BRIOSCHI Francesco
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Matematico italiano (Milano 1824-1897). Professore all'Università di
Pavia (1852-61), fu deputato e senatore; svolse intensa attività
politica promuovendo l'istruzione superiore e nel 1863 fondò il
Politecnico di Milano di cui fu il primo direttore e docente di
idraulica. Presidente dell'Accademia dei Lincei (1884), diresse anche
per molti anni gli Annali di matematica pura e applicata. Si occupò di
geometria e di meccanica, ma è soprattutto noto come analista: studiò
le funzioni ellittiche, iperellittiche e abeliane, la teoria delle
forme algebriche e gli invarianti. Diede le formule risolutive delle
equazioni di quinto grado, contemporaneamente a Hermite e Kronecker,
facendo ricorso a opportune funzioni ellittiche, e pervenne alla
scoperta di formule analoghe concernenti le equazioni di sesto grado,
basandosi sulle funzioni iperellittiche. Le sue opere sono state
raccolte in cinque volumi (1901-09).
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di Nicola Raponi
Nato a Milano il 22 dic. 1824 da Paolo e da
Camilla Seblis, frequentò l'università di Pavia,
laureandosi in ingegneria nel 1845. Alunno di A. Bordoni, si
dedicò, anche per suggerimento di Gabrio Piola, alla ricerca
scientifica; già nel 1847 si metteva in luce con una
importante memoria Sul moto del calore nel globo della Terra.
Accanto alla ricerca pura, il B. verrà poi compiendo numerosi
studi di applicazione nel campo della fisica, della meccanica e
dell'idraulica, e si affermerà assai presto come uno dei
più valenti scienziati italiani, contribuendo efficacemente
al rinnovamento in Italia delle scienze matematiche e di quelle
applicate. Da giovane prese parte attiva al movimento patriottico
lombardo, prima nelle file dei mazziniani, con tendenze
democratiche, poi fra i moderati.
Alla vigilia del '48 era infatti nel gruppo di giovani capeggiato da
Pietro Maestri, Giovanni e Gaetano Cantoni, Giuseppe Finzi, Antonio
Lazzati, Anselino Guerrieri Gonzaga e da altri mazziniani.
Partecipò alle Cinque giornate e, fatto prigioniero dagli
Austriaci al termine del primo giorno d'insurrezione, venne liberato
dagli insorti; dal governo provvisorio di Lombardia ebbe la cattedra
di matematica elementare in un liceo milanese.
Dopo la restaurazione austriaca il B. si distinse fra gli esponenti
più attivi della resistenza lombarda, capeggiando ancora con
altri amici il gruppo dei mazziniani intransigenti, favorevoli a una
partecipazione più stretta dei ceti popolari e degli operai
al movimento d'opposizione. Costituitosi nel 1849 un Comitato
centrale milanese d'ispirazione mazziniana in relazione con il
Comitato centrale di Londra, il B. venne chiamato a farne parte con
Attilio De Luigi, Alberico Gerli, Giovanni Pezzotta, Giuseppe Mora.
Questo gruppo cercò di stabilire un fronte comune con i
cosiddetti "indipendenti", cioè gli amici di Carlo Tenca; la
ricerca di un'intesa con quest'ultimi, contrari ad una iniziativa
rivoluzionaria e al metodo cospiratorio, fu perseguita durante
incontri comuni, uno dei quali tenuto proprio in casa del B.,
presenti anche Antonio Allievi, Emilio Visconti Venosta, Attilio de
Luigi, Alberico Gerli, Cesare Mora. I contrasti di metodo, se non
proprio di sostanza, si rivelarono però insanabili, tanto che
il Tenca e i suoi amici, pur continuando a tenere contatti con il
gruppo mazziniano, soprattutto tramite il Visconti Venosta, non
presero più parte alle riunioni. Lo stesso B. restò
per poco tempo nel comitato milanese; chiamato nel 1850 a insegnare
all'università di Pavia, si staccò a poco a poco dai
suoi amici mazziniani, avvicinandosi alle correnti moderate della
borghesia intellettuale, cui appartenevano uomini come Antonio
Allievi, Emilio Broglio e lo stesso Tenca. Con costoro e con altri
ex mazziniani frequentò i circoli politici e culturali
milanesi come il salotto della contessa Maffei, favorevoli al
programma liberal-moderato cavouriano.
Il decennio 1950-1860 fu il periodo più intenso della sua
produzione scientifica e della sua attività didattica. Nel
1850-51 fu professore supplente di architettura idraulica; dal 1850
al 1852 fu supplente alla cattedra di matematica applicata, che
tenne poi come ordinario dal 1853 al 1859; dal 1859 al 1861 fu
ordinario di analisi superiore. In poco tempo il B. si mise in luce
come uno dei principali esponenti della rinascita delle scienze
matematiche in Italia e come uno dei maggiori maestri; prima
all'università di Pavia e poi al politecnico di Milano, il B.
guidò infatti e formò numerosi giovani ingegneri e
scienziati, come F. Casorati, L. Cremona, E. Beltrami ed E. Colombo.
Nel 1851aveva compiuto con Enrico Betti e Felice Casorati un viaggio
di studio nelle principali università straniere, mettendosi
in relazione con i più noti scienziati del tempo. Questi
contatti gli permisero non solo di, conoscere i moderni metodi di
ricerca, ma anche di acquisire una straordinaria esperienza nella
organizzazione degli studi scientifici. Questa capacità
organizzativa e promozionale il B. mise a profitto sia durante la
sua breve permanenza al ministero della Pubblica Istruzione come
segretario generale (dal 27 giugno 1861 al 7 dic. 1862, con i
ministri De Sanctis e Matteucci) sia come rettore
dell'università di Pavia (per pochi mesi tra il 1860 e il
1861), e ancor più la rese operante come direttore del
politecnico, poi come membro del Consiglio superiore della Pubblica
Istruzione, di cui fece parte per trent'anni. Della sua posizione al
ministero dell'Istruzione si avvalse per fondare istituti speciali
di fisica sperimentale e potenziare gli istituti scientifici
esistenti, dotandoli di gabinetti, laboratori e strumenti: per
l'osservatorio astronomico di Brera, a Milano, fece acquistare un
nuovo potente rifrattore.Dopo l'Unità il B. militò
nelle file della Destra; nel 1862 fu eletto deputato per il collegio
di Todi; con decreto 8 ott. 1865, a soli 41 anni, venne creato
senatore. L'attività politica, ch'egli svolse durante tutta
la sua vita, non rallentò né l'attività
scientifica né quella didattica. Nel 1863 aveva avuto la
direzione dell'istituto tecnico superiore di Milano, il politecnico,
che, istituito con legge del 13 nov. 1859, ebbe attuazione solo con
il r.d. 13 nov. 1862. Il B. ne gettò le basi e ne fece una
scuola d'alto livello sia nel campo della ricerca scientifica pura
che in quello delle applicazioni pratiche. Ne fu presidente e
direttore sino alla morte e v'insegnò idraulica fluviale e
analisi matematica.
Nel 1866 il B. assunse anche la direzione di Il Politecnico, la
rivista fondata dal Cattaneo: sotto la sua direzione il periodico
prese il carattere di una pubblicazione esclusivamente tecnica, di
giornale d'ingegneria civile e industriale. Diresse pure, con Luigi
Cremona, gli Annali di matematica pura e applicata. A Milano
presiedette o diresse numerosi istituti scientifici e culturali,
come l'Accademia scientifico-letteraria (la futura facoltà di
lettere e filosofia) e la scuola superiore d'agricoltura.
Il B. fu anche autorevole esponente del mondo economico italiano,
legato al Luzzatti e ad altri economisti del tempo, pur non avendo
una preparazione teorica specifica. In politica economica
oscillò poi fra le posizioni liberiste e il protezionismo,
cui sembrò inclinare sempre più decisamente negli
ultimi anni, fors'anche perché legato a taluni ambienti
imprenditoriali e a gruppi finanziari. Fu membro della commissione
finanza del Senato, presidente della commissione per lo studio del
bacino idraulico del Po, presidente della commissione d'inchiesta
sulle ferrovie nominata nel 1878 e di quella sulla marina mercantile
istituita nel 1881. Nelle vicende delle ferrovie italiane della
seconda metà dell'Ottocento ebbe parte sia come esperto sia
come operatore.
Già nel 1873 aveva fatto parte della commissione degli
azionisti della Società delle strade ferrate romane che
accettò il riscatto della società, che si trovava in
gravi condizioni finanziarie, da parte dello Stato (convenzione del
17 nov. 1873). Quando nel 1876si discusse il progetto di legge per
il riscatto e l'esercizio diretto delle ferrovie dell'Alta Italia,
delle Romane e delle Meridionali, presentato dalla Destra, il B.
ebbe una parte di rilievo nelle trattative che sfociarono poi nel
fallimento del progetto, mentre, anche sul piano della politica
economica, si andava stabilendo quell'intesa fra il gruppo moderato
toscano del Peruzzi e la Sinistra, che avrebbe provocato la caduta
del Minghetti. Nel 1878, due anni dopo la costituzione del ministero
Depretis, che era contrario all'assunzione dell'esercizio diretto
delle ferrovie da parte dello Stato, il B. fu incaricato di
presiedere la commissione parlamentare d'inchiesta nominata in
seguito all'aggravarsi della situazione delle ferrovie; il B. si
dimostrò, con il Minghetti (al quale fu sempre legato e che
si adoperò a tenere stretto al Depretis e ai gruppi moderati
favorevoli al trasformismo) e altri deputati della Destra, incline a
favorire l'esercizio privato delle ferrovie. Difatti le proposte
formulate dalla Commissione portarono più tardi alla
stipulazione della convenzione del 1885 (legge 27 apr. 1885), don
cui la rete ferroviaria italiana era data in gestione a tre
società, quella delle Strade ferrate meridionali, del
Mediterraneo e della Sicilia.
Fu presidente della commissione d'inchiesta sulla marina mercantile
italiana (istituita con legge 24 marzo 1881e della quale fu relatore
Paolo Boselli), i cui lavori sfociarono nella legge 6 dic. 1885, che
conteneva provvedimenti a favore della marina mercantile. Il B.
però, che già si era dichiarato ostile, con i gruppi
moderati lombardi, alla costituzione della Società di
navigazione generale, nata dalla fusione tra la Florio e la
Rubattino (discorso in Senato del 12 luglio 1881), fu contrario alla
concessione di premi e incentivi agli armatori (discorso del 26 nov.
1885).
Negli ultimi anni il B. si orientò sempre più
decisamente verso il protezionismo, e nel 1887 fu favorevole
all'introduzione del dazio sul grano. Favorevole sempre all'alleanza
fra il gruppo del Minghetti e il Depretis, si adoperò ad
orientare a destra la maggioranza trasformista; favorì
tuttavia il riformismo e l'emanazione di leggi sociali in funzione
strumentale contro l'avanzata del socialismo. Combatté, come
la maggior parte dei lombardi, la politica di Crispi, e si oppose in
particolare al progetto di legge che tendeva a dare al governo
maggiori poteri sui prefetti, timoroso che si creasse una "classe di
prefetti puramente politici".
Morì a Milano il 18 dic. 1897.
Il prestigio, i meriti scientifici e le benemerenze didattiche
diedero al B. una vasta notorietà e ampi riconoscimenti. Fu
membro dell'Accademia delle scienze di Torino, della Società
reale di Napoli, dell'Accademia delle scienze di Bologna, della
Società delle scienze di Gottinga e di Praga; fu membro e poi
vicepresidente (presidente era il Manzoni) dell'Istituto lombardo di
scienze e lettere, membro e dal 1884 presidente dell'Accademia dei
Lincei.
Nel terzo anniversario della morte, il 13 dic. 1900, nella sede del
politecnico di Milano venne inaugurata una sua statua in bronzo,
opera dello scultore L. Secchi. Per la biblioteca del politecnico
venne pure acquistata, con una sottoscrizione pubblica, la sua
biblioteca personale.
Il pensiero del B. fu altamente creativo nei più svariati
campi delle discipline matematiche; in particolare il suo contributo
alla risoluzione delle equazioni di quinto grado Inediante funzioni
ellittiche è fondamentale e parimenti è suo altissimo
merito la risoluzione dell'equazione generale di sesto grado
mediante funzioni ultraellittiche. Nell'opera Sur
l'intégration des équations ultra-elliptiques (Pavia
1857), infatti, il B. arrivò, per integrazione diretta, alla
dimostrazione della possibilità d'integrazione, sotto forma
algebrica razionale, delle equazioni ultraellittiche, laddove Jacobi
era riuscito solo a fornire una dimostrazione indiretta, e M.
Lionville aveva ottenuto il risultato come conseguenza delle sue
ricerche di cinematica.
Sul metodo di Kronecker per la risoluzione delle equazioni di quinto
grado (Milano 1858)è un lavoro del B., in cui, partendo
dall'esposizione del metodo di Kronecker, viene dimostrato come, per
risolvere completamente il problema, fosse necessario trovare una
risolvente di sesto grado di forma quadrinomia particolare,
risolubile per funzioni ellittiche.
Oltre ad essere un tributo di omaggio ai matematici del secolo XVII,
l'opera Sulla risolvente di Malfatti per le equazioni di quinto
grado (Milano 1863) contiene contributi fondamentali alle
matematiche: la riduzione della risolvente di Malfatti ad avere la
forma di un'equazione di sesto grado, così da comprendere le
equazioni che si incontrano nel problema della trasformazione del
quinto ordine nella teoria delle funzioni ellittiche; la
dimostrazione che, con le trasformazioni precedenti, si giunge alla
risoluzione delle equazioni di quinto grado.
A cura del comitato per le onoranze al B., composto da G. Ascoli, V.
Conti, G. Colombo, L. Cremona, G. Negri e G. Schiapparelli, le
memorie, note e recensioni del B. in numero di 27% furono raccolte e
pubblicate in cinque volumi (Milano 1901-1909).