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Il Marzocco è una rivista fiorentina di letteratura e arte, diretta da Enrico Corradini sorta il 2 febbraio 1896 e terminata il 25 dicembre 1932 che prende il nome dal leone simbolo di Firenze.
Manifesto de Il Marzocco
"Intendiamo opporci con tutte le nostre forze a quella produzione
d'opere letterarie ed artistiche in generale che hanno le loro
origini fuori della PURA BELLEZZA.
Noi NON TENTEREMO quella critica delle opere d'arte che in esse
tutto ricerca fuori che il segreto della loro vita; NON CI
LAMENTEREMO per quello che l'artista non ha messo nell'opera,
eviteremo ogni giudizio morale o sociologico in quanto l'arte non
può essere messa al servizio delle scienze morali e
sociali".
Nata un anno dopo il Convito il settimanale Il Marzocco, il cui
titolo viene scelto da Gabriele D'Annunzio e ripete il nome e
l'impresa araldica dell'antico leone rampante in rame (che
costituiva uno degli stemmi della Repubblica fiorentina) del
Comune, inizia le sue pubblicazioni il 2 febbraio 1896 sotto il
futuro direttore de Il Regno, Enrico Corradini. Il manifesto della
rivista, steso da Saverio Garàno e Gabriele D'Annunzio,
denota chiari ideali di estetismo antipositivista: Negli anni che
vanno dal 1896 al 1899 la polemica del Marzocco contro
l'accademismo erudito procede di pari passo con le tendenze di
carattere estetizzante che vogliono ridare vita alla letteratura e
alle arti figurative.
La rivista si presenta subito, alla prima pubblicazione, con i
suoi eleganti quattro fogli, in bel formato e con incisioni in
bistro (che diventeranno sei grandi in nero, con incisioni e
fotografie di opere d'arte).
In questo modo Il Marzocco da inizio alla serie fiorentina delle
riviste dell'estetismo che continueranno all'inizio del Novecento
con il Leonardo e Hermes.
Questa prima fase del periodico (1896-1899) si dimostra
antipositivista e simbolista, votata al culto dell'arte per l'arte
e dimostra subito il suo entusiasmo per l'opera di Giovanni
Pascoli che accoglie e difende.
Sul Marzocco, nei numeri del 17 febbraio, 7 marzo, 11 aprile 1897,
compaiono molte liriche del poeta di Castelvecchio insieme alla
prosa Il fanciullino che enuncia la poetica pascoliana di poesia
come invenzione pura al di fuori della storia e del tempo.
Nel 1900 la direzione della rivista passa ad Adolfo Orvieto con
una inversione di tendenza e il motto sarà: "fare guerra
spietata a tutto ciò che è pura arte e pura bellezza
perché il tempo della letteratura decorativa è
passato".
Negli anni dal 1911 al 1914 si infittiscono sulle pagine della
rivista articoli di irrazionalismo politico e riscossa nazionale.
Dopo l'annuncio dello scoppio della guerra dato da Luciano Zuccoli
nel n. 31 del 2 agosto 1914, Marzocco si schiera a favore
dell'interventismo italiano, riducendo così sulle sue
pagine gli spazi per le attività letterarie.
Nel periodo bellico Il Marzocco conduce un'aspra battaglia contro
la "barbarie germanica" coinvolgendo così tutta la cultura.
Il Marzocco si fa dunque portavoce di una minoranza di destra che
sostiene la necessità del conflitto e che diventa il
fautore dell'impresa di D'Annunzio a Fiume in linea con le
posizioni del fascismo.
Grazie alle leggi speciali sulla stampa del 1926 la rivista fu
risparmiata ma perse il suo valore fino a terminare le
pubblicazioni il 25 dicembre del 1932.