre fondò un insediamento nei vasti
possedimenti terrieri ancora disabitati, creando quella che sarebbe
diventata la città di Cooperstown nell'attuale Contea di
Otsego. Il padre era giudice e membro del Congresso degli Stati
Uniti. James frequentò le scuole ad Albany e New Haven e tra
il 1803 e il 1805 il College Yale. Pur essendo il più giovane
studente, ne fu espulso, presumibilmente per condotta pericolosa
(fece saltare in aria la porta della camera di un compagno) e per
aver rubato del cibo.
Tre anni dopo entrò nella Marina degli Stati Uniti; ma dopo
aver compiuto uno o due viaggi a bordo di un vascello mercantile per
perfezionarsi nella navigazione, diventando luogotenente,
sposò Susan Augusta de Lancey (il matrimonio fu celebrato a
Mamaroneck, New York, il 18 maggio 1810) e nel 1811 rassegnò
le dimissioni. Sua moglie apparteneva a una delle più
illustri famiglie dello stato.
Il padre William morì nel 1810, quando James aveva vent'anni,
ma l'eredità che lasciò al figlio influenzò la
sua intera carriera. Quasi la metà dei romanzi di Cooper
parlano della conquista della frontiera e ne I pionieri suo padre
appare direttamente, nelle vesti del giudice Marmaduke Temple di
Templeton.
Carriera letteraria
Cooper si stabilì nella Contea di Westchester, il "terreno
neutrale" del romanzo statunitense degli albori, e nel 1820
terminò il suo primo libro, Precauzione, un romanzo di
vecchia scuola. Questo fu seguito nel 1821 da La spia, che ebbe
molto successo al momento della pubblicazione, I pionieri (1823), il
primo della serie di Calza-di-Cuoio, e Il pilota (1824), un'audace e
impetuosa storia di mare. L'opera successiva fu Lionel Lincoln
(1825), fiacca e poco attraente, seguita nel 1826 dal famoso
L'ultimo dei Mohicani, considerato da molti il vero capolavoro di
Cooper. Allontanatosi dall'America per visitare l'Europa,
pubblicò a Parigi La prateria (1826), il migliore dei suoi
libri sotto quasi tutti i punti di vista e, nel 1828, Il corsaro
rosso, senza dubbio il peggiore.
Durante questo periodo il talento altalenante di Cooper sembra aver
raggiunto il suo apice. Eppure le opere prodotte furono di scarso
valore letterario, The Wept of Wish-ton-Wish del 1829; Le Opinioni
di un Viaggiatore Scapolo del 1828 e La Strega del Mare del 1830,
uno dei suoi principali racconti marinareschi. Nel 1830 difese gli
Stati Uniti con una serie di lettere pubblicate dal National, un
giornale parigino, contro una serie di accuse sollevate dalla Revue
Britannique con la quale trascorse il resto della sua vita a
scontrarsi sulla carta stampata, a volte per spirito nazionalistico,
a volte per motivi personali, altre ancora per entrambi i motivi.
L'opportunità di rendere pubbliche le sue opinioni
nazionalistiche sembrano non solo aver rafforzato in lui le sue
convinzioni, ma avrebbero ispirato in lui l'idea di esporle al
pubblico grazie alla sua arte. I suoi tre successivi racconti, I
Bravo del 1831, Gli Heidenmauer del 1832 e Il Carnefice: ovvero
l'Abbate di Vigneron del 1833, furono tutte espressioni dello
spirito repubblicano di Cooper. I Bravo ha come scenario Venezia che
viene governata da una rozza oligarchia che si nasconde dietro la
parvenza della "repubblica serenissima." Tutte e tre le opere
vennero accolte con successo da un discreto numero di lettori da
entrambi i versanti dell'Atlantico, sebbene I Bravo subì una
forte stroncatura da parte della critica letteraria statunitense.
Nel 1833 Cooper fece ritorno in America e pubblicò una
Lettera ai miei Compatrioti, nella quale diede la sua versione della
controversia nella quale era stato coinvolto e censurò
aspramente i suoi compatrioti per avervi preso parte. Questo attacco
ebbe un seguito ne I Monikin del 1835 e nel Democratico Americano
del 1835. In seguito scrisse dei resoconti sulle sue esperienze e
sui suoi viaggi in Europa, tra i quali spicca l'opera L'Inghilterra
del 1837, in tre volumi, nella quale dimostra una certa vanagloria e
cattivo temperamento; di seguito scriverà Costretto al
Ritorno e Come ho trovato la mia Patria nel 1838, notevoli per
contenere una alta idealizzazione della sua personalità.
Tutte queste opere tendevano ad accrescere il distacco tra l'autore
e il suo pubblico; il Partito Whig scrisse articoli infuocati con
attacchi virulenti contro i suoi giudizi, e Cooper subì una
lunga sequela di citazioni per oltraggio. Dopo essere uscito
vittorioso da tutti i processi, tornò al suo lavoro con il
suo solito vigore raccogliendo nuovamente la popolarità. La
Storia della Marina degli Stati Uniti del 1839, ebbe anche dei
supplementi nel 1846 con una serie di Vite dei Celebri Ufficiali
Navali Americani, a cui successe nel 1840 L'Esploratore una ottima
continuazione della serie di Calza-di-Cuoio; insieme a Mercedes di
Castiglia del 1840; Il Cacciatore di Cervi del 1841; I Due Ammiragli
e Ali ed Ali del 1842; Wyandotte, Storia di un Fazzoletto da Tasca,
e Ned Myers 1843; ed in ultimo Le Avventure di Miles Wallingford del
1844.
Dalle opere di pura fantasia, tuttavia, egli passò nuovamente
alla combinazione di arte e controversia nella quale si era distinto
così tante volte, e nei due Manoscritti di Poche Pagine
(1845—1846) raggiunse uno stile molto vigoroso. La sua opera
successiva fu Il Cratere, ovvero la Cima del Vulcano del 1847, nella
quale tentò di introdurre un elemento sovrannaturale, alla
quale seguì Il Buco nella Quercia e Jack Tier entrambi del
1848, quest'ultimo una curiosa rivisitazione del Pirata Rosso;
seguirono poi Il Leone dei Mari del 1849; ed infine Le Vie dell'Ora
1850, l'ultima sua creazione.
Gli ultimi anni
Cooper trascorse il resto della sua vita a Cooperstown, nello stato
di New York (che era stata dedicata a suo padre). Morì di
idropisia il 16 settembre 1851, poco dopo venne eretta una statua in
suo onore.
Fortuna
Cooper è stato sicuramente uno degli autori americani
più famosi del diciannovesimo secolo. I suoi racconti sono
stati tradotti in quasi tutte le lingue europee e in alcune di
quelle asiatiche. Honoré de Balzac nutriva una profonda
ammirazione nei suoi confronti; Victor Hugo lo definì
più grande del più grande maestro del romanzo moderno,
e a questo giudizio si unì una moltitudine di lettori,
incapaci di definire il loro scrittore prediletto se non "la
risposta americana a Walter Scott". Da scrittore satirico e
osservatore, egli è semplicemente il "Cooper che ha scritto
sei volumi per dimostrare di essere bravo quanto il Signore",
secondo il ritratto di Lowell; la sua enorme vanità e la sua
irritabilità trovano sfogo in una specie di sorda violenza
che eccede nella tediosità. Fu duramente criticato da Mark
Twain, il cui malevolo e spassoso Fenimore Cooper's Literary
Offences è tuttora largamente letto nei circoli accademici.
Cooper è un romanziere che chiede attenzione. Le sue
qualità non erano quelle del grande maestro della narrativa;
ma possedeva un'immaginazione inesauribile e un'innata bravura a
mescolare tra loro, con semplicità, un episodio spiacevole,
una forza tragica che è nello stesso tempo genuina e potente
e un considerevole talento narrativo.
La sua formazione letteraria fu scarsa; il suo vocabolario era
limitato e il suo stile goffo e pretenzioso; amava moralizzare in
modo trito e banale, cosa che sciupa i suoi passaggi migliori. In
definitiva, tuttavia, ciascuno dei suoi trentatré romanzi
possiede una certa dose di merito.