da

Dominique Grisoni, Robert Maggiori
Guida a Gramsci
BUR, Milano 1975

 SUPERSTRUTTURA

Il concetto gramsciano di «superstruttura» (sovrastruttura), come in Marx, ingloba anche le istituzioni attraverso le quali la classe dirigente esercita il suo dominio e le forme culturali che creano e diffondono la sua ideologia. La sovrastruttura è così costituita, in termini gramsciani, dalla reciproca interdipendenza della società politica e della società civile e comprende le istituzioni di dominio «legale» (diritto, giustizia...); e del campo ideologico che comprende oltre all'ideologia dominante propriamente detta, che si esprime in forme artistiche, scientifiche, economiche, politiche, la concezione del mondo che rende omogeneo, a livello della filosofia, della religione, le folklore, il corpo sociale, la struttura ideologica (organizzazioni «private» che creano e diffondono l'ideologia) e il materiale ideologico costituito da scuole, biblioteche, mass media, stampa ecc. (cfr. società civile e ideologia). Gramsci insiste soprattutto sull'organicità del legame che cementa il blocco struttura-sovrastruttura in «blocco storico» (cfr. blocco storico).

Alcuni commentatori hanno messo in evidenza la tendenza di Gramsci a privilegiare il momento sovrastrutturale fino a isolarlo. Gramsci, in più luoghi, ha citato, per fissare i limiti di evoluzione delle sovrastrutture, i principi che Marx aveva enunciato nella Prefazione a Per la critica dell'economia politica: 1. «una formazione sociale non perisce finché non si siano sviluppate tutte le forze produttive a cui può dare corso» (K. Marx, Per la critica dell'economia politica, Editori Riuniti, Roma, 1957, p. 5); 2. «l'umanità non si propone se non quei problemi che può risolvere, perché, a considerare le cose dappresso, si trova sempre che il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o almeno sono in formazione» (ivi, pp. 5-6; in Gramsci: Mach, EI p. 41, ER p. 64; MS, EI p. 129, ER p. 153). Ciò significa che il complesso della sovrastruttura si evolve in rapporto con la base strutturale, di cui è il «riflesso» (MS, EI p. 39, ER p. 46), a condizione che il movimento ideologico non sia un'«elucubrazione» individuale o un'iniziativa politica che si risolva in polemica personale fra dirigenti, che non sia un movimento «congiunturale», ma che risponda alle «necessità» della struttura e ai requisiti oggettivi delle condizioni socio-economiche. La definizione di «riflesso», intesa meccanicamente, finirebbe per fare delle ideologie le «apparenze», mistificatrici e mistificate, della struttura. Ma se è al livello della sovrastruttura che gli uomini prendono coscienza del conflitto fra forze produttive e rapporti di produzione, della loro posizione sociale e dei loro compiti, deve sussistere, secondo Gramsci, un «legame necessario e vitale» (MS, EI p. 238, ER p. 284) fra struttura e sovrastruttura, un legame che gli intellettuali hanno il compito di costituire (cfr. intellettuali); le sovrastrutture saranno così una «realtà oggettiva e operante» (MS, EI p. 237, ER p. 283).

È vero che Gramsci si dedicherà soprattutto a svii luppare il significato della «presa di coscienza» che permetterà al proletariato di passare dallo stadio economi-co-corporativo a quello politico dell'egemonia, prendendo coscienza di sé come classe tendenzialmente dirigente e che prelude alla trasformazione della struttura economica- Gramsci, secondo alcuni, avrebbe messo in evidenza i meccanismi della struttura e fissato le condizioni socio-economiche di uno sconvolgimento del modo di produzione precisando le condizioni «ideologiche» che possono, in una società a capitalismo avanzato, interpretare il ruolo determinante di motore di questo sconvolgimento.

Elaborando i concetti di catarsi, di crisi organica, di egemonia (cfr. i termini) Gramsci ha tentato di individuare il «momento» ideologico del rapporto di forza a partire dal quale sarà realizzabile una trasformazione rivoluzionaria senza però trascurare il peso dei fattori oggettivi, strutturali: le due istanze sono collegate dialetticamente, si evolvono nei limiti delle loro reciproche possibilità e fanno «blocco»: «le forze materiali non sarebbero concepibili storicamente senza forma (le ideologie) e le ideologie sarebbero ghiribizzi individuali senza le forze materiali» (MS, EI p. 49, ER p. 58).