Quaderno 28

Nota di  lettura

La fragilità della civiltà moderna


Criticare sarcasticamente gli "avversari", vale a dire gli studiosi che avanzano ipotesi e teorie strampalate, incompatibili con la filosofia marxista, è una metodologia che Gramsci di sicuro ha mutuato da Marx, dal Marx della Miseria della filosofia e della Sacra Famiglia, i cui bersagli sono Proudhon, Bauer, Stirner, ecc.

Per quanto di statura minore rispetto a questi ultimi, Loria e i suoi "discepoli" si prestano magnificamente al sarcasmo: accanto a cose non del tutto prive di senso, essi, infatti, esibiscono, per smania di originalità e abbandono alla fantasia poco vigilata dalla riflessione razionale, vere e proprie bizzarrie. Come accade a Marx, anche Gramsci mette da parte le prime e focalizza le seconde.

D'acchito, il Quaderno appare come una sorta di divertissement, che stigmatizza, per un verso, la scarsa disciplina intellettuale di un numero rilevante di studiosi italiani e, per un altro, - aspetto che a Gramsci sta particolarmente a cuore - l'abissale distanza delle loro bizzarrie dalla necessità (che nell'ottica gramsciana è un dovere) di produrre una cultura che possa essere fruita e utilizzata dalle masse popolari per sgombrare il campo dalle superstizioni, dalle tradizioni retrive, dalla religione, ecc.

Intellettuali del tutto "disorganici", i loriani, oltre a riversare nelle loro opere, un infondato narcisismo, pongono in luce i difetti storici di una cultura, quella italiana, che, pur avendo conosciuto fasi di straordinario sviluppo (Rinascimento, Galileo, ecc.), è rimasta di fatto arretrata in conseguenza della Controriforma e, a partire dal Settecento, con la luminosa eccezione di C. Beccaria, non è stata penetrata e arricchita dall'Illuminismo, attestandosi, sul culto della retorica, dell'enfasi, del gusto di épater le bourgeois.

Ma il Lorianismo, inteso come tendenza a costruire ideologie prive di valore alle quali, però, gli autori (e non solo loro) finiscono con il credere, ha in Gramsci un significato che trascende la cultura italiana. Esso è un vero e proprio vicolo cieco dell'attività intellettuale umana, nel quale si finisce facilmente "in tempi anormali, di passioni scatenate", allorché risulta "facile a dei Loria, appoggiati da forze interessate, di traboccare da ogni argine e di impaludare per decenni un ambiente di civiltà intellettuale ancora debole e gracile."

Sicuramente i tempi c'entrano, ma, oltre ai tempi, per quanto concerne la cultura italiana, occorre considerare anche la sua tendenziale refrattarietà nei confronti della scienza, che fa della disciplina intellettuale (intrinseca al metodo sperimentale ma anche indipendente da esso) la sua arma vincente. Basta pensare al riguardo alla contraddizione per cui Benedetto Croce esalta una metodologia centrata sulla filologia e sul pensiero puro e nega qualsivoglia validità alla scienza.

Senza giungere a questi eccessi, come si è visto, anche Gramsci, per quanto esalti la disciplina intellettuale, non riesce a cogliere pienamente il significato rivoluzionario del pensiero scientifico e dello sviluppo delle scienze.

Nel contesto di un divertissement sarcastico, compaiono due rapidi accenni all'hitlerismo, "lorianismo mostruoso" che, con le sue "manifestazioni di brutalità e d'ignominia inaudita" ha dimostrato, la fragilità della civiltà moderna.

Gramsci scrive queste righe nel 1935, quando il peggio (del nazismo e del fascismo) deve ancora venire. Ormai libero dal carcere, egli ha avuto modo di capire meglio ciò che nel mondo è avvenuto nel corso della sua detenzione. Al di là delle dolorose vicissitudini della storia sovietica (la collettivizzazione forzata delle terre, l'assassinio di Kirov e l'inizio della liquidazione del comitato centrale), egli coglie immediatamente la pericolosità dell'ideologia nazista, che, pur ispirandosi al fascismo, fa entrare nel campo della lotta politica una nazione di straordinaria potenza e determinazione.

Al riguardo, Gramsci non potrà scrivere altro nonostante la sua morte sia avvenuta quando si era già avviata la guerra civile in Spagna, vera e propria prova generale della Seconda Guerra Mondiale.

L'identificazione dell'hitlerismo con una mostruosa forma di Lorianismo consente però di spiegare la durezza spietata dei suoi attacchi ai loriani. Le bizzarrie di menti "malate" - sembra intendere - possono rimanere prive di qualunque incidenza sulla realtà, ma possono anche avviare l'umanità verso la catastrofe.