Q3 §13
1 Su questa polemica del Panzini con «Il Resto del
Carlino», Gramsci ritorna nel § 38. La lettera del
Panzini, pubblicata su «L'Italia letteraria» del 30
giugno 1929 (anno 1, n. 13) rispondeva a un corsivo apparso su
«Il Resto del Carlino» del 23 giugno, nella rubrica
'Traversate', a firma «Lom.». - In certe
espressioni usate da Panzini a proposito della «
dittatura » di Cavour il corsivista del giornale bolognese
aveva scorto la probabile intenzione di un allusivo confronto
polemico con Mussolini: «È ancora da notare,
passando, che certe puntate contro la dittatura, certe frasi a
doppio senso sul modo di governare gli uomini e i popoli, certe
punzecchiature sui giovani d'oggi - I quali giovani, egregio
Panzini, studiano molto e certo più di quanto voi
mostrate di credere - nuocciono alla serietà e alla
serenità dell'opera, giacché sfuggono ad una precisa
determinazione prestandosi invece alle più svariate
interpretazioni, e in ogni modo stan meglio nella bocca di Benedetto
Croce che su quella di Alfredo Panzini ». La risposta di
Panzini su questo punto è ricordata da Gramsci nel § 38.
2 L'allusione, che Gramsci ricorda a memoria in modo
approssimativo, è contenuta in un articolo di Luigi
Russo, Io dico seguitando..., in «La Nuova Italia»,
20 gennaio 1930 (anno 1, n. 1), pp. 1-12. Criticando
«l'andazzo di tutte quelle storie bassamente "romanzate" che
sono venute di moda anche in Italia», Russo allude in
particolare a «vite di Machiavelli raccontate come
fossero la storia di Pinocchio o di qualche altro eroe del
genere... E ancora, vite di Cavour descritte con le stesse graziette
di stile con cui si possono raccontare le avventure di Gelsomino,
buffone del Re, e con qualche furtarello inavvertito da quei
Treitschke e da quei Paléologue ai lavori dei quali si
vorrebbe pur contrapporre il monumento storico di getto
nazionale».