Sistemi elettorali

www.treccani.it
enciclopedia online

Proporzionale, sistema

Sistema elettorale per il quale l’assegnazione dei seggi avviene in modo da assicurare alle diverse liste un numero di posti proporzionale ai voti avuti. Ciò di solito viene realizzato mediante la divisione del numero dei voti validamente espressi per il numero dei seggi da ricoprire, ottenendo così il quoziente elettorale, che costituisce il titolo per conseguire un seggio. I sistemi p. possono dividersi in due gruppi, a seconda che lascino all’elettore la libera scelta dei nomi da votare oppure prevedano per la loro applicazione una lista di candidati prestabilita. In Italia fino al 1993, quando i sistemi elettorali furono modificati in senso maggioritario, il sistema adottato per le elezioni alla Camera era p., mentre per l’elezione del Senato era applicato un particolare sistema p. per l’attribuzione di seggi non ricoperti con il primo scrutinio a base uninominale. Nel 2005 una nuova legge elettorale ha segnato il ritorno al sistema p., ma con una soglia di sbarramento per partiti e coalizioni e l’assegnazione di un premio di maggioranza. Il sistema p. è adottato per le elezioni al Parlamento Europeo.

Maggioritario, sistema.

Sistema nel quale i seggi non sono distribuiti proporzionalmente ai voti, ma vengono assegnati esclusivamente, o comunque in misura notevolmente superiore alla percentuale di consensi riportata, a chi ottiene la maggioranza dei voti. Nel caso di un sistema m. uninominale , la totalità della rappresentanza (un seggio), in ogni collegio, viene attribuita al candidato che ha conseguito il maggior numero di voti. L’equivalente di questo sistema, nel caso di uno scrutinio di lista, sarebbe attribuire tutti i seggi alla lista che ottenga la maggioranza dei voti, ma un tale meccanismo non è quasi mai adottato. Comune è invece, nel caso di uno scrutinio di lista, l’uso del termine m. per indicare un sistema che assegni alla lista che ottiene il maggior numero di voti (in genere, purché superi una certa soglia minima) un forte premio di maggioranza, in modo da attribuirle una porzione di seggi nettamente superiore alla sua percentuale di voti.
Il termine m. viene spesso adoperato anche per designare un sistema elettorale misto, basato sulla combinazione tra una maggioranza di seggi assegnati con un sistema m. uninominale e una minoranza assegnata con un sistema proporzionale.

Plurinominale

Sistema elettorale basato su collegi di medie o grandi dimensioni, che eleggono in ogni caso più di un candidato, sulla base di liste diversamente strutturate, («bloccata», a preferenza ordinale, con panachage ecc.) e attraverso metodi diversi di scrutinio, di lista o individuale.

Uninominale

Nel linguaggio politico, si dice di sistema o scrutinio elettorale nel quale si hanno tanti collegi quanti sono i rappresentanti da eleggere (collegi u. ); si distinguono sistemi u. a un turno , nei quali il seggio è assegnato al candidato che abbia riportato il maggior numero di voti (anche nel caso in cui questa maggioranza non sia assoluta), e sistemi u. a due turni , che prevedono un ballottaggio tra i due candidati che al primo turno abbiano riportato il maggior numero di voti.