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Accademia destinata allo studio e alla conservazione della lingua
nazionale italiana. Sorse nel 1582 a Firenze con il contributo
decisivo del letterato L. Salviati, con lo scopo di separare il
‘fior di farina’ (cioè la buona lingua, identificata con il
fiorentino del Trecento), dalla ‘crusca’. Nel 1590 cominciò
la preparazione del vocabolario della lingua italiana, la cui prima
edizione uscì a Venezia nel 1612 con il titolo di Vocabolario
degli Accademici della Crusca. Pur accogliendo i canoni già
stabiliti da P. Bembo, gli accademici non si attennero alla sola
lingua degli scrittori trecentisti toscani; accolsero pure vocaboli
di scrittori non toscani e di secoli posteriori, e anche dell’uso
vivo. Il Vocabolario ebbe tale diffusione da costituire il modello
per altre nazioni europee. Nel 1843 iniziò la pubblicazione
della 5a ed., ma nel 1923 il Vocabolario era arrivato alla lettera
O, e sembrando ormai antiquati i criteri di compilazione dell’opera,
una legge di quell’anno ne sospese la pubblicazione.
Dal 1955 è stato ripreso il disegno di un nuovo, grande
vocabolario storico che dovrebbe costituire il ‘tesoro’ della lingua
italiana. Questo disegno cominciò ad attuarsi nel 1965,
mediante un finanziamento del Consiglio nazionale delle ricerche.
Dal 1983 il compito di redigere il Tesoro della lingua italiana
delle origini (fino al 1375), quale prima parte del vocabolario
storico della lingua italiana dalle origini ai giorni nostri,
è passato a un centro di studi del CNR, l’OVI (Opera del
Vocabolario Italiano), distinto dall’Accademia, ma operante in
collaborazione con questa. Liberata dagli impegni propriamente
lessicografici, l’Accademia sotto la direzione di G. Nencioni e di
F. Sabatini e, dal 2008 di N. Maraschio, ha sviluppato
un’attività di ricerca e di consulenza sull’italiano,
percorrendo strade nuove sui fronti grammaticale, lessicologico e
filologico.