Criticare sarcasticamente gli "avversari", vale a dire gli studiosi che
avanzano ipotesi e teorie strampalate, incompatibili con la filosofia
marxista, è una metodologia che Gramsci di sicuro ha mutuato da Marx, dal
Marx della Miseria della filosofia e della Sacra Famiglia, i cui
bersagli sono Proudhon, Bauer, Stirner, ecc.
Per quanto di statura minore rispetto a questi ultimi, Loria e i suoi "discepoli" si prestano
magnificamente al sarcasmo: accanto a cose non del tutto prive di
senso, essi, infatti, esibiscono, per smania di originalità e abbandono
alla fantasia poco vigilata dalla riflessione razionale, vere e proprie
bizzarrie. Come accade a Marx, anche Gramsci mette da parte le prime e
focalizza le seconde.
D'acchito, il Quaderno appare come una sorta di divertissement, che
stigmatizza, per un verso, la scarsa disciplina intellettuale di un
numero rilevante di studiosi italiani e, per un altro, - aspetto che a
Gramsci sta particolarmente a cuore - l'abissale distanza delle loro
bizzarrie dalla necessità (che nell'ottica gramsciana è un dovere) di
produrre una cultura che possa essere fruita e utilizzata dalle masse
popolari per sgombrare il campo dalle superstizioni, dalle tradizioni
retrive, dalla religione, ecc.
Intellettuali del tutto "disorganici", i loriani, oltre a riversare
nelle loro opere, un infondato narcisismo, pongono in luce i difetti
storici di una cultura, quella italiana, che, pur avendo conosciuto
fasi di straordinario sviluppo (Rinascimento, Galileo, ecc.), è rimasta di
fatto arretrata in conseguenza della Controriforma e, a partire dal Settecento, con la luminosa eccezione di C. Beccaria, non è stata penetrata
e arricchita dall'Illuminismo, attestandosi, sul
culto della retorica, dell'enfasi, del gusto di épater le bourgeois.
Ma il Lorianismo, inteso come tendenza a costruire ideologie prive di
valore alle quali, però, gli autori (e non solo loro) finiscono con il
credere, ha in Gramsci un significato che trascende la cultura
italiana. Esso è un vero e proprio vicolo cieco dell'attività
intellettuale umana, nel quale si finisce facilmente "in tempi
anormali, di passioni scatenate", allorché risulta "facile a dei Loria,
appoggiati da forze interessate, di traboccare da ogni argine e di
impaludare per decenni un ambiente di civiltà intellettuale ancora
debole e gracile."
Sicuramente i tempi c'entrano, ma, oltre ai tempi, per quanto concerne la cultura italiana, occorre considerare anche la sua tendenziale refrattarietà nei confronti della scienza, che fa della disciplina intellettuale (intrinseca al metodo sperimentale ma anche indipendente da esso) la sua arma vincente. Basta pensare al riguardo alla contraddizione per cui Benedetto Croce esalta una metodologia centrata sulla filologia e sul pensiero puro e nega qualsivoglia validità alla scienza.
Senza giungere a questi eccessi, come si è visto, anche Gramsci, per quanto esalti la disciplina intellettuale, non riesce a cogliere pienamente il significato rivoluzionario del pensiero scientifico e dello sviluppo delle scienze.
Nel contesto di un
divertissement sarcastico, compaiono due rapidi accenni all'hitlerismo,
"lorianismo mostruoso" che, con le sue "manifestazioni di brutalità e
d'ignominia inaudita" ha dimostrato, la fragilità della civiltà moderna.
Gramsci scrive queste righe nel 1935, quando il peggio (del nazismo e
del fascismo) deve ancora venire. Ormai libero dal carcere, egli ha
avuto modo di capire meglio ciò che nel mondo è avvenuto nel corso
della sua detenzione. Al di là delle dolorose vicissitudini della
storia sovietica (la collettivizzazione forzata delle terre,
l'assassinio di Kirov e l'inizio della liquidazione del comitato
centrale), egli coglie immediatamente la pericolosità dell'ideologia
nazista, che, pur ispirandosi al fascismo, fa entrare nel campo della
lotta politica una nazione di straordinaria potenza e determinazione.
Al riguardo, Gramsci non potrà scrivere altro nonostante la sua morte
sia avvenuta quando si era già avviata la guerra civile in Spagna, vera
e propria prova generale della Seconda Guerra Mondiale.
L'identificazione dell'hitlerismo con una mostruosa forma di Lorianismo
consente però di spiegare la durezza spietata dei suoi attacchi ai
loriani. Le bizzarrie di menti "malate" - sembra intendere - possono
rimanere prive di qualunque incidenza sulla realtà, ma possono anche
avviare l'umanità verso la catastrofe.