Liberalsocialismo
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Termine della pubblicistica politica in uso dalla metà del 19° sec.
per indicare il tentativo di combinare liberalismo e socialismo.
Tale esigenza fu avvertita, in ambito socialista, da C. Rosselli (Socialisme
libéral, 1930) e, in ambito liberale, da G. Calogero, che nel
1940 fu, con A. Capitini, tra gli autori del Manifesto del l.
che affermava l’inscindibilità reciproca delle esigenze della
libertà politica e della giustizia sociale.
Il l. fu uno dei filoni ideologici che ispirarono la nascita del
Partito d’Azione (1942).
Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
di Guido Calogero
Questo termine, che formalmente si contrapponeva a quello di
"nazionalsocialismo" e nella sostanza si ricollegava al "socialismo
liberale" di Carlo Rosselli (di liberal Socialism, socialisme
libéral, liberaler Sozialismus si era cominciato a parlare in
Inghilterra, in Francia e in Germania già nella seconda metà
dell'Ottocento, e a tale tradizione terminologica si era richiamato
il Rosselli nel suo Socialisme libéral, scritto al confino di Lipari
e pubblicato a Parigi nel 1930: vedine la ristampa in italiano,
Socialismo liberale, Roma-Firenze 1945) cominciò ad essere adoperato
in Italia intorno al 1937, negli ambienti antifascisti che facevano
capo ad Aldo Capitini e a Guido Calogero.
Un "manifesto del liberalsocialismo" fu redatto nel 1940 ed ebbe
larga circolazione clandestina. Sulle sue tracce la polizia riuscì,
sul principio del 1942, ad arrestare alcuni dei principali esponenti
del movimento, la maggior parte dei quali fu inviata al confino:
altri arresti si ebbero nel giugno del 1943. Ma la diffusione del
manifesto non si interruppe e quando, nel 1943, nacque il Partito
d'azione dalla confluenza di "Giustizia e Libertà" e di altre
correnti democratiche affini, il movimento liberalsocialista fu tra
i principali fondatori del nuovo partito, e la sua ideologia -
fondata sul motivo della inscindibilità reciproca delle esigenze
della libertà politica e della giustizia sociale - venne anzi a
porsi, per questo aspetto, come caratteristica e costitutiva della
nuova formazione, non senza dissenso da parte di coloro che in essa
ritenevano inopportuna ogni determinazione ideologica e intendevano
limitare il suo programma a taluni obiettivi politici concreti.
Il dissenso influì sulla posteriore crisi del Partito d'azione: ma
l'esigenza liberalsocialista è rimasta viva nella maggior parte dei
suoi aderenti, qualunque sia stata la formazione politica in cui
essi abbiano finito per farla valere, dopo la cessazione di quel
partito.