Sistemi elettorali
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Proporzionale, sistema
Sistema elettorale per il quale l’assegnazione dei seggi avviene in
modo da assicurare alle diverse liste un numero di posti
proporzionale ai voti avuti. Ciò di solito viene realizzato mediante
la divisione del numero dei voti validamente espressi per il numero
dei seggi da ricoprire, ottenendo così il quoziente elettorale, che
costituisce il titolo per conseguire un seggio. I sistemi p. possono
dividersi in due gruppi, a seconda che lascino all’elettore la
libera scelta dei nomi da votare oppure prevedano per la loro
applicazione una lista di candidati prestabilita. In Italia fino al
1993, quando i sistemi elettorali furono modificati in senso
maggioritario, il sistema adottato per le elezioni alla Camera era
p., mentre per l’elezione del Senato era applicato un particolare
sistema p. per l’attribuzione di seggi non ricoperti con il primo
scrutinio a base uninominale. Nel 2005 una nuova legge elettorale ha
segnato il ritorno al sistema p., ma con una soglia di sbarramento
per partiti e coalizioni e l’assegnazione di un premio di
maggioranza. Il sistema p. è adottato per le elezioni al Parlamento
Europeo.
Maggioritario, sistema.
Sistema nel quale i seggi non sono distribuiti proporzionalmente ai
voti, ma vengono assegnati esclusivamente, o comunque in misura
notevolmente superiore alla percentuale di consensi riportata, a chi
ottiene la maggioranza dei voti. Nel caso di un sistema m.
uninominale , la totalità della rappresentanza (un seggio), in ogni
collegio, viene attribuita al candidato che ha conseguito il maggior
numero di voti. L’equivalente di questo sistema, nel caso di uno
scrutinio di lista, sarebbe attribuire tutti i seggi alla lista che
ottenga la maggioranza dei voti, ma un tale meccanismo non è quasi
mai adottato. Comune è invece, nel caso di uno scrutinio di lista,
l’uso del termine m. per indicare un sistema che assegni alla lista
che ottiene il maggior numero di voti (in genere, purché superi una
certa soglia minima) un forte premio di maggioranza, in modo da
attribuirle una porzione di seggi nettamente superiore alla sua
percentuale di voti.
Il termine m. viene spesso adoperato anche per designare un sistema
elettorale misto, basato sulla combinazione tra una maggioranza di
seggi assegnati con un sistema m. uninominale e una minoranza
assegnata con un sistema proporzionale.
Plurinominale
Sistema elettorale basato su collegi di medie o grandi dimensioni,
che eleggono in ogni caso più di un candidato, sulla base di liste
diversamente strutturate, («bloccata», a preferenza ordinale, con
panachage ecc.) e attraverso metodi diversi di scrutinio, di lista o
individuale.
Uninominale
Nel linguaggio politico, si dice di sistema o scrutinio elettorale
nel quale si hanno tanti collegi quanti sono i rappresentanti da
eleggere (collegi u. ); si distinguono sistemi u. a un turno , nei
quali il seggio è assegnato al candidato che abbia riportato il
maggior numero di voti (anche nel caso in cui questa maggioranza non
sia assoluta), e sistemi u. a due turni , che prevedono un
ballottaggio tra i due candidati che al primo turno abbiano
riportato il maggior numero di voti.