da

Dominique Grisoni, Robert Maggiori
Guida a Gramsci
BUR, Milano 1975

 SOCIETÀ CIVILE

«Insieme di organismi volgarmente detti "privati" ... che corrispondono alla funzione di "egemonia" che il gruppo dominante esercita su tutta la società» (I, EI p. 9, ER p. 20). La società civile è dunque l'insieme degli organi della sovrastruttura che permettono la «direzione intellettuale e morale» della società, ottengono il consenso e la adesione delle classi subalterne. È anche il luogo della su-perstruttura in cui si elaborano e si diffondono le ideologie: comprende l'ideologia propriamente detta, la «concezione del mondo» che aggrega il corpo sociale (cfr. filosofia, senso comune, folklore), la «struttura ideologica» (gli organismi privati che creano e diffondono le ideologie) e il «materiale ideologico» (sistema scolastico, organizzazione religiosa, organismi editoriali, biblioteche, mass media).

Per Gramsci, la società civile costituisce la «base», il «contenuto etico» (PP, EI p. 164, ER p. 217) dello Stato, nel senso che, proprio in forza dell'egemonia politica e culturale, un gruppo fa riconoscere il suo dominio come universale e legittimo da parte dei gruppi subalterni. Mutuato soprattutto dall'uso che ne fa Hegel (nella III sezione della Filosofia del diritto) il concetto di società civile è usato da Marx e da Gramsci in sensi diversi fra loro.

Per Marx (in questo fedele all'accezione hegeliana) la società civile comprende l'insieme dei rapporti socio-economici (cfr. L'Ideologia tedesca, Editori Riuniti, Roma, 1958, pp. 26 e succ), la struttura, mentre per Gramsci essa comprende vaste zone della sovrastruttura. Non si tratta solo di un mutamento terminologico: Gramsci ha insistito sulla preminenza della superstruttura perché, secondo lui, è nel suo ambito che la classe operaia comincia a prendere coscienza di sé come classe autonoma, a costituire nei fatti una «volontà collettiva», a estendere la sua egemonia sull'insieme degli strati proletari e contadini e a opporsi alla classe dominante.

Per realizzare questo «programma politico», il proletariato, soggetto della storia, si serve, nell'interpretazione personalissima di Gramsci, della struttura (l'elemento oggettivo, necessario) e la trasforma secondo una finalità rivoluzionaria.

Insistendo così sulla priorità del momento sovrastrutturale, ma unendo struttura e sovrastruttura in uno stretto rapporto organico di interdipendenza, Gramsci evita l'errore di quel tipo di economicismo che instaura una derivazione e una dipendenza dirette e meccaniche fra la struttura e la sovrastruttura, e anche l'errore dell'«ideologismo» che mette fra parentesi l'oggettività della struttura e fa della storia una storia delle idee.