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Baróne, Enrico.
Economista italiano (Napoli 1859 - Roma 1924). Ufficiale
dell'esercito, prof. di storia militare alla scuola superiore di
guerra di Torino, scrisse pregevoli studî critici di arte
militare. Abbandonata la carriera militare, con la pubblicazione dei
suoi Principi di economia politica (1908), lucida esposizione
sintetica e sistematica dell'economia pura, ottenne in breve grande
notorietà e nel 1911 fu nominato professore all'Istituto
superiore di scienze economiche di Roma. Fondò e diresse
(1909-13) il trisettimanale politico-militare La preparazione,
collaborò attivamente al Giornale degli economisti e alla
Riforma sociale e tra i suoi articoli va ricordato Il ministro della
produzione nello Stato collettivista (1908), in cui sono poste le
basi per l'applicazione della teoria dell'equilibrio economico a
un'economia pianificata.
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DBI
di Oscar Nuccio
BARONE, Enrico. - Nacque a Napoli da Giovanni e da Carofina De,
Liguori il 22 dic- 1859; compiuti gli studi nel Collegio della
Nunziatella, passò nell'ottobre 1875 all'Accademia militare.
Rapide furono le tappe della carriera: tenente nel luglio del 1880,
capitano di Stato Maggiore nel 1886.
Sono di questi anni i primi studi sull'Arte militare, contenuti nel
volume Come operino i grandi eserciti (Roma 1882), a cui seguirono
Del combattimento autonomo, a proposito del nuovo regolamento della
fanteria tedesca, in Rivista militare, s. 3, XXXIV, 3 (1889), pp.
5-38; L'invasione del 1814 in Francia: studio di strategia e di
logistica, ibid., s. 3, XXXV, 2 (1890), pp. 189-234, 354-388 s., pp.
5-27, 161-182.
Promosso maggiore (marzo 1894), ebbe l'incarico di insegnare storia
militare nella Scuola superiore di guerra di Torino, interrompendo
le brillanti ed originali ricerche econonúche, pubblicate a
partire dal 1894, e iniziate dopo aver conosciuto Maffeo Pantalconi
e Vilfredo Pareto.
In sei saggi, editi nel 1894-96, dimostrò la sua
maturità di economista. Dei suoi lavori, che costituiscono un
progresso della scienza economica, quattro furono stampati nello
stesso anno, ma come frutto di lunga e severa meditazione: Di alcuni
problemi fondamentali per la teoria matematica dell'imposta, in
Giornale degli Economisti, S. 2, VIII (1894), pp. 201-211; A
proposito delle indagini del Fisher, ibid., pp. 413-439; Sulla
consumers, Rent, ibid., S. 2, IX (1894), pp. 211-224; Sul
trattamento di quistioni dinamiche, ibid., pp. 407-435, il modello
più suggestivo per una indagine circa gli effetti generali di
una imposta. Anche altri due saggi apparvero nella stessa rivista,
il primo, A proposito di un libro del Wichsell, S. 2, XI, pp.
524-539, nel novembre 1895, ed il secondo, Studi sulla
distribuzione, S. 2, XII, pp. 107-153, nel febbraio-marzo 1896.
Al periodo torinese appartiene la maggior produzione
storico-militare, con lavori di particolare rilievo: Arte militare
(ristampato in Opere Postume, a cura di S. Piazzoni, I, I grandi
capitani sino alla rivoluzione francese, Torino 1928; II, Le
campagne per l'indipendenza e l'unità d'italia: 1848-49,
1859-66, ibid. 1929); Le istituzioni militari e le condizioni
politico-sociali: prolusione, ibid. 1898 (di ispirazione
positivista); 1814 in Francia, ibid. 1898 (2 ediz., ibid. 1900);
1813 in Sassonia, ibid. 1900; 1806 in Germania, 2 voll., ibid. 1900;
1866 in Boemia, ibid. 1900; Il pensiero di Moltke nell'invasione del
1866 in Boemia, in Rivista militare, LXV (1900), pp. 439-68; Storia
generale: le tre rivoluzioni europee, Roma 1902. Egualmente di
carattere rnilitare sono alcune prefazioni: G. Blume, L'iniziativa
dei comandanti in guerra, trad. di V. Faitini, Torino 1900, pp.
I-XV; A. Bollati di St. Pierre, La guerra in mare, ibid. 1900, pp.
I-XXXII.
Il B. applicò anche alla storia quel metodo delle
"approssirnazioni successive", proprio delle sue indagini
economiche, allo scopo di individuare, in antitesi alla dottrina del
Loria e a quella del determinismo econonùco, i fattori, oltre
quello econonùco, dei quali lo storico deve tener conto nella
sua analisi, fattori che il B. raggruppa e definisce con un sol
nome: "sentimento delle folle". Ammiratore del Taine, ne
risentì l'influenza romantica, ma non arrivò alle
conseguenze dell'idealismo. Fissò invece, dopo aver mutuato
da Clausewitz e Goltz quanto in essi vi è di più
universale, i temi principali di una nuova concezione della guerra,
come si può riscontrare nei suoi scritti ulteriori di
carattere storico-militare: Che cosa urge, in Nuova Rivista di
fanteria, I (1908), pp. 175-183; Storia delle questioni
contemporanee, Roma 1912; Da Adua alla conquista della Libia, ibid.
1912; La guerra, Roma 1914; note militari all'opera Storia della
guerra mondiale di V. Mantegazza, Milano 1915-1919, voll. 6.
L'oneroso impegno di docente e la vasta produzione storica non lo
distrassero dalle ricerche economiche. Tornato allo Stato Maggiore
(giugno 1902), conseguì la libera docenza in economia
politica nel dicembre dello stesso anno e pubblicò Il mare
nella vita economica, in Riforma sociale, XII (1902), pp. 31-49-
Promosso colonnello nel 1903, diede poi le dimissioni (6 maggio
1906) per dissensi con il capo di Stato Maggiore, generale T.
Saletta, a proposito della sistemazione difensiva dei confini
orientali. Riprese allora gli studi economici, e pubblicò
altri scritti: Di una riforma monetaria nel Benadir, in Riforma
sociale, XVI (1906), pp. 354-365; Principii di economia politica,
ediz. del Giornale degli Economisti, Città di Castello 1908
(rist. in sette ediz.; Pultima, Roma 1929). Questi ultimi furono
scritti per il corso tenuto come incaricato di economia politica
presso l'istituto superiore di studi commerciali di Roma nell'Anno
accademico 1908-1909. Nel contempo egli ricoprì la carica di
direttore dell'istituto commerciale della stessa città, che
lasciò il 31 dic. igio, per passare alinsegnamento di
economia politica e scienze delle finanze nel predetto Istituto
superiore. Ebbe, inoltre, a partire dall'Anno accademico 1911-12,
l'incarico per l'insegnamento dell'econornia coloniale nell'istituto
di scienze politiche e coloniali e, successivamente, per i corsi di
economia dei trasporti ed economia industriale.
L'Attività scientifica e didattica è espressa nelle
opere: Economia coloniale, Roma 1912; Lezioni di economia
finanziaria, ibid. 1912; Studi di economia finanziaria, in Giornale
degli Economisti e Annali di Statistica, s. 3, XLIV (1912), pp.
309-353 e 469-505, XLV (1912), pp. 1-75; Moneta e risparinio, Roma
1920; Economia dei trasporti, ibid. 1921.
Come economista il B., pur non legando il suo nome ad una concezione
nuova o ad una rielaborazione della scienza econonùca, occupa
un posto di rilievo nella storia del pensiero economico.
Fu un geniale eclettico, nutrito di storia e filosofia, che
indagò campi diversi di ricerca. Suo intendimento era quello
di scrivere un ampio e completo trattato di economia, del quale i
Principi di economia politica avrebbero dovuto costituire la parte
introduttiva. Quelle successive, "l'econonúa coloniale",
"l'econornia finanziaria", "l'economia dei trasporti", "l'economia
della moneta e del risparmio", erano state da lui svolte in corsi
universitari, ma sottoposte a continua revisione rivolta a rendere
in forma definitiva le singole parti, per armonizzarle in un solo
organico trattato. La bibliografia, non sempre precísa, dei
suoi scritti economici è contenuta nel saggio curato da F.
Spinedi ed in appendice al primo dei tre volumi delle Opere
Economiche, a cura di Adriana Pipemo, Bologna 1936-37, che
riproducono quasi ìnteramente la letteratura economica del
Barone.
Il Ministro della Produzione nello Stato collettivista, in Giornale
degli Economisti, S. 2, XXXVII (1908), Pp. 267-293 e 391414,
è certamente, per acutezza d'Analisi e per
oríginalità, il più moderno degli stud del B.,
largamente conosciuto ed apprezzato nella letteratura internazionale
per la traduzione inglese contenuta in appendice al libro edito da
von Hayek, Collectivist Economic Planning, London 1939, e la
successiva versione francese, L'économie dirigée en
regime collectiviste, Paris 1939. In esso il B. affronta il
problema, trascurato dallo stesso Marx, dell'equilibrio tra
produzione e bisogni in un sistema collettivista. Dopo aver esposto
su modelli waIrasiani il sistema di equazioni che descrive
l'equilibrio economico una economia di mercato, il B. scrive
l'Analogo sistema valido per una economia socialista, dimostrando su
tali basi che se il ministro della produzione si propone di
realizzare il massimo di soddisfazione per la società si
vedranno "ricomparire nel nuovo regíme, sia pure con altro
nome, tutte le categorie economiche del regime antico: prezzi,
salari, interessi, profitto, risparmio, ecc.", trovandosi,
perciò' di fronte agli stessi problemi degli imprenditori del
mondo capitalista e dovendo determinare le identiche quantità
economiche proprie di una economia di libera concorrenza.
Storico, matematico, econonústa, il B. svolse anche una
feconda attività giornalistica, quale condirettore, dopo aver
lasciato l'esercito, del Popolo Romano fino al 1907, fondando nel
1909 e dirigendo fino al 1913 La Preparazione,
trisettimanalepolitico-militare, e collaborando al Corriere della
Sera, al Giornale d'italia, a La Vita Italiana (nov. 1918-sett.
1919), gli articoli della quale raccolse successivamente in un
volume dal titolo La storia militare della nostra guerra fino a
Caporetto, Bari 1919 (2 ed., ibid. 1931). Si occupò anche di
cinematografia, scrivendo soggetti.
Nel luglio 1920 il B. fondò una Associazione nazionale fra
ufficiali in S.A.P. con un proprio organo (L'ufficiale italiano) di
cui uscirono otto numeri 5o nov. 1920, 24 luglio 1921).
L'Associazione, che nel clima particolare del dopoguerra mirava a
difendere una posizione di prestigio morale e materiale degli
ufficiali, nel giugno 1921 contava circa 7000 aderenti, ma il
ministero della Guerra con circolare del 28 sett. 1920 proibì
agli ufficiali di farne parte.
Morì a Roma il 14 maggio 1924.