Q 7 § 36
1 Un accenno a queste questioni è già nel Quaderno 4
(XIII), §§ 18 e 42. Gramsci si riferisce probabilmente a
ciò che scrive Vilfredo Pareto nel Trattato di sociologia
generale, a proposito delle diffe renze fra linguaggio scientifico e
linguaggio volgare (linguaggio delle scienze logico-sperimentali e
linguaggio delle scienze non logico-sperimentali); il primo per
Pareto sarebbe oggettivo, uni versale, immutabile, il secondo
soggettivo e mutevole: cfr Vilfre do Pareto, Trattato di sociologia
generale, 2a ed. Roma 1923, «Indice degli argomenti, III
(a-r). Linguaggio e Definizione». Per la questione del
«linguaggio come causa d'errore» si veda in parti colare
«Indice degli argomenti, III (-l), linguaggio come
manifestazione di azioni non logiche» e il cap. 11 del vol. I
Le azioni non logiche, pp. 63-144 dell'ed. cit. Un accenno alla
stessa questione in relazione alla dottrina dei pragmatisti è
anche nell'opera di Pareto, I sistemi socialisti, dove a proposito
di uno scritto di Giovanni Vailati, Sulla portata logica della
classificazione dei fatti mentali proposta dal Prof. Franz Brentano,
pubblicato in «Rivista filosofica», 1901, fasc. 1, poi
raccolto in Scritti cit., pp. 336-40, si afferma che Vailati
«nota molto a ragione il gran numero di illusioni e di falsi
ragionamenti, cui dà luogo l'ambiguità dei termini del
linguaggio volgare. L'economia politica ne ha troppo sofferto ed i
suoi progressi futuri sono strettamente legati all'adozione di un
linguaggio scientifico» (cfr Vilfredo Pareto, I sistemi
socialisti, ed. 1954, p. 73 nota). Su Vailati ed il pragmatismo cfr
nota 5 al Quaderno 4 (XIII), § 42.