Q1 § 10
1 Cfr la lettera a Tania del 14 novembre 1927: «Quando cadde
il centenario del Machiavelli lessi tutti gli articoli pubblicati
dai 5 quotidiani che allora leggevo; ricevetti più tardi il
numero unico del "Marzocco" sul Machiavelli. Mi ha colpito il fatto
come nessuno degli scrittori sul centenario abbia messo in relazione
i libri del Machiavelli con lo sviluppo degli Stati in tutta Europa
nello stesso periodo storico. Deviati dal problema puramente
moralistico del cosidetto "machiavellismo" non hanno visto che il
Machiavelli è stato il teorico degli Stati nazionali retti a
monarchia assoluta, cioè che egli, in Italia, teorizzava
ciò che in Inghilterra era energicamente compiuto da
Elisabetta, in Ispagna da Ferdinando il Cattolico, in Francia da
Luigi XI e in Russia da Ivan il Terribile, anche se egli non conobbe
e non potè conoscere alcune di queste esperienze nazionali,
che in realtà rappresentavano il problema storico dell'epoca
che il Machiavelli ebbe la genialità di intuire e di esporre
sistematicamente» (LC, 145-46).
2 II termine «paragone ellittico» era stato usato dal
Croce per definire il significato della teoria del valore in Marx.
Cfr Benedetto Croce, Materialismo storico ed economia marxista,
4a ed. riveduta, Laterza, Bari 1921 [FG, C. carc., Turi I], p. 32:
«Che cosa è, dunque, la concezione del valore nel
Capitale del Marx? È la determinazione di quella particolare
formazione di valore, che ha luogo in una data società
(capitalistica) in quanto diverge da quella che avrebbe luogo in una
società ipotetica e tipica. È insomma, il paragone tra
due valori particolari. Questo paragone ellittico forma una delle
principali difficoltà per la comprensione dell'opera del
Marx». Questa interpretazione di Croce della teoria Marxiana
del valore è criticata da Gramsci nel Quaderno 7 (VII),
§ 42.