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Drammaturgo italiano (Cuneo 1880 - Boves, Cuneo, 1962). Il suo nome ha avuto risonanza soprattutto per Il Beffardo (1919), "fresco drammatico dugentesco" ispirato all'interpretazione romantica della vita di Cecco Angiolieri, e di evidente derivazione da Sem Benelli.
DBI
di Pino Fasano
Nato il 2 luglio 188o a Cuneo, si laureò in giurisprudenza
all'università di Torino. Agli studi giuridici era stato
avviato dal padre, direttore di banca; ma già nel 1902 aveva
scritto e fatto rappresentare la sua prima commedia, Rôndôle,in dialetto
piemontese. Della sua vocazione teatrale ostacolata dagli studi di
legge, il B. intese pochi anni dopo additare un illustre precedente
nell'Avvocatino Goldoni (1907). Ottenne la prima affermazione nel
1905, vincendo a Firenze il concorso Bastogi con la commedia Il metodo con le donne.
Divenuto redattore letterario e critico drammatico della Gazzetta
del Popolo diTorino, e successivamente collaboratore della Stampa e
del Popolo d'Italia, il B. esercitò nei primi anni la sua
facile vena in commedie leggere d'ambiente moderno. Attentissimo
osservatore delle reazioni del pubblico, egli andava avvicinando per
esperimenti la formula di successo, e capì d'averla trovata
dopo l'affermazione de Il
tramonto di un re, dramma in versi rievocante la figura di
Vittorio Amedeo II, rappresentato a Torino nel dicembre del 1912 e
ripreso poi da E. Zacconi. Questo tipo di teatro "liceale", come lo
definì S. D'Amico, che solleticava i gusti del pubblico
suggerendogli il riconoscimento sulla scena di personaggi ed episodi
stereotipati nelle memorie scolastiche, fece la fortuna del Berrini.
La consacrazione definitiva tardò qualche anno, per via della
guerra, a cui egli partecipò, ma Il beffardo, rappresentato trionfalmente al Teatro
Lirico di Milano nel 1919, era già stato scritto fin
dall'estate del 1913. In questo "fresco drammatico dugentesco" era
rievocata sulla scena la figura di Cecco Angiolieri, il quale non
mancava di ricordare al pubblico i propri versi famosi ("S'i' fosse
fuoco…"), alternandoli senza soluzione di continuità agli
endecasillabi un po' zoppicanti del Berrini.
Le palesi derivazioni da S. Benelli non diminuirono il successo de Il beffardo, e il B. ovviamente
insistette su questa formula: il Rambaldo
de Vaqueiras del 1921 ottenne anch'esso caldi consensi, ma
alla Francesca da Rimini
del 1923 nocque forse l'inevitabile paragone con D'Annunzio, e Don Abbondio, del 1927, fu un
fiasco.
Il B. proseguì a scrivere per il teatro, riprendendo anche il
genere comico-leggero in prosa, ma progressivamente ritornò
alla sua professione di avvocato. Si occupava di diritto sindacale e
corporativo, e fra il 1933 e il 1934 condusse un'aspra polemica in
favore del Sindacato autori drammatici e per il rinnovamento dello
statuto della Società Italiana Autori ed Editori.
Dopo la seconda guerra mondiale tentò anche il romanzo,
pubblicando nel 1946 Il villaggio
messo a fuoco, che narra vicende della Resistenza e
dell'occupazione tedesca, e abbozzandone un altro mai portato a
termine, Quelli della Bisalta.
Trascorse gli ultimi anni nella villa paterna di Boves presso Cuneo,
curando, da appassionato cinofilo, il suo allevamento di bracchi, e
scrivendo. Fra le commedie di quest'ultimo periodo, La casa del pittore è di
contenuto autobiografico. Abbandonati ormai i drammi verseggiati in
costume, egli fece un estremo tentativo di adeguamento ai tempi
iniziando con un Furto al Sole
una "trilogia spaziale", rimasta incompiuta.
Il B. morì a Boves l'11 sett. 1962.
Opere (fra parentesi viene data la data della prima
rappresentazione): Rôndôle (1902); Il metodo con le
donne (1905); L'Avvocatino Goldoni (1907), ed. Milano 1926; Il
violinista (dal romanzo di Pastonchi - 19o8); Per i figli,in
collaborazione con E. A. Berta (19o8); Un ritorno (1909); La morsa
(1909); Andata e ritorno (1909); All'indice (1910),ed. Milano 1924;
O prima o poi (1911); Una donna moderna (1912), ed. Milano 1924; Il
tramonto di un re (1912), ed. Milano 1921, poi 1922; Il cuore
dell'amante,in collaborazione con S. Camasio (1914), ed. Torino
1931; Il poeta e la signorina (1915); La settimana rossa (altro
titolo: La donna dell'altra sponda - 1916); L'aristocrazia nera
(1917); I tre sentimentali,in collaborazione con S. Camasio (1918),
ed. Torino 1931; La signora innamorata (1918); Il Beffardo
(1919),ed. Milano 1920; Rambaldo de Vaqueiras (1921), ed. Milano
1925; Francesca da Rimini (1923), ed. Milano 1924; Tutta la vita in
quindici giorni (1925), ed. Milano 1927; La principessa giardiniera
(Carbonara)(1926), ed. Milano 1928; Don Abbondio (1927); La Nuda del
Cellini (1928), ed. Milano 1928; La luna guarda (1929), ed. Milano
1930; La nora bela (1931); L'appartamento e il tuo cuore (1932);
Teresa Casati Confalonieri (1938), ed. Milano 1939; Amore che non
è amore (1952), ed. su Teatro-Scenario n. 5-6 del 31 marzo
1953, poi in Due novità di N. B.,Cuneo 1966; Questa vecchia
casa (1953), ed. in Due novità di N. B.,cit. (col titolo La
casa dei pittore). L'ultimo degli Zar,Milano 1934, non è mai
stata rappresentata. Dopo la seconda guerra mondiale, il B. ha
pubblicato il romanzo Il villaggio messo a fuoco,Milano 1946; ha
raccolto i quattro drammi storici più fortunati (Il tramonto
d'un re, Il beffardo, Rambaldo e la Francesca)con un quinto nuovo,
La Ninfa di fontana Beliò,sotto il titolo Poemi
drammatici,Borgo San Dalmazzo 1954; e ha stampato altre Quattro
commedie nuove (Il peccato che dà la vita, La Belgioioso,
Taccabottoni non parla più, Prometeo scatenato),Cuneo 1955.