Q 10 § 47
1 Cfr Croce, Cultura e vita morale cit., pp. 143-50; cfr in
particolare pp. 148-49: «Eppure a proposito di cattolici, Ella
non ha avuto un atteggiamento benevolo verso il modernismo
religioso. Ha forse temperato, ora, le sue opinioni in proposito?
No, anzi le ho rese sempre più precise. Credo che il
modernismo sia in pochissimi casi una condizione di dolorosa e
rispettabilissima perplessità di alcuni animi di nobile
tempra, in cui lottano la fede ed il pensiero. In altri casi
più numerosi, è un dilettantismo tra filosofico e
religioso (epperò, non vera filosofia né vera
religione), esercitato da perditempo, che chiacchierano di questi
argomenti per moda e celebrano i loro riti in quei templi che sono i
caffè. E, nei restanti casi, è un tentativo poco
scrupoloso di pretacci e fratacci miscredenti e disonesti per'
restare dentro la Chiesa e goderne i vantaggi economici o volgerne
ai loro scopi il potere. Di questi tre elementi del modernismo, solo
il primo caso merita simpatia, e nessuno dei tre ha importanza
speculativa. Ma crede Ella che si possa considerare il modernismo
dal solo aspetto speculativo? Non è esso altresì un
movimento praticamente efficace? La Chiesa cattolica, con
l'escludere da sé la parte più intelligente e
più modernamente educata del clero e dei cattolici, non si
depaupera sempre più? Cotesto depauperamento non è
tanto ef fetto del modernismo quanto del mondo moderno, che corrode
da ogni parte la Chiesa cattolica, la quale a questo modo forse si
av via a diventare, a poco per volta, una superstizione popolare,
come il paganesimo nei suoi ultimi tempi. Ma per ora la Chiesa, col
liberarsi dei modernisti, si è liberata di gente infida, e
ciò non indebolisce ma rafforza le istituzioni».