BARBADORO Bernardino
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Storico, nato a Cortona il 6 febbraio 1889. Professore di storia
medievale all'univ. di Firenze, presidente dell'Accademia Etrusca di
Cortona e della classe di scienze storiche dell'Accademia Colombaria
di Firenze.
Autore di numerose pubblicazioni, specialmente di storia fiorentina:
La condanna di Dante e le fazioni politiche del suo tempo (1920); I
Consigli della Repubblica Fiorentina (1921-1930); Le finanze della
Repubblica Fiorentina (1929); Il Rinascimento. Significato e limiti.
Storia politica e civile (1952).
Enciclopedia dantesca (1970)
Studioso (Cortona 1889 - Firenze 1961) del Medioevo fiorentino e in
particolare dell'età di D., dedicò tutta la sua
attività di ricercatore nel ricostruire il mondo politico,
economico e sociale in cui si svolse la vicenda umana del poeta e
nel vagliare quanto di questo mondo esterno fosse trasfigurato nel
poema.
Compì gli studi secondari ad Arezzo, quindi si
trasferì a Firenze, avendo vinto una borsa di studio presso
quella università. In questa città, che fu il teatro e
lo scopo delle sue ricerche, si formò la sua
personalità di storico tutto teso, sulla scia del Salvemini,
all'indagine nell'ambito della storia economico-giuridica. La sua
attività di attento ricercatore fu ulteriormente favorita dal
lavoro che svolse per lunghi anni presso l'Archivio di Stato di
Firenze che diresse dal 1931. La carriera archivistica tuttavia non
impedì al B. di compiere gli studi universitari: si
laureò nel 1919 con una tesi su Le finanze della Repubblica
fiorentina (opera che, rielaborata in seguito, divenne la sua
più nota e giustamente celebre); conseguì poi la
libera docenza e ottenne quindi la cattedra universitaria (1931).
I suoi interessi, oltre che alla storia economica, furono rivolti al
mondo di D.: del 1921 è il libro su La Firenze di D., scritto
in collaborazione con L. Dami (che curò la parte riguardante
la storia dell'arte); e dello stesso anno sono i Consigli della
Repubblica Fiorentina (1301-1307). Del 1922 è lo studio su
Arrigo VII nella storia d'Italia e nel pensiero di D.; abbiamo
inoltre due importanti lavori sull'esilio del poeta apparsi negli "
Studi danteschi " (II [1920], IV [1924]); del 1931, infine, è
la ‛ lettura ' del canto XXXII dell'Inferno tenuta nella sala di D.
in Orsammichele.
Collaborò proficuamente per lunghi anni alla Società
Dantesca, e fino al 1934 fu con lo Schiaparelli e il Panella
condirettore dell' "Archivio Storico Italiano ": in questa sede,
infatti, comparvero alcuni suoi importanti saggi sulle finanze
fiorentine del XIV secolo.