Q 10 § 41

1 Cfr nota 2 alla parte I di questo stesso Quaderno, § 2. Nella lettera del 14 novembre 1914 Sorel scrive: «Le grand problème actuel est bien probablement celui que vous indiquez dans votre lettre: 'vivre sans religion'; l'histoire parait montrer que cela est possible, car beaucoup des personnes pensent que la Chine a si peu de religion qu'elle peut étre regardée comme athée; mais l'art et la philosophie ne sont-ils pas gravement compromis par la ruine des religions populaires?» Cfr «La Critica», 20 marzo 1929 (anno XXVII, fasc. II), p. 114.


2 Con ogni probabilità Gramsci aveva in mente, a questo proposito, la relazione parlamentare di Croce, come ministro della pubblica istruzione nel governo Giolitti, pubblicata a suo tempo in opuscolo cfr Benedetto Croce, Le riforme degli esami e la sistemazione delle scuole medie (Relazione in Parlamento), Società Editrice «La Voce», Firenze 1923 -, insieme al discorso parlamentare dello stesso Croce del 6 luglio 1920 (ora in Discorsi parlamentari, Bardi, Roma 1966, pp. 26-44). Nell'edizione di questo discorso inclusa nelle Pagine sparse, Laterza, Bari i9602, vol. II, p. 336, è dato in nota uno stralcio caratteristico di una intervista a «L'Idea nazionale» (8 aprile 1920), ove si legge, tra l'altro, la frase: «aderisco pienamente alla tesi sostenuta dal Gentile». Dello stesso sapore l'articolo 17 Crocefisso nelle scuole, uscito nel «Giornale d'Italia» del 19 agosto 1925 (Pagine sparse, vol. II cit., pp. 457-58), dove però si precisa: «tutti coloro che conoscono quanto ho scritto in proposito, sanno che sono stato aperta mente favorevole all'insegnamento religioso nelle scuole elementari, da dare agli alunni delle famiglie che ne facciano richiesta...» Poco prima, in un articolo del 24 marzo 1925 {Pagine sparse, vol. II cit., p. 456), Croce aveva ribadito la sua generale simpatia per la «riforma Gentile».