Bolscevismo
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Movimento politico e dottrina sviluppatisi in Russia. Il b. nacque
all’interno del Partito operaio socialdemocratico russo, fondato nel
1898 da G.V. Plechanov e da P. Axelrod. Durante il secondo
congresso, che si tenne a Londra nel 1903, il partito si era
suddiviso in due frazioni, massimalista e minimalista.
I bolscevichi (dal russo bol´ševik «maggioritario») rappresentavano
la corrente più rivoluzionaria, che si opponeva alla minoranza dei
menscevichi (dal russo men′ševik «minoritario»). Guidati da Lenin,
che sviluppò la sua concezione organizzativa nel Che fare?
(1902), i bolscevichi erano convinti della necessità di costruire un
partito formato da rivoluzionari di professione, caratterizzato da
una rigorosa disciplina e da un severo centralismo (evolutosi poi in
«centralismo democratico»). Infatti, in polemica con le altre
componenti della socialdemocrazia russa, Lenin affermava che la
coscienza di classe non si sviluppa spontaneamente tra gli operai,
ma dall’esterno, a opera del partito rivoluzionario, un’avanguardia
capace di alternare propaganda legale e illegale, partecipazione
alla vita parlamentare e lotta rivoluzionaria, per impadronirsi del
potere, instaurare la dittatura del proletariato e avviare la
trasformazione della società.
Le due frazioni, bolscevica e menscevica, procedettero in un primo
tempo mantenendo un certo accordo. Tuttavia, in occasione dei moti
rivoluzionari del 1905 le divergenze si accentuarono, coinvolgendo
anche aspetti fondamentali del programma e della strategia
socialdemocratica: la Rivoluzione del 1905, democratico-borghese per
entrambi gli schieramenti, secondo i bolscevichi non poteva che
essere diretta dal proletariato e dai contadini poveri. I due gruppi
giunsero alla scissione definitiva nel 1912 (allorché i bolscevichi
si costituirono in partito autonomo) e al conflitto aperto nel 1917.
Dopo la Rivoluzione del febbr. 1917 i menscevichi rimasero legati a
una visione democratico-parlamentare, convinti che soltanto un pieno
sviluppo della società e delle istituzioni borghesi avrebbe potuto
creare le condizioni per una futura rivoluzione socialista in
Russia. Invece i bolscevichi, a partire da aprile, si convertirono
alla prospettiva, indicata da Lenin, di un rapido passaggio alla
fase socialista della Rivoluzione.
La Rivoluzione d’ottobre in Russia, realizzata fondamentalmente
attraverso la dittatura del partito bolscevico, tradusse in pratica
la prospettiva di Lenin. I bolscevichi si impadronirono del potere
il 7 nov. 1917, poco più di sei mesi dopo il ritorno in Russia di
Lenin e Trockij. Nell’Assemblea costituente, democraticamente
eletta, i bolscevichi erano in minoranza, disponendo soltanto di 185
seggi contro i 495 dei socialisti rivoluzionari: essi la sciolsero
quindi con la forza il giorno stesso della sua convocazione,
giudicando intollerabile l’arresto del processo rivoluzionario per
decisione delle masse rurali più arretrate.
Nel 1918 i bolscevichi assunsero il nome di Partito comunista russo
(bolscevico), poi trasformatosi (1925) in Partito comunista
(bolscevico) dell’Unione sovietica.