Q1 § 152
1 Per il riscontro dei riferimenti a Marx e a Hegel, qui, come
altrove, citati a memoria, occorre tener presente le traduzioni
dell'epoca, utilizzate nella letteratura critica sul marxismo e
delle quali anche Gramsci si era servito. Lo stesso Gramsci del
resto sottolinea più volte in questo testo il carattere
approssimativo dei suoi riferimenti (da ciò anche qualche
incertezza stilistica, soprattutto alla fine del paragrafo). La
fonte del primo riferimento - all'affermazione di Marx secondo
cui Hegel «fa camminare gli uomini con la testa in
giù» - è il Poscritto alla seconda edizione del
Capitale, secondo la traduzione italiana della «Biblioteca
dell'economista» dell'Utet, pubblicata per la prima volta
nel 1886 (3a ristampa 1924, p. 681): «...Hegel quantunque
grazie al suo qui pro quo, sfiguri la dialettica col misticismo, non
cessa dall'essere stato il primo ad esporne il movimento
complessivo. In Hegel essa cammina sulla testa; basta rimetterla sui
piedi per trovarle una fisionomia completamente ragionevole»
(la traduzione è piutosto libera; nell'originale
tedesco: «Die Mystifikation, welche die Dialektik in Hegels
Händen erleidet, verhindert in keiner Weise, dass er ihre
allgemeinen Bewegungsformen zuerst in umfassander und bewusster
Weise dargestellt hat. Sie steht bei ihm auf dem Kopf. Man muss sie
umstülpen, um den rationellen Kern in der mystischen Hülle
zu entdecken»).
Sulla traduzione dell'Utet sono basati probabilmente alcuni
riferimenti di Croce; cfr Materialismo storico ed economia
marxistica cit., pp. 4-5: «Come si sa, il Marx, discorrendo
delle relazioni del suo pensiero con lo hegelismo usò una
volta una frase a punta che è stata presa troppo per la
punta. Egli disse che lo Hegel pone la storia sulla testa, e che
bisogna capovolgerla per rimetterla sui piedi»; cfr anche
Conversazioni critiche, serie I, Laterza, Bari 1918 [FG, C. carc.,
Turi I], p. 297: «Quanto si è stentato e sottilizzato
per intendere, ad esempio, in che senso il Marx avrebbe capovolta la
dialettica hegeliana e rimessa la verità, che era collocata
con la testa in giù, sui piedi».
Non risulta però che Croce, come Gramsci credeva di
ricordare, si sia posta la questione dell'origine dell'immagine di
Marx. Tale questione era stata invece toccata da Antonio
Labriola, il quale in una nota del terzo saggio (alla fine del
capitolo IV) aveva osservato che « il verbo usato da Marx,
umstülpen, si dice comunemente del rimboccare i calzoni, o del
ripiegar le maniche »: cfr Antonio Labriola, Discorrendo di
socialismo e di filosofia, 2a ed. Loescher, Roma 1902 [FG], p. 54.
La stessa immagine del raddrizzamento della dialettica
hegeliana è ripresa da Engels, in particolare in
Ludovico Feuerbach e il punto d'approdo della filosofia classica
tedesca; cfr trad. it. Mongini, Roma 1902, p. 28: «Ma con
ciò la stessa dialettica del concetto diveniva solo il
riflesso cosciente del moto dialettico del mondo reale, e con
ciò'la dialettica hegeliana era raddrizzata, o piuttosto
mentre stava sulla testa, era rimessa sui piedi». Anche il
riferimento a Hegel di Gramsci è dovuto alla reminiscenza di
una citazione di Engels, nell'opuscolo L'evoluzione del socialismo
dall'utopia alla scienza (cfr trad. it. Mongini, Roma 1902, p. 8);
dopo aver affermato nel testo - ricavato, come è noto, da tre
capitoli dell'Antiduhring - che « fu quello il tempo, in cui
secondo Hegel, il mondo fini per rizzarsi sulla testa», Engels
aggiunge in nota: «Il passo dello Hegel sulla Rivoluzione
francese è il seguente: "Il pensiero, la nozione del diritto,
si fece di punto in bianco valere, né l'antico edificio del
torto potè opporre resistenza alcuna. In nome del
diritto è adesso proclamata una nuova concezione, sulla
quale tutto deve poggiare. Da che il sole sta sul firmamento e i
pianeti gli girano intorno, non fu mai visto che l'uomo si
rizzasse sulla testa, cioè sul pensiero, e che su questo
costruisse la realtà..." ("Solange die Sonne am Firmament
steht und die Planeten um sie kreisen, war das noch nicht gesehen
worden, dass der Mensch sich auf den Kopf, dass ist auf den Gedanken
stellt und die Wirklichkeit nach diesem erbaut")». Questa
citazione di Hegel è tratta però non dalla Filosofia
del diritto, ma dalla Filosofia della storia (Vorlesungen über
die Philosophie der Geschichte, p. 535 dell'ed. cit. da Engels, in
Werke, vol. IX, 2a ed. Berlin 1840).