AVOLIO Gennaro

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DBI

di Renzo De Felice

Nacque a Napoli nel 1858. Chiamato alle armi mentre frequentava la facoltà di fisica-matematica, fu ammesso alla scuola militare di Modena e intraprese la carriera militare (1879). Nominato nel 1881 tenente, fu dapprima bibliotecario del presidio di Novara e poi insegnante di matematica al collegio militare di Firenze. Rientrato nel 1888 al reggimento a Pavia, intraprese, da solo, gli studi classici. Trasferito a Parma, conobbe il canonico Pignoli, l'abate Perrau, bibliotecario della Palatina, e l'archeologo Dell'Acqua, a contatto dei quali si orientò verso lo studio dei Padri della Chiesa e di alcuni apologisti moderni (Ozanam, Conti, Monsabré, Balmes) e verso problemi di ordine religioso. Dopo una grave malattia abbandonò l'esercito: frutto delle esperienze di questo periodo fu un suo scritto (Napoli 1893), condotto sulla base di una sua inchiesta personale. Allo stesso periodo risalgono alcuni suoi bozzetti sociali.

Tornato a Napoli l'A. si dedicò completamente a un intenso e appassionato apostolato religioso-sociale e all'assistenza materiale e spirituale dei giovani (avrebbe voluto, anzi, entrare nella Compagnia di Gesù, ma la morte della sorella, che lasciava due figli in tenera età, lo fece desistere da tale proposito per dedicarsi ai nipoti): partecipò, tra l'altro, alla fondazione del patronato dei minorenni condannati con la condizionale, a quella della nave-asilo "Caracciolo" e, nel 1892, fondò il "Circolo di studi sociali Leone XIII". In occasione del terremoto di Messina fu, con A. Fogazzaro, sul luogo del sinistro, dedicandosi con infaticabile zelo al soccorso delle popolazioni colpite.

Contemporaneamente a questa attività, l'A. si occupò intensamente dell'organizzazione a Napoli dei primi gruppi democratico-cristiani, stabilendo anche rapporti con gli analoghi delle altre località d'Italia e con R. Murri. Di questo periodo sono gli opuscoli (tirati in edizioni di decine di migliaia di copie) I democratici-cristiani. Chi sono, che cosa vogliono (Napoli 1891), Democrazia cristiana o anarchia (Bologna 1894), I cattolici di fronte ai mali sociali (Napoli 1895), La Chiesa e lo Stato. Il socialismo e la questione operaia nel Mezzogiorno (Napoli 1895).

Di quest'ultimo opuscolo G. Spadolini (L'opposizione cattolica, Firenze 1955, p. 408 n.) ha scritto che con esso l'A. rinnovò completamente - dandole un contenuto sociale - la vecchia tradizione cattolica meridionalistica e preparò la via a L. Sturzo. In esso infatti l'A., prendendo le mosse dalla politica agraria di Sisto IV e Clemente VII, che avevano condannato il "diritto abusivo di proprietà" e autorizzato i contadini dell'Agro romano a coltivare le terre incolte anche contro la volontà dei proprietari, chiedeva misure contro i proprietari assenteisti e a questo proposito vedeva nell'inserimento dei cattolici nella vita politico-sociale italiana la premessa fondamentale per la soluzione dei problemi del Mezzogiorno: i cattolici infatti si sarebbero dovuti battere per una serie di riforme radicali.

Nel 1897 l'A. diede vita a Napoli al giornale La democrazia sociale, cui seguì, circa un anno dopo, l'Unione democratica-cristiana (fusosi con il Popolo italiano di Genova e il Domani d'Italia di Roma) e, infine, Battaglie d'oggi (pubblicato prima a Napoli, poi ad Ascoli Piceno; Iº n. 6 agosto 1905, ultimo n. dicembre 1912, con questi sottotitoli successivi: Rivista popolare mensile, Rivista di socialismo cristiano, Organo del movimento per la riforma religiosa;era quindicinale, poi mensile). Fu questo uno dei più battaglieri organi democratici-cristiani del tempo: in esso l'A. caldeggiava un profondo rinnovamento morale della Chiesa, la piena autonomia del movimento democratico-cristiano dall'autorità ecclesiastica e la sua scesa in campo contro il socialismo sul terreno parlamentare. L'azione democratico-cristiana di quegli anni doveva infatti secondo l'A. preparare la realizzazione di un vero e proprio "centro cattolico parlamentare".

Su questa linea la posizione dell'A. andò rapidamente radicalizzandosi. Nel marzo 1899, con una lettera alla Cultura sociale politico letteraria di R. Murri (fasc. del 1º aprile), propose l'organizzazione dei cattolici italiani in una lega. Al momento la proposta cadde. Al congresso cattolico di Ferrara (19-23 aprile) il suo gruppo si strinse allora attorno al Murri. La proposta dell'A. tornò però di lì a poco di attualità, e dal 3 all'8 sett. 1900 ebbe luogo un convegno preparatorio per l'organizzazione cattolica.

L'attività politica dell'A. si fece particolarmente intensa nel periodo di circa un anno intercorso tra lo scioglimento dell'Opera dei congressi e la fondazione della Lega democratica nazionale. Il 14 ag. 1904 l'A. presiedette una importante assemblea dei democratico-cristiani di Napoli; l'anno successivo Battaglie d'oggi aderì a sua volta ufficialmente al movimento unitario democratico-cristiano. Sia l'A. sia Battaglie d'oggi (con diritto di voto) parteciparono così nel settembre 1906 al I congresso della Lega democratica nazionale tenutosi a Milano. L'A. entrò anzi anche nel consiglio direttivo della Lega, carica alla quale non fu però più rieletto nel 1908 in occasione del II congresso. Egli venne infatti assumendo in breve una posizione sempre più di sinistra in seno alla Lega, e si avvicinò molto al modernismo, svolgendo una grande attività propagandistica in tale direzione (anche in circoli socialisti e templi protestanti).

In occasione dell'elezione alla Camera, nel 1909, di R. Murri e della sua scomunica, Battaglie d'oggi prese nettamente posizione per il neo-deputato e giustificò la sua adesione al gruppo parlamentare radicale. Nel numero del 1º-15 apr. 1909 scrisse che "ormai il popolo più non accetta, sul terreno politico, e farà presto lo stesso su quello amministrativo, dei candidati semplicemente in nome d'un principio confessionale, invece che in nome d'un programma e d'un partito ben noti e definiti", rivendicando al movimento dei "democratici cristiani autonomi" un programma "schiettamente democratico e, dal lato economico, senza riserve, combaciante con quello socialista". Per questo atteggiamento l'A. e Battaglie d'oggi furono violentemente attaccati al III congresso della Lega (settembre 1910), tanto più che ad esso l'A. inviò una lettera di intonazione chiaramente modernistica e filo-socialista.

Negli anni successivi l'A. andò, coerentemente con questo suo atteggiamento, allontanandosi sempre più dalle posizioni democratico-cristiane, e sostenne a più riprese una sorta di socialismo cattolico. Spunti in questo senso sono riscontrabili già nel 1909 nella risposta da lui data a una inchiesta giornalistica (pubblicata nel volume miscellaneo Socialismo e religione, Roma 1911); ancora più chiari essi sono nel suo intervento al successivo convegno nazionale della Federazione per la cultura religiosa, riprodotto in Problemi religiosi e sociali (Napoli 1914).

Nel 1912 l'A. fondò La nuova riforma, settimanale, poi mensile, di pensiero religioso e di etica sociale, violentemente polemico, in cui propugnò la spiritualizzazione della religione, e attraverso il quale si riprometteva di pervadere il socialismo dell'idea cristiana. In tale rivista, che durò circa sei anni, l'A. pubblicò numerosissimi suoi scritti, sovente ripubblicati in opuscolo, sui più vari temi: Semplicismo antireligioso, La questione sessuale, I reati di sangue, La questione religiosa, ecc. Tra l'altro criticò anche il celibato ecclesiastico. Dalle colonne de La nuova riforma l'A. condusse anche una decisa battaglia pacifista, giungendo sino ad accusare il papa di non aver fatto abbastanza per evitare la guerra: Unione per la pace giusta (1916); Il Papa, il Congresso e la Pace (1917); Il Papa, la guerra e il Congresso per la pace (1917).

Nel dopoguerra l'A. si ritirò dalla vita pubblica, dedicandosi allo studio e alla famiglia, e pubblicando alcune operette di pietà. Morì a Napoli il 12 dic. 1928.