Massimalismo
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Corrente del Partito socialista italiano guidata da G.M. Serrati
(così denominata perché propugnatrice del programma massimo, cioè la
rivoluzione socialista, e pertanto contrapposta alla corrente
riformista), che divenne maggioritaria nel congresso di Bologna
dell’ottobre 1919.
La maggioranza massimalista, che rifiutò l’espulsione dei riformisti
(prescritta dalla Terza Internazionale), non riuscì a scongiurare la
scissione comunista (1921), ma neanche la successiva fuoriuscita dei
riformisti (1922). Nel 1924 parte dei militanti della corrente (tra
questi Serrati) aderì al partito comunista, mentre il PSI si
ricongiunse con i riformisti nel congresso di Parigi del 1930.
Il termine è ora usato soprattutto per designare atteggiamenti
considerati estremisti e non sorretti da un’effettiva capacità di
azione politica. Con significato più ampio, l’orientamento o il
comportamento di chi, in una opposizione di idee o di programmi,
vuole ottenere il risultato massimo e non ritiene accettabili
soluzioni intermedie o parziali.